Mentre continuano gli scontri in Nuova Caledonia, il presidente francese, Emmanuel Macron, è atterrato giovedì, 23 maggio, a Noumea. Macron mira ad allentare le tensioni e incoraggia il dialogo per porre fine alle violenze che hanno avuto inizio lo scorso 13 maggio.
La visita di Macron in Nuova Caledonia
Il presidente francese, Emmanuel Macron, è in visita in Nuova Caledonia nel tentativo di stabilire un dialogo per ritornare alla pace. La visita di Macron è stata annunciata dopo dieci giorni di scontri nell’arcipelago.
I neocaledoniani sono scesi in strada per protestare contro la proposta di legge che amplia il diritto al voto ai francesi che risiedono nell’isola almeno da 10 anni. L’Assemblea nazionale ha approvato la legge all’inizio della settimana scorsa, scatenando le preoccupazioni degli indigeni Kanak. Il gruppo nativo ritiene che la misura potrebbe compromettere i propri diritti.
Parigi ha inizialmente adottato il coprifuoco per far fronte agli scontri e, a partire dal 15 maggio, ha proclamato lo stato di emergenza per 12 giorni. Da allora, la Francia ha schierato circa 3mila agenti delle forze dell’ordine per fermare i disordini. Durante questo periodo, sei persone hanno perso la vita e decine sono rimaste ferite.
Macron è atterrato nella capitale Noumea dopo dieci giorni di scontri, insieme al ministro dell’Interno, Gerald Darmanin, al ministro delle Forze Armate, Sebastien Lecornu, e alla ministra della Francia d’Oltremare, Marie Guevenoux. I politici incontreranno i funzionari dell’isola e gli attori economici di alto livello.
Macron: “Lo stato di emergenza non dovrebbe essere prorogato”
Emmanuel Macron ha evidenziato che la sua missione è avviare il dialogo. Ha affermato che “la priorità è l’ordine, la calma e la pace” e quindi le forze dell’ordine sul campo “rimarranno finché necessario, anche durante i Giochi Olimpici e Paralimpici”. Il presidente francese ritiene che le misure straordinarie non dovrebbero essere prorogate, ma vuole “l’eliminazione delle barriere”.
Gli scontri e la violenza hanno colpito anche l’economia, e gli abitanti devono affrontare l’inflazione dovuta all’insicurezza. Macron ha deplorato gli episodi di razzismo nell’accesso ai beni di prima necessità:
Nessuno può accettare che possiamo avere accesso al cibo perché abbiamo questo o quel colore di pelle o questa o quella origine.
Macron ha parlato anche di una “pace costruttiva”, senza tuttavia tornare sui risultati dei tre referendum che hanno confermato il mantenimento del territorio d’oltremare sotto il controllo francese. I risultati dei referendum erano contestati dagli indigeni Kanak, che sostenevano non rappresentassero la volontà del popolo poiché erano stati svolti durante il periodo della pandemia, compromettendo l’accessibilità.
La pacificazione non può essere un ritorno al passato. La pacificazione non può significare il mancato rispetto dell’espressione popolare già compiuta. La pacificazione non può significare negare in qualche modo un percorso che è già stato fatto.