Uniswap si dichiara pronta combattere una dura battaglia contro la SEC, dopo aver ricevuto un avviso Wells dall’ente di regolamentazione dei mercati finanziari statunitensi. Lo ha fatto in un post che è stato pubblicato nella giornata di ieri, in cui sostiene che l’agenzia presieduta da Gary Gensler ha presentato argomentazioni legali deboli a sostegno dell’atto.

L’azienda ha poi aggiunto di essere pronta a combattere in difesa della finanza decentralizzata, chiamando a raccolta l’intero settore. Ha inoltre dichiarato di aver messo insieme una squadra di avvocati in grado di vincere la battaglia legale, avendo già rappresentato con successo aziende come Ripple e Grayscale.

Uniswap: i presupposti della SEC sono falsi

Per capire meglio come Uniswap intenda elevare i toni della contesa, basta leggere quanto afferma il suo responsabile legale, Marvin Ammori, nel documento di 40 pagine redatto per l’occasione. Ecco quanto da lui affermato, al suo interno: “L’intero caso della SEC si basa sul falso presupposto che tutti i token siano titoli. I token sono infatti semplicemente un formato di file di valore”.

Ha poi sottolineato che la SEC sostiene che il protocollo Uniswap rappresenti un exchange di titoli non registrato e che l’interfaccia e il portafoglio Uniswap siano entrambi broker non registrati. Mentre l’azienda afferma che il protocollo stesso è un programma per computer di uso generale che chiunque può utilizzare e integrare.

Ancora Ammori ha poi affermato che Uniswap non è gestito da un gruppo, come richiede la definizione di exchange, in quanto essendo software autonomo non può essere controllato da nessuno. Un punto che, però, al momento è di difficile definizione. Come ha sottolineato Alma Angotti, partner e leader globale del rischio legislativo e regolamentare presso la società di consulenza Guidehouse. Secondo lei, infatti, non è ancora chiaro se gli exchange decentralizzati (DEX) funzionino come un sistema di scambio alternativo o un market maker, oppure siano davvero solo una tecnologia che non agisce come broker-dealer.

Uniswap, però, accusa la SEC di gettare le risorse dei contribuenti in una causa che non dovrebbe essere intentata. E contro la quale Uniswap si dichiara pronto a battersi. Unendosi in tal modo a Consensys, che ha già deciso di citare in tribunale la SEC, per “sequestro illegale di autorità”. Ovvero per aver in pratica esorbitato dalle sue prerogative.

È stato Joe Lubin, il suo fondatore a chiarire al meglio i termini della questione: “Questa azione riguarda la quasi certezza che abbiamo che la SEC sta cercando di rallentare o uccidere Ethereum, la decentralizzazione, la disintermediazione e la tecnologia blockchain negli Stati Uniti, e probabilmente non si fermerebbe qui con il suo lungo braccio”. Per poi aggiungere che sul suo esempio altri Stati potrebbero adottare misure draconiane verso l’innovazione finanziaria.

Le accuse di Consensys alla SEC

Proprio dall’interno di Consensys, arrivano poi ulteriori notizie che sembrano fatte apposta per far deflagrare la questione. Il responsabile del contenzioso e delle indagini, Laura Brookover, ha infatti affermato che l’ente ha chiesto un elenco dei nomi di tutti gli sviluppatori Consensys che hanno contribuito alla formazione del codice del Merge di Ethereum.

Per poi affermare: “Sono richieste molto strane da parte di un regolatore finanziario. Posso dirlo perché ho lavorato nella divisione di controllo della CFTC e ho indagato personalmente sui casi.” Il quadro delineato da queste parole fa capire, in definitiva, la decisione presa da Consensys.

Con la chiamata alle armi di Uniswap, sembra quindi ormai tutto pronto per una vera e propria guerra. Un conflitto che sta peraltro per investire la politica. Come dimostra la decisione presa da molte aziende impegnate nella blockchain di prendere parte alle contese elettorali di fine anno. In cui le parti sembrano ormai delineate, con i repubblicani pronti a sfidare i democratici, a difesa delle criptovalute.