Al coro di proteste proveniente dal governo contro il redditometro, si aggiunge anche la voce di Antonio Tajani. Il vicepremier e ministro degli Esteri ribadisce la contrarietà di Forza Italia al provvedimento ma cerca di stemperare i toni, dichiarando di aver apprezzato l’intervento della presidente Meloni.

Redditometro, Tajani e Forza Italia contrari in nome del “fisco amico”

Parla a bassa voce, lentamente come suo solito Antonio Tajani, ma le sue sono parole pesanti e nette. Argomento, nemmeno a dirlo, il redditometro, che sta scatenando un vero e proprio putiferio nel governo, con Lega e Forza Italia in prima linea contro il provvedimento.

Dopo le parole del senatore azzurro Gasparri, altrettanto decise, arrivano ora quelle del segretario del partito che giudica il redditometro “uno strumento obsoleto che non risolve i problemi della lotta all’evasione fiscale“.

Una misura, chiarisce Tajani, del tutto contraria alla filosofia di Forza Italia in materia fiscale:

Noi vogliamo un ‘fisco amico’ non un ‘fisco nemico’, e il redditometro è il simbolo del fisco nemico del cittadino, che opprime e invade la vita del contribuente come un grande fratello. Noi dobbiamo fare l’esatto contrario, facendo in modo che il cittadino si possa confrontare, possa trovare degli accordi e che si possano pagare regolarmente le tasse, senza evasione ma non con uno strumento superato e inutile”.

Pur dicendo di aver “apprezzato le parole della presidente del Consiglio“, questo non cambia il giudizio sulla misura, sostenendo che al prossimo Consiglio dei Ministri ne chiederà la revoca.

Sulla crisi in Medio Oriente: “Inaccettabile equiparare un governo democratico e un’associazione terroristica”

I cronisti sollecitano il ministro degli Esteri anche sulla difficile situazione nella Striscia di Gaza e la posizione dell’Italia in proposito che, dice, non è mai cambiata e resta impostata “sulla filosofia dei due popoli e due Stati“.

A chi accusa il governo di un’eccessiva ‘morbidezza’ nei confronti delle azioni di Israele a Gaza, Tajani replica che l’Italia si è sempre dichiarata contraria sia all’operazione militare a Rafah sia agli attacchi contro i civili ma respinge con nettezza eventuali parallelismi tra Israele e Hamas.

“Non si può equiparare un governo democratico, eletto dal popolo israeliano con regolari votazioni – di cui si può non condividere quello che fa – con un’organizzazione terroristica che ha provocato tutto ciò che sta accadendo in Medio Oriente. È inaccettabile”.

Infine, il vicepremier ribadisce quanto già sostenuto in passato, circa la disponibilità dell’Italia all’invio di truppe per una missione sotto l’egida dell’Onu che, a guerra finita, predisponga il terreno alla nascita dello Stato palestinese.