La notizia che Chico Forti incontrerà la madre nella casa natale a Trento, alle 13 di oggi 22 maggio 2024, ha sollevato polemiche nel Sindacato della Polizia Penitenziaria. Il segretario nazionale Di Girolamo ha espresso amarezza per la velocità del Tribunale di Sorveglianza di Venezia, che ha acconsentito alla richiesta dell’avvocato di Forti ad organizzare l’incontro.

Il Sindacato ricorda i tanti altri detenuti che da mesi aspettano di poter vedere i propri parenti, anche in presenza di condizioni di salute molto gravi.

Polemiche per l’incontro di Chico Forti con la madre. Il Sindacato della Polizia Penitenziaria (SPP): “Amarezza per la velocità della decisione”

Il ritorno di Chico Forti in Italia, dove sconterà l’ultima parte della sua pena per l’omicidio di Dale Pike nel carcere di Verona, è stato accolto con soddisfazione da parte del governo e degli amici e familiari dell’imprenditore trentino.

La notizia che Forti incontrerà, oggi 22 maggio 2024 alle 13, sua madre, il fratello Stefano e lo zio Gianni nella loro casa natale, ha però sollevato polemiche specie nella Polizia Penitenziaria.

Il suo sindacato ha fatto notare, in una nota fatta pubblicare dal segretario Aldo Di Giacomo, che la velocità con cui il Tribunale di Sorveglianza di Venezia ha concesso a Forti un incontro breve e a porte chiuse con i propri parenti contrasta fortemente con le lunghe attese che altri detenuti affrontano a partire da richieste simili:

La pronuncia dei magistrati di sorveglianza è stata celere rispetto ad altre situazioni simili e in sospeso da tempo. Lo stesso provvedimento adottato per Forti ha bisogno di settimane di attesa e non di pochi secondi oltre a riguardare casi particolarmente gravi come il rischio di vita del congiunto da incontrare, evenienza che non è valida per Forti.

In queste ore il Sindacato ha espresso amarezza e smarrimento per la decisione, che comunque permetterà a Forti di rivedere la madre 96enne dopo 16 anni dall’ultima volta. Le condizioni di salute di Maria Loner non le avevano permesso di vedere il figlio nel carcere di Miami dov’era detenuto.

Gli amici di Forti sui social: “Contenti che sia tornato in Italia”. Il Presidente del consiglio regionale trentino Paccher (FdI): “Chico ha avuto una grande forza d’animo”

La vicenda che ha riportato in Italia Forti in un certo senso si è conclusa: l’ex windsurfer sconterà il resto della sua pena in un istituto penitenziario italiano, anche se molti dei suoi amici e parenti ritengono che Forti si sia dovuto sacrificare incolpandosi di un delitto che loro ritengono commesso da qualcun altro.

Dichiararsi colpevole, però, era l’unico modo per l’imprenditore trentino di tornare in Italia, considerato l’ordinamento giudiziario della Florida gli permetteva il trasferimento solo a questa condizione. L’amarezza per le vicende giudiziarie ormai ha lasciato spazio, nelle parole degli amici di Forti, alla felicità nel saperlo di nuovo su suolo italiano:

Il povero Chico ha già subìto la perdita della libertà, la sottrazione della dignità e la privazione degli affetti, non accettiamo più lapidazioni o speculazioni politiche. Gioiamo per il suo ritorno ma siamo amareggiati per come si è svolto l’ennesimo processo ingiusto dove un innocente resta in carcere e i responsabili a piede libero.

La speranza però che le speculazioni politiche abbiano termine al momento non sembra concretizzarsi. Specie da parte di Fratelli d’Italia ci sono diversi suoi esponenti che lodano il lavoro diplomatico del governo e della Farnesina: è il caso di Roberto Paccher, Presidente del Consiglio regionale del Trentino-Alto Adige/Südtirol.

In una nota fa sapere che visiterà al più presto Forti nel carcere di Verona dove sconterà il resto della sua pena, lodandone la forza d’animo nell’affrontare quella vicenda giudiziaria così complessa:

Sono contento che Forti sia in Italia dove potrà scontare la propria pena a Montorio gli avevo promesso di andare a visitarlo in Italia e lui mi ha invitato a mangiare i canederli con la sua famiglia quando sarà a Trento per salutare la mamma. Al di là della vicenda giudiziaria, su cui non entriamo, c’è quella umana di una persona che ha mantenuto dignità e speranza, oltre a un grande amore per il proprio Trentino.