Una delle riforme su cui il Governo Meloni punta di più è quella costituzionale che introdurrebbe in Italia il premierato, un sistema politico che, nel nome di una maggiore stabilità da dare ai Governi, assicurerebbe maggiori poteri al presidente del Consiglio facendolo eleggere direttamente dai cittadini. Nei giorni scorsi, questa riforma è stata aspramente criticata, tra gli altri, dalle senatrici a vita Liliana Segre ed Elena Cattaneo. In quell’occasione la ministra per le riforme istituzionali Elisabetta Casellati aveva promesso che avrebbe risposto punto su punto a tutti i rilievi mossi anche dalle opposizioni. E oggi, in aula, è passata all’azione.
Riforma premierato, perché il centrodestra la vuole. La ministra Casellati: “I cittadini non sono figli di un Dio minore”
Nell’aula del Senato, dove era in calendario la prima discussione sulla riforma costituzionale del premierato, la ministra Elisabetta Casellati, rispondendo anche alle critiche mossele contro dalle senatrici a vita Liliana Segre e Elena Cattaneo nei giorni scorsi, ha spiegato:
“Il voto è la prima e la più alta forma di partecipazione alla vita democratica. E il disallineamento tra voto degli elettori e guida del governo è una delle cause della disaffezione politica che ha portato ad un galoppante e preoccupante astensionismo dalle urne elettorali. Noi non ci rassegniamo a considerare i cittadini ‘figli di un Dio minore’ perché siamo convinti che il popolo non abbia bisogno di un costante tutoraggio, come se fosse un ‘bambino mai cresciuto’. Siamo convinti che i cittadini debbano tornare ad esercitare il potere di scelta del proprio governo, senza alcun timore di ‘tiranni o di Cesari’ che sono consegnati per sempre ad una storia che nessuno, dico nessuno, vuol far tornare e che non tornerà mai. Ritenete davvero che si preservi la pienezza del dibattito democratico e del pluralismo con l’abilità nel giocare l’eterno gioco dell’intrigo, del ribaltone, dei governi tecnici?”
Con queste parole, la Casellati ha replicato a chi, tra i banchi dell’opposizione, ha denunciato il tentativo di imporre una riforma antidemocratica, talvolta gridando anche al ritorno del fascismo. Secondo l’esponente del Governo Meloni, si tratterebbe di fare il contrario: il premierato consoliderebbe la nostra democrazia:
“La riforma di cui discutiamo consolida la nostra democrazia garantendo la stabilità delle istituzioni e rivitalizzando la dialettica politica e la rappresentatività degli organi costituzionali. Essa riavvicinerà l’Italia alle grandi democrazie europee, nelle quali le istituzioni di governo ricevono dal corpo elettorale una legittimazione di indirizzo per la sua azione nel corso della legislatura, per poi sottoporre la valutazione del proprio operato, nuovamente, al corpo elettorale, al termine della legislatura”.
Poi la ministra per le riforme istituzionali ha rilanciato:
“La riforma non intacca le prerogative del Parlamento di legiferare, controllare e correggere quotidianamente l’indirizzo politico del Governo; né la potestà del Capo dello Stato di esercitare i propri poteri di controllo e di garanzia dell’azione del Governo; né, ancora, la potestà della Corte Costituzionale di cassare le leggi illegittime e arbitrare i conflitti tra gli organi costituzionali; né l’indipendenza della magistratura dalla politica; né, infine, i poteri di controllo spettanti alle istituzioni e alle Corti europee, che hanno elaborato standard pregnanti e vincolanti di rispetto dei principi della rule of law”.
La Casellati, quindi, ha concluso così:
“L’Italia si avvia dunque a divenire una democrazia efficiente e di indirizzo, presidiata da solide garanzie costituzionali. È ciò che i cittadini italiani chiedono da molti anni, ed è questo il momento per realizzarlo”