E’ stata una giornata convulsa quella di oggi – 21 maggio 2024 – nelle due Camere della politica italiana.
Cambia il ramo del Parlamento, ma, non il copione. Come già accaduto al Senato, la scorsa settimana, il Governo ha deciso di porre la questione di fiducia sul Dl Superbonus anche alla Camera dei Deputati. Una decisione quasi scontata che, comunque, non ha mancato di creare tensioni in Aula dove l’opposizione ha cercato fino alla fine di dare battaglia.
Stesso scenario anche nell’aula di Palazzo Madama dove, sempre oggi, era in programma la conclusione della discussione generale sulla riforma del Premierato che si è conclusa pochi minuti dopo le 18,00. La parola poi è passata al relatore. Domani mattina al via la votazione dei 3000 emendamenti presentati dall’opposizione.
Su un punto, però, l’opposizione sembra averla spuntata, ovvero, il rinvio della discussione del Ddl Sicurezza inizialmente prevista per lunedì prossimo alla Camera. Il presidente della Camera, Lorenzo Fontana, ha deciso per lo slittamento a giugno.
Dl Superbonus, chiesta la fiducia tra le proteste dell’opposizione: il voto finale giovedì
La fiducia posta dal Governo sul decreto Superbonus sarà votata alla Camera domani, mercoledì 22 maggio, a partire dalle 17,45. Le dichiarazioni di voto avranno inizio alle 16,15. Il giorno dopo, giovedì 23 maggio, si svolgeranno le dichiarazioni di voto finali (a partire dalle 9,30) e il voto definitivo sul provvedimento, che sarà quindi convertito in legge.
Anche alla Camera, quindi, come già accaduto al Senato il Governo decide di non rischiare, troppo stretti i tempi per l’approvazione (va approvato entro il 28 maggio) e troppe le divergenze all’interno della maggioranza, soprattutto tra le posizioni di Forza Italia e Lega, con i ministri Giancarlo Giorgetti e Antonio Tajani che la scorsa settimana sono stati protagonisti di un durissimo faccia a faccia sulla retroattività delle norme contenute nel decreto..
Pd e M5s:”Un modo per mascherare i problemi interni”
Poco prima il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani, aveva posto la questione di fiducia sul decreto scatenando le reazioni delle opposizioni.
Partito Democratico e Movimento 5 Stelle hanno accusato il Governo di ricorrere alla fiducia per mascherare i problemi interni e non per una questione di tempistiche, per un decreto per il quale erano stati presentati pochi emendamenti che si sarebbero potuti discutere – secondo i due principali partiti di opposizione – senza compromettere l’approvazione entro la scadenza prevista per il 28 maggio.
Non si ricorre alla fiducia “per silenziare l’opposizione ma la stessa maggioranza”, “l’unica ragione è la frattura nella maggioranza”, hanno dichiarato il pentastellato Emiliano Fenu e il dem Federico Fornaro.
Premierato, terminata discussione al Senato: parola a relatore e Governo
Se alla Camera gli animi si sono accessi sulla questione Superbonus, al Senato il dibattito non è stato più tranquillo. All’ordine del giorno la discussione generale sulla Riforma del Premierato, che vuole introdurre l’elezione diretta del Presidente del Consiglio nella Costituzione Italiana. La discussione si è conclusa poco dopo le 18,00.
La parola è poi passata al relatore, Alberto Balboni e al governo. L’Assemblea in serata ha bocciato con 93 voti contrari la proposta del Pd appoggiata da Avs e M5s di non passare all’esame degli articoli con il conseguente ritorno in commissione per ricominciare l’esame del testo. I favorevoli sono stati 56 e 5 gli astenuti.
Domani mattina alle undici, infine, si inizierà con la votazione dei primi emendamenti. L’opposizione ne ha presentati circa 3000. Si proseguirà giovedì, per poi riprendere la prossima settimana. Non è stata ancora decisa una data per la votazione finale della riforma.
Ddl sicurezza: l’approdo in Aula slitta a giugno su proposta Fontana
Su un punto però l’opposizione è riuscita a spuntarla, ovvero, sulla richiesta di rinvio dell’arrivo in aula del Ddl sicurezza che sarebbe dovuto approdare a Montecitorio lunedì 27 maggio, ma che invece, slitterà fino al 17 giugno.
A proporlo in conferenza dei capigruppo è stato il presidente della Camera, Lorenzo Fontana, dopo la richiesta unanime di tutte le forze di opposizione sulla necessità di avere più tempo per l’esame del provvedimento.