Anche Fidelity ha deciso di togliere di mezzo lo staking, nella propria richiesta di poter offrire sul mercato un ETF spot Ethereum. Lo ha fatto tramite un aggiornamento S-1 presentato martedì scorso alla Securities and Exchange Commission degli Stati Uniti, seguendo le orme di Ark Invest e 21 Shares, i quali avevano proceduto in tal senso alcuni giorni prima. La preoccupazione di un rigetto delle richieste a causa dello staking sta quindi ispirando le mosse dei fondi interessati all’offerta di ETF spot sulla più importante delle Altcoin.
ETF spot Ethereum, anche Fidelity ha deciso di togliere di mezzo lo staking
La decisione di Fidelity non sembra destinata a destare particolare sorpresa negli osservatori. Se nei documenti precedentemente depositati presso l’agenzia preposta alla regolamentazione dei mercati finanziari, l’azienda aveva dichiarato di voler “partecipare una parte dei beni del trust” a uno o più fornitori di infrastrutture, ora l’ipotesi non esiste più.
Com’è ormai noto, per staking si intende il deposito di token per un determinato periodo di tempo. Un blocco il quale ha il compito di mantenere in sicurezza la blockchain. Chi lo fa si ritaglia il diritto di riscuotere una ricompensa, sotto forma di un reddito passivo.
Per quanto riguarda i rendimenti, dalla cui consistenza dipende in ultima analisi la convenienza dell’operazione, stando ai dati del popolare servizio di staking Lido, a livello annuale sono al momento attestati nell’ordine del 3% o poco meno.
Intanto Ethereum è tornato a correre
La notizia relativa a Fidelity, arriva in un momento molto particolare per Ethereum. La più grande delle Altcoin, infatti, ha fatto registrare un balzo in avanti superiore al 20% nel corso delle ultime 24 ore. Tanto da attestarsi a 3.780 dollari, un livello tale che fa presagire il possibile attacco a quota 4mila.
A favorire questa forte crescita è stata una notizia data da Coindesk, secondo cui la SEC avrebbe chiesto agli aspiranti exchange di fondi negoziati in borsa di Ether di aggiornare la documentazione 19b-4 prima di una scadenza chiave questa settimana.
La scadenza chiave è stata immediatamente identificata nell’approvazione degli ETF spot su Ethereum. Naturalmente il token non ha tardato ad avvantaggiarsi delle indiscrezioni circolanti, iniziando una corsa a perdifiato.
Una corsa la quale si è accavallata a quella di cui è stato protagonista Bitcoin. BTC , infatti, ha a sua volta sfondato quota 71mila dollari, prima di ritracciare sopra i 69mila. Un momento quindi particolare per l’intera criptosfera, che ha visto molte delle principali altcoin apprezzarsi in maniera molto forte. Tra quelle che lo hanno fatto occorre segnalare Pepe (+33,77%), BNB (+6,28%), Dogecoin (+9,90%), Avalanche (+9,86%) e Uniswap (+21%).
In precedenza era stata Ark Invest a rinunciare allo staking
La mossa di Fidelity arriva a pochi giorni di distanza da quella di Ark Invest. Anche l’azienda capeggiata da Cathie Wood aveva deciso di rinunciare allo staking, per spianare la strada verso l’approvazione della sua richiesta relativa ad un ETF spot su Ethereum.
A motivare tale decisione, secondo molti osservatori, è stata la volontà di non inasprire i rapporti con la SEC, ormai entrata nell’ottica di idee di perseguire lo staking. Una volontà indicata senza tanti infingimenti da Peter Brandt, secondo il quale si preparerebbe un vero e proprio bagno di sangue per le aziende che lo propongono.
Un bagno di sangue che sarebbe messo in atto dall’azione congiunta del Tesoro degli Stati Uniti, dell’Office of the Comptroller of the Currency (OCC) e, naturalmente, dell’ente capeggiato da David Gensler.
Ora non resta che capire quanto tale previsione sia fondata. Un primo chiarimento in tal senso arriverà tra due giorni, quando la SEC potrebbe dare il suo benestare all’ETF spot presentato da Van Eck. Mentre è attesa per il giorno successivo la decisione relativa alla richiesta avanzata da Ark Invest.