Terremoto Campi Flegrei, a causa dello sciame sismico in atto è scattato un nuovo allarme che potrebbe dare il via al piano di emergenza ed evacuazione della zona come previsto dalla Protezione Civile. Cosa sta succedendo e quanto è alto il rischio che cambi il livello da giallo ad arancione? Ecco quali sono i possibili scenari.
Terremoto Campi Flegrei, come funziona lo stato di allerta
Terremoto Campi Flegrei, sale di livello il bradisismo ed aumenta il rischio di una nuova serie di eventi sismici anche con intensità superiore a quella già registrata la scorsa notte, la più forte degli ultimi 50 anni di 4.4 di magnitudo.
Come ha confermato la Protezione Civile già qualche giorno fa, lo stato di allerta resta giallo cioè a livello di “Attenzione“. Al momento infatti non ci sono segnali che potrebbero far emettere cambiamenti ufficiali da parte dell’Ingv , che comunque continua incessantemente a monitorare l’area analizzando costantemente i dati. Secondo quanto stabilito dagli scienziati il magma si trova a 5 km di profondità, con una velocità di sollevamento che dallo scorso autunno è stata in media dai 10 ai 20 mm al mese nelle aree di massima deformazione.
Una situazione che non mette in evidenza l’urgenza di innalzare l’allerta ad arancione, anche perchè questo significherebbe dare ordine immediato di evacuazione di alcuni edifici come ospedali e penitenziari all’interno della zona rossa.
Cosa sta succedendo
Lo sciame sismico che ormai da mesi sta interessando la zona dei Campi Flegrei sta raggiungendo un picco di attività che si è manifestato proprio con la scossa della notte tra il 20 ed il 21 maggio, di 4,4 di magnitudo, considerata la più forte tra quelle registrate negli ultimi 50 anni.
Per questo motivo gli esperti dell’Ingv e della Protezione Civile si sono immediatamente mobilitati per dare le risposte alla popolazione. Dopo che si è scatenato il panico per quest’ultimo evento che è ancora in corso con circa 150 scosse registrate dopo la prima di 3.5 poco dopo le 19. Per gestire la prima emergenza sono disponibili aree di prima accoglienza, con brandine, tende e gazebo dove poter trascorrere la notte.
Inoltre sono state chiuse le scuole, evacuato il carcere ed altri 13 edifici a Pozzuoli. Al momento non sono stati segnalati danni a persone, e sono in corso le verifiche tecniche per stabilire l’agibilità di case e strutture pubbliche. Solo alla fine dei sopralluoghi si potrà valutare nuovamente la situazione, insieme al lavoro dei sismologi e vulcanologi che stanno monitorando il fenomeno del bradisismo.
Possibili nuove forti scosse?
In base a quanto stabilito dai tecnici e vulcanologi dell’Ingv, dai dati in possesso, confermati dalle statistiche storiche, lo sciame sismico potrebbe durare ancora molto tempo. Anche perchè il fenomeno iniziale, non si è mai concluso e l’attività di sollevamento è costante.
Questo significa che potrebbero esserci altre scosse, anche più forti rispetto a quella registrata tra il 20 ed il 21 maggio di 4.4. Nella zona infatti gli eventi hanno raggiunto la magnitudo 5, senza mai però superare questo valore.
Il rischio quindi, è quello che ci possa essere un terremoto che arrivi a quel livello di energia. Che significherebbe comunque un maggiore pericolo di danni agli edifici e anche alle persone. Tuttavia il sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi ha nvitato la popolazione a non cedere al panico e agli allarmismi perchè la situazione è sotto controllo.
Quando scatta il piano di evacuazione
In base allo stato di allerta che attualmente interessa la zona dei Campi Flegrei con rischio sismico, potrebbe scattare anche il piano generale di evacuazione. Questo, come prevede la Protezione Civile sarà coordinato in base alle zone e soprattutto differenziato per scenario possibile.
Vista la possibilità di una eruzione, che potrebbe però essere di intensità bassa, i cittadini sono stati avvertiti in merito alle istruzioni ed al comportamento da tenere.
Le esercitazioni per gli scenari 1 e 2 cioè danni agli edifici da lievi a moderati sono state già fatte lo scorso 22 aprile. Il prossimo 31 maggio si terrà invece la prova di simulazione dello scenario 3, cioè se dovesse aumentare la criticità con forti deformazioni del suolo.