Il nuovo capitolo che si apre sulla cosiddetta trattativa Stato-mafia dopo le stragi del 1993 che vede ancora coinvolto l’ex capo dei Ros, il Generale Mori, oggi di nuovo indagato, inaugura l’ennesimo fronte con politica e magistratura una contro l’altra. Dopo l’annuncio dato dall’85enne Generale dei carabinieri in pensione del fatto che contro di lui, questa volta, si è mossa la procura di Firenze con le accuse di strage, associazione mafiosa, terrorismo internazionale ed eversione dell’ordine democratico in seguito agli attentati di Firenze, Milano e Roma del 1993, il ministro della Difesa Guido Crosetto (FdI) e il vicepresidente della Camera Giorgio Mulè (Forza Italia) hanno attaccato in maniera molto dura le toghe.
Stragi del 1993 e trattativa Stato-mafia: generale Mori indagato, il ministro Crosetto: “La casta dei magistrati lo vuole distruggere”
Guido Crosetto, dopo l’annuncio dato stamattina dal Generale Mori di essere di nuovo indagato per le stragi del 1993 e la trattativa Stato-mafia, ha esternato la sua solidarietà nei confronti del Generale Mori con un post su X in cui attacca violentemente i pubblici ministeri di Firenze:
“E’ stata aperta una nuova indagine contro il Generale Mario Mori, per le stragi mafiose del 1993. Del 1993!! Stragi mafiose!! Non ci si poteva accontentare di avergli reso la vita un calvario per decenni; non si poteva accettare il fatto che fosse stato assolto da ogni contestazione gli avessero mosso. Non si poteva consentire che, a 85 anni, potesse vivere con serenità la sua vita, come merita un servitore dello Stato come lui. No, occorreva dimostrare che chi sfida il potere di alcuni , chi non si inchina alle logiche della casta, deve essere distrutto. Perchè tutti devono sapere quanto sia grande il potere di far male a chiunque, di cui dispongono alcuni”.
Poi il ministro ha continuato così:
“Ha sbagliato forse a raccontare in tv l’assurdità della sua vicenda giudiziaria? Queste cose non dovrebbero accadere nelle democrazie. Queste cose non sono accettate in nessuna democrazia compiuta. Questi sono atti che si vedono nelle autocrazie, sono la dimostrazione che la legge non è uguale per tutti e che le garanzie costituzionali non valgono per alcune persone”.
Queste parole sono destinate a inasprire ancora di più i rapporti tra Governo e magistratura, proprio ora che il ministro della Giustizia Carlo Nordio è pronto a presentare la sua riforma che prevede la separazione delle carriere di giudice e pm.
Mori indagato, il vicepresidente della Camera Giorgio Mulè: “Le accuse contro di lui un orribile necrologio”
Che il tweet del ministro Crosetto annunci un nuovo scontro tra Governo e magistratura proprio ora, quando è in dirittura d’arrivo la riforma della giustizia, lo dimostrano anche le parole di un altro big del centrodestra: il vicepresidente della Camera Giorgio Muè, il cui partito, Forza Italia, è il più determinato a giungere alla separazione delle carriere, anche se questo significa mettersi in netta contrapposizione con l’Anm:
“L’enormità e l’abnormità dell’accusa mossa dalla procura di Firenze contro il Generale dei carabinieri Mario Mori equivale a un orribile necrologio in vita verso un leale servitore dello Stato. Si vuole forse che su Mori rimanga lo stigma di ‘indagato’ per offuscarne la memoria: è da oltre vent’anni che Mori passa il suo tempo spazzando via i fantasmi di inchieste che ne hanno sempre decretato la sua totale e assoluta estraneità”
Poi il rappresentante di Forza Italia conclude così:
“Lo conobbi oltre trentacinque anni fa quando combatteva nella trincea di Palermo: oggi, a 85 anni, la vetta di ignominia per chi come Mori ha obbedito al giuramento di fedeltà alla Repubblica tocca il punto più alto con la contestazione dei reati di strage, associazione mafiosa e associazione con finalità di terrorismo internazionale ed eversione dell’ordine democratico. Non siamo più all’accanimento, siamo davanti alla tortura di un cittadino italiano al cui cospetto questo Paese dovrebbe solo inchinarsi”.