Che cos’è e cosa si intende per allattamento a rischio? Non è da sottovalutare sui fattori e sui mesi di durata.

Fattori e cosa si intende per allattamento a rischio

L’allattamento è una fase cruciale nella vita di una madre e del suo bambino, ma in alcune circostanze può essere classificato come “a rischio”. Questo termine può generare preoccupazioni e domande tra le neomamme e le donne in attesa. Quindi cosa si intende per allattamento a rischio?

L’allattamento a rischio si riferisce a situazioni in cui la salute della madre, del bambino o di entrambi potrebbe essere compromessa durante il periodo dell’allattamento. Questo può includere condizioni mediche preesistenti, complicazioni post-partum, problemi di salute del neonato o difficoltà specifiche legate all’allattamento stesso. L’obiettivo è garantire la sicurezza e il benessere di entrambi, fornendo il supporto e le cure necessarie per affrontare eventuali rischi.

Quali sono le donne che possono richiederlo

Le donne che possono richiedere il riconoscimento dell’allattamento a rischio includono quelle che presentano condizioni mediche particolari che potrebbero influenzare negativamente la capacità di allattare in modo sicuro. Alcuni esempi includono:

  • Complicazioni post-partum: come emorragie severe, infezioni o interventi chirurgici significativi.
  • Condizioni mediche croniche: come diabete, ipertensione, malattie cardiache o renali.
  • Disturbi psicologici: come depressione post-partum o disturbi d’ansia gravi.
  • Problemi specifici dell’allattamento: come mastite ricorrente, ragadi profonde o ingorghi mammari severi.
  • Neonati con bisogni speciali: come neonati prematuri, con basso peso alla nascita o con condizioni mediche che richiedono cure particolari.

Come si richiede

Per richiedere il riconoscimento dell’allattamento a rischio è necessario seguire una procedura specifica che coinvolge diversi passaggi:

  • Consultazione medica: La prima tappa è parlare con il proprio medico o ginecologo. È fondamentale che il medico valuti la situazione e confermi la presenza di condizioni che giustificano la classificazione di allattamento a rischio.
  • Certificazione medica: Il medico dovrà rilasciare un certificato che attesti le condizioni di salute della madre o del bambino che rendono l’allattamento a rischio. Questo certificato sarà fondamentale per le fasi successive della procedura.
  • Richiesta formale: La madre deve presentare una richiesta formale al proprio datore di lavoro o all’ente previdenziale (come l’INPS in Italia), allegando il certificato medico. Questa richiesta deve essere presentata il prima possibile per garantire il riconoscimento tempestivo del periodo di allattamento a rischio.
  • Approvazione: Una volta presentata la richiesta, l’ente competente valuterà la documentazione e, se riconosciuta valida, concederà i benefici previsti per l’allattamento a rischio, che possono includere permessi speciali, congedi retribuiti o altre forme di supporto.

Sino a quanti mesi si può considerare a rischio

Il periodo di allattamento a rischio può variare a seconda delle circostanze specifiche e delle normative locali. Generalmente, può essere considerato a rischio per i primi sei mesi di vita del bambino, ma in alcune situazioni può estendersi fino al compimento del primo anno di vita. Questo dipende dalla gravità della condizione medica e dalla necessità di supporto continuo per garantire la sicurezza e il benessere di madre e bambino.

Come comportarsi

Gestire un periodo come questo richiede attenzione e cura. Ecco alcuni comportamenti e strategie da adottare:

  • Segui le indicazioni mediche: È essenziale seguire scrupolosamente le indicazioni del medico per gestire la propria condizione e garantire un allattamento sicuro.
  • Monitoraggio costante: Tenere sotto controllo la propria salute e quella del bambino con visite regolari dal medico.
  • Riposo adeguato: Assicurarsi di avere abbastanza riposo e recupero, poiché la stanchezza può aggravare le condizioni di rischio.
  • Supporto emotivo: Cercare il sostegno di familiari, amici o gruppi di supporto per gestire lo stress e le sfide emotive legate all’allattamento a rischio.
  • Alimentazione e idratazione: Mantenere una dieta equilibrata e una buona idratazione per supportare la propria salute e la produzione di latte.