RCS Sport, comitato organizzatore del Giro d’Italia 2024, è bersaglio di critiche da parte dei corridori che stanno affrontando la corsa rosa. La decisione iniziale di far sfilare la carovana a Livigno, località di partenza della sedicesima tappa prevista per oggi, martedì 21 maggio 2024, nonostante i due gradi e la neve mista a pioggia che stava scendendo fin dalle prime ore del mattino, non è stata accettata dai ciclisti, che sono rimasti nelle macchine delle proprie squadre fino a che non è stato reso noto che la tappa odierna sarebbe partita ai piedi dello Stelvio, per proseguire la corsa verso Santa Cristina Valgardena.
Giro d’Italia, piovono critiche dai corridori
Tra le critiche che si sono riversate sulla corsa rosa, ci sono soprattutto quelle di Tadej Pogacar e Ben O’Connor, rispettivamente il primo e il quarto corridore della classifica generale. Le critiche nei confronti dell’organizzazione del Giro d’Italia derivano proprio dal fatto che si è pensato, in un primo momento, di far sfilare i corridori a velocità neutralizzata per 18 km lungo le vie di Livigno. I corridori sarebbero poi saliti in macchina per raggiungere prima Prato allo Stelvio, poi invece è stato fatto il nome della località di
Spondigna. Infine, la decisione che la corsa sarebbe partita da Lasa alle 14.25 in direzione santa Cristina Valgardena. Un avvio di terza settimana diffide per il Giro d’Italia 2024 che domenica si concluderà a Roma: la lotta alla maglia rosa sembra essere ormai chiusa, con Tadej Pogacar saldamente al comando della classifica generale, ma tanti corridori hanno preparato la corsa con l’obiettivo di vincere una tappa, e questa terza settimana può essere ghiotta per tutti.
Giro d’Italia 2024, le critiche di Pogacar
Il primo a muovere una critica importante nei confronti di RCS Sport è stato proprio Tadej Pogacar, corridore che veste la maglia rosa, intervistato ai microfoni della Rai.
“Non è possibile presentarsi alla partenza senza sapere che fine farà la tappa. I bus sono già andati via. Ieri era il giorno di riposo, ci sarebbe stato tempo per organizzare meglio la tappa, ma disegnata così come è non va bene. Capisco un possibile arrivo in salita sull’Umbrailpass, ma c’è da fare poi una lunga discesa. Come si fa a farla con la neve? Il comitato organizzatore del Giro d’Italia avrebbe potuto disegnare meglio la tappa”.
O’Connor: “Vorrei vedere gli organizzatori nei panni dei corridori”
Nelle sue dichiarazioni, Tadej Pogacar fa riferimento al fatto che già da giorni era stata resa nota la notizia che lo Stelvio non si sarebbe potuto affrontare. E’ stato invece deciso di salire fino all’Umbrailpass, posto a 4 km dalla vetta dello Stelvio, in quanto in cima è ancora molto forte il pericolo valanghe. Anche Ben O’Connor, corridore della Decathlon Ag2r La Mondiale, si è levato in maniera critica contro il comitato organizzatore del Giro d’Italia dopo l’iniziale decisione di far partire comunque la corsa da Livigno, nonostante il meteo.
“Questa è una delle corse organizzate peggio. Tutto questo non succederebbe mai nel 99 per cento delle altre situazioni. È un peccato che nel 2024 ci siano ancora dei dinosauri che non vedono il lato umano delle cose. Già qui ci sono 5 gradi e piove dirotto, lassù sta già nevicando ora e quindi credo sia chiaro che si debba stare più bassi e fare solo il finale della tappa. Queste però sono limitazioni cui vai incontro quando hai una tappa in cui puoi solo andare a 2500 metri di altitudine per lasciare la partenza. Vorrei vedere gli organizzatori nei panni dei corridori, salire in sella, e prendere il via di questa tappa, per vedere poi cosa dicono dopo un paio d’ore“.
Le parole di Mauro Vegni
Il direttore del Giro d’Italia, Mauro Vegni, ha difeso le scelte, che sono sempre state condivise con il sindacato dei corridori.
“C’è neve, quindi non possiamo fare lo Stelvio. Ripartiremo dopo la discesa, a Prato allo Stelvio verrà data nuova partenza. Il problema è che la montagna, come tale, ora per ora può cambiare temperatura o condizioni, quindi fino all’ultimo momento non sai la decisione da prendere. Ma noi avevamo già deciso e avevamo fatto tre casi sui quali ci saremmo dovuti confrontare questa mattina. Visto come è andata, abbiamo deciso per la terza soluzione, ovvero ripartire da Prato allo Stelvio. Credo che quello che abbiamo fatto è un compromesso giusto tra quello che volevano loro e quello che volevamo noi, decisioni che rendano contenti anche i comuni che hanno speso soldi per avere questa manifestazione. Bisogna sempre trovare il giusto compromesso”.