Trema la terra sotto i Campi Flegrei, nella giornata di ieri 20 maggio 2024 si è verificata una scossa di terremoto di magnitudo 4.4, la più forte mai registrata negli ultimi quarant’anni. Nel frattempo aumenta la paura nei cittadini dell’area flegrea: molte persone sono scese in strada nella serata di ieri e si torna a parlare di una possibile ripresa dell’attività del super vulcano.
Per ora questa possibilità sembra remota o perlomeno imprevedibile. Il vulcanologo dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia Sandro De Vita ha spiegato a Tag24 cosa potrebbe accadere nel breve periodo e quali potrebbero essere i rischi concreti per l’area flegrea.
Il vulcanologo Sandro De Vita: “Non c’è il rischio di un’eruzione imminente”
Continuano le operazioni da parte delle autorità nei comuni dei Campi Flegrei. Diversi i rilievi svolti su molti edifici che potrebbero essere stati danneggiati dalle scosse di terremoto di ieri mentre tantissime persone sono scese in strada. Altri residenti hanno cercato di allontanarsi dalla zona dove si sono verificate le scosse tra ieri ed oggi.
In un’intervista a Tag24, il vulcanologo dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia Sandro De Vita spiega cosa sta succedendo in questo momento vicino al vulcano più grande d’Europa e quali potrebbero essere i rischi in futuro per gli abitanti della zona. Nella zona è in corso da anni una crisi bradisismica.
D: Qual è la situazione attuale nei Campi Flegrei? C’è davvero da temere in questo momento?
R: “Non è molto diversa da quella degli ultimi mesi, è in corso una crisi bradisismica che va avanti dal 2005 e la situazione non è tanto diversa dal solito. Ieri sera si è verificato un terremoto di energia maggiore ma rientra nell’ambito della dinamica di questo fenomeno quindi collegato con la dinamica in atto nella caldera flegrea“.
D: Quali sono i segnali di una possibile eruzione e come vanno interpretati quelli che arrivano dai Campi Flegrei?
R: “Per avere informazione su una possibile eruzione è necessario tenere d’occhio tutti i parametri che possono dare informazione in questo senso. Non solo l’attività sismica ma anche la deformazione del suolo in termini di velocità e di geometria oltre alle caratteristiche geochimiche che calcoliamo in superficie: composizione e temperature delle fumarole, emissioni diffuse di CO2 al suolo. Altre informazioni arrivano da analisi fatte periodicamente come le variazioni del campo gravitazionale o elettromagnetico in superficie“.
“Non basta una sola variazione di un indicatore, serve che ci siano diverse variazioni. Attualmente non siamo in queste condizioni, ci interessa la variazione della sismicità e la velocità di deformazione del suolo che si mantiene simile a settembre 2023. Non abbiamo quindi indicazioni di ripresa dell’attività eruttiva”.
Il rischio di nuove scosse in futuro
D: Qualche mese fa si parlava di un cambio di colore dal giallo (‘Attenzione) all’arancione (‘preallarme’) dei Campi Flegrei. Perché è stato fatto un passo indietro?
R: “L’Ingv non si occupa del cambio di colore, questo compete alle autorità. Per quello che riguarda i parametri da noi osservati non c’era nessun rischio”.
D: In una possibile eruzione flegrea potrebbe essere coinvolto anche il Vesuvio?
R: “I due vulcani non sono connessi a livello di alimentazione superficiale, il comportamento dell’uno non influenza il comportamento dell’altro. Questa è una certezza che ci arriva dallo studio geologico dei due vulcani. I due sistemi sono diversi a livello di crosta superficiale e questo vale anche per l’isola d’Ischia”
D: Nel breve periodo cosa potrebbe succedere?
R: “Non ci aspettiamo grosse variazioni, scosse simili potrebbero continuare a verificarsi per un periodo di tempo che non conosciamo. Non ci sono evidenze in diminuzione, il fenomeno continuerà a presentarsi con sollevamento del suolo e attività sismica che lo accompagna”
D: Attualmente cosa stanno facendo le autorità?
R: “In questo momento le autorità stanno effettuando i rilievi, i terremoti sono di magnitudo medio bassa e non provocano crolli degli edifici ma alla lunga possono danneggiarli. Da qualche settimana è partito un programma dettagliato sulla vulnerabilità degli edifici e sulle possibili evacuazioni”
D: E per quanto riguarda i piani di emergenza? Sono adeguati?
R: “C’è un piano per un’eventuale emergenza vulcanica e uno per la crisi bradisismica. Si tratta di due emergenze diverse: il primo è valido per le conoscenze attuali, il secondo invece disciplina qualcosa che si evolve di ora in ora. Una valutazione del piano della crisi bradisismica non compete a noi che ci occupiamo degli aspetti scientifici del fenomeno”