Il mandato presidenziale di Volodymyr Zelensky è scaduto ufficialmente il 20 maggio. Le elezioni previste per la primavera del 2024 sono state rinviate a causa della guerra in corso dal febbraio 2022. Il presidente dell’Ucraina continuerà a rimanere in carica mentre è in vigore la legge marziale.
Fine mandato Zelensky, il presidente dell’Ucraina resterà al potere
Il 21 aprile di cinque anni fa, Volodymyr Zelensky aveva ottenuto una schiacciante vittoria contro il presidente uscente Petro Poroshenko, conquistando il 71,96 per cento dei voti al ballottaggio. In tempo di pace, il suo mandato presidenziale sarebbe scaduto il 20 maggio ma il parlamento ucraino ha rinviato il voto a causa della legge marziale, introdotta con l’inizio dell’invasione dell’Ucraina da parte della Russia.
Il presidente ucraino resterà al potere fino all’elezione del nuovo presidente dato che la costituzione prevede una transizione lineare. Il capo dello stato uscente quindi perde i suoi poteri solo dopo l’insediamento del presidente eletto.
La legittimità di Zelensky
Le disposizioni della costituzione creano le basi della legittimità, in questo caso, dell’amministrazione Zelensky. Oltre all’aspetto giuridico, però, il presidente ucraino continua a godere un ampio sostegno popolare anche se è diminuito dall’inizio del conflitto. La BBC indica che, nel 2022, circa il 90 per cento degli ucraini dichiarava di fidarsi di Zelensky, ad oggi circa il 65 per cento si fida alla giuda del presidente ucraino.
La mancanza di una data fissata per le prossime elezioni presidenziali e legislative è dovuta anche alle preoccupazioni riguardanti la sicurezza dei cittadini e l’accessibilità alle urne, considerando che circa un quinto del paese è attualmente occupato.
Il rinvio delle elezioni non sembra aver causato particolare scalpore nell’opinione pubblica ucraina. Secondo quanto riportato dal The Kyiv Post, un sondaggio condotto dall’Istituto Internazionale di Sociologia di Kiev nel settembre 2023 ha rilevato che oltre l’80 per cento dei cittadini riteneva che non fosse il momento giusto per tenere le elezioni.