“Io sono con la Palestina. E’ l’intera mia vita che lo testimonia ma non condivido affatto la richiesta di chiudere i rapporti con le università israeliane”. Oliviero Diliberto è stato ministro della Giustizia nel governo guidato da Massimo D’Alema dall’ottobre del 1998 alla primavera del 2000 e ora è preside della facoltà di Giurisprudenza della Sapienza di Roma. In una lettera aperta inviata alla comunità dell’ateneo ha espresso “pubblicamente e convintamente” solidarietà nei confronti della nostra rettrice Antonella Polimeni “per gli attacchi vergognosi e del tutto ingiustificati ricevuti da un variegato mondo pro Palestina composto anche da studenti Sapienza, ma certamente non solo da questi ultimi”.

Diliberto: “La Sapienza deve essere inclusiva e per un dialogo incessante”

Scrive Diliberto: “Sono schierato da sempre a favore della Palestina. L’ho testimoniato non sul pratone Sapienza, ma in territorio israeliano. Dove, diciamo così, i rischi erano un filino maggiori. Io e mia moglie abbiamo adottato a distanza due bambini palestinesi (ormai non più bambini), dei quali da ottobre non abbiamo più notizie, non sappiamo neppure se sono vivi. Ho ricevuto la Mezzaluna Rossa Palestinese quale riconoscimento per l’azione di cooperazione e aiuto concreto alle popolazioni palestinesi. Insomma io ho il cuore straziato, credetemi, per le stragi di Gaza più di chiunque altro”. E poi: “Condanno con altrettanta fermezza i massacri di Hamas, che non hanno nulla a che fare con la resistenza di un tempo dell’Olp di Arafat, che ho personalmente conosciuto e del quale sono rimasto leale amico sino alla fine. Nulla dell’azione dell’Olp è paragonabile al massacro di civili perpetrato da Hamas. La condanna deve essere inequivocabile”.

Il preside non condivide la richiesta di interrompere i rapporti con le università israeliane: “La nostra comunità scientifica deve sempre rimanere aperta ed inclusiva. Senza steccati, né muri, ma attenta a costruire ponti tra Paesi, civiltà, religioni, culture diverse, unite nell’obiettivo del dialogo incessante. Se il governo italiano dovesse compiere deprecabili azioni internazionali e le altre università del mondo ci volessero isolare, noi Sapienza che responsabilità avremmo per le azioni del governo? Ciò che non funziona è proprio assimilare le attività accademiche e scientifiche a quelle governative”. La ricerca, la scienza, lo studio sono mattoni che servono, appunto, per costruire ponti, sono strumenti potenti da utilizzare per combattere il rumore delle armi.

Stefano Bisi