Per la Giornata Mondiale IBD 2024, il 20 maggio 2024, presso l’Università degli Studi Niccolò Cusano di Roma, si è svolto il Convegno sulle Malattie Infiammatorie Croniche Intestinali, “Il paziente sempre al centro”. Tra gli oltre cinquanta relatori che sono stati presenti per la speciale occasione, è intervenuto anche il Professor Ettore D’Aleo, docente presso la facoltà di Psicologia e Scienze Motorie dell’Università degli Studi Niccolò Cusano.
Il Convegno ha avuto come focus l’analisi, il trattamento, la ricerca e le conseguenze piscologiche delle Malattie Infiammatorie Croniche Intestinali (MICI) e delle EnteroSpondiloArtriti (EsA). L’evento è stato organizzato dalla SIGR (Società Italiana di GastroReumatologia) e dall’ANPESA (Associazione Nazionale Pazienti con EnteroSpondiloArtrite).
Tag24 ha approfondito gli argomenti trattati durante il corso del Convegno con il Professor D’Aleo, ponendo una particolare attenzione sulle conseguenze a livello psicologico nei pazienti, l’impatto nella vita quotidiana e i pregiudizi, legati a questo tema, che ancora esistono nella società.
Giornata Mondiale IBD 2024, il Convegno all’UniCusano: quali sono le malattie croniche intestinali?
Il Professor D’Aleo ha offerto una prospettiva generale degli argomenti trattati in occasione del Convegno il Convegno sulle Malattie Infiammatorie Croniche Intestinali, “Il paziente sempre al centro”:
“Oggi si è tenuta presso l’Università Cusano la giornata mondiale delle IBD. Questo convegno è stato voluto dalla società scientifica SIGR e ANEPSA. In questa giornata abbiamo cercato di riassumere, con la dicitura “il paziente sempre al centro”, proprio l’importanza che ha il paziente all’interno delle nuove metodologie multidisciplinari, portate avanti ormai da qualche anno. Quello che conta di più, ad oggi, è l’approccio di tipo psico-sociale, quindi la malattia non vista solo come tale, il paziente visto a tutto tondo, con un focus su quelli che sono gli interessi della sua vita. Cerchiamo di capire come questa malattia può essere impattante non solo da un punto di vista fisico, ma anche da psicologico e quindi tutti i problemi che questi tipi di malattie infiammatorie croniche possono restituire al paziente. Anche da punto di vista sociale”.
D: Cosa si intende con la dicitura IBD? Quali sono le malattie croniche intestinali?
R: Quando noi parliamo di IBD, o meglio dette malattie infiammatorie croniche intestinali, intendiamo quelle che fanno riferimento, per essere più concreti, a coliti ulcerose o a morbo di Crohn. Sono delle patologie che vengono ancora ritenute relativamente rare. In Italia ne soffrono più di 200.000 persone e sono incredibilmente in aumento. Oggi abbiamo una maggiore attenzione al problema. Queste malattie hanno una fase di incubazione molto lunga e spesso è anche difficile poterle diagnosticare.
Rappresentano un insieme di malattie epatologiche e il più importante di questo gruppo di patologie è quello che fa riferimento a quelle gastroenterologiche, mentre quando parliamo di enterospondiloartrite andiamo a parlare di quelle che sono invece tutte le malattie legate alla parte della reumatologia.
La colite ulcerosa è una malattia infiammatoria cronica intestinale che va ad interessare la mucosa del colon. Questa è caratterizzata da un’infiammazione superficiale che può addirittura estendersi per continuità, fino ad interessare tutte le porzioni prossimali del colon, a partire ad esempio dal retto. Quando questo viene coinvolto parliamo di rettocolite ulcerosa. Quando invece andiamo a fare riferimento alla malattia di Crohn, si tratta di una patologia infiammatoria cronica intestinale che va a interessare, a tutto spessore, la parete del tubo.
L’enterospondiloartrite interessa più la parte della reumatologia e consiste in una manifestazione infiammatoria delle articolazioni associate a disturbi cronici dell’intestino come il morbo di Crohn. Colpisce quella che è la colonna vertebrale e si caratterizza per l’assenza, ad esempio, in alcuni individui predisposti geneticamente del fattore reumatoide nel sangue.
L’impatto delle malattie IBD sulla sfera emotiva, D’Aleo: “Sono ancora un tabù per la società”
D: Queste malattie hanno un impatto sulla vita delle persone a livello psicologico? Come sono considerate all’interno della società?
R: Durante il convegno abbiamo parlato anche della componente emotiva, quindi di come la parte psicologica viene coinvolta. Molto spesso persone che hanno questo tipo di malattie infiammatorie croniche, pensano di avere una vita che è praticamente decimata, non sentono più di poter essere liberi e condurre un’esistenza “normale”.
Si sentono limitate nei movimenti, se intendiamo la parte reumatologica, e in tutti quelli che sono i processi giornalieri di vita di ogni persona, dall’andare al ristorante, a fare una gita fuori porta, perché magari si ha la necessità di andare in bagno. In molte situazioni non è facile trovare dei bagni pubblici.
Poi il Professore ha continuato:
“A seguire, nel convegno c’è stata una sessione di ingegneria biomedica con alcuni professionisti, in cui abbiamo analizzato l’importanza degli strumenti diagnostici e di chirurgia plastica nella gestione dei malati con l’IBD. Si stanno facendo anche dei passi da gigante. Poi nel Convegno abbiamo affrontato due aspetti spesso sottovalutati: in primo luogo quello economico, perché queste malattie costano e non poco, alcuni dei farmaci necessari hanno prezzi alti.
In secondo luogo la parte legale della giurisprudenza, dove abbiamo affrontato tutto quello che è l’aspetto medico-legale delle invasività, del riconoscimento della 104, di quello che è il diritto dell’inclusione. Una giornata di spunti di riflessione, con tanta partecipazione e numerosi interventi. Come Università Cusano, siamo stati i primi a portare avanti un progetto del genere.
Non era mai stato fatto un convegno che andasse a racchiudere tutte queste branche della medicina e l’aspetto giurisprudenziale, economico, sociologico, pedagogico, della formazione. C’è stata anche una parte dedicata anche ai bambini più piccoli, affetti da IBD, e quindi abbiamo visto come molto spesso la scuola ha grandi difficoltà di gestione di tali situazioni”.