La nave-laboratorio Elettra, teatro di numerosi esperimenti di telegrafia senza fili condotti da Guglielmo Marconi tra le due guerre mondiali, ha un’epopea lunga e complessa. Originariamente costruita nei primi anni del XX secolo in Scozia dai cantieri Ramage & Ferguson Ltd. con il nome di Rovenska, passò attraverso diverse mani prima di giungere in proprietà a Marconi, che le diede il nome della figlia nata dal suo secondo matrimonio.
Varata nel 1904 come Rovenska per conto di Carlo Stefano d’Austria, la nave venne impiegata dalla Marina Austro-Ungarica fino al 1909. Successivamente, fu venduta e ribattezzata più volte, fino a finire nelle mani di Marconi nel 1919, al costo di 21.000 sterline.
Sotto la guida di Marconi, l’Elettra fu trasformata in un laboratorio scientifico e battezzata ufficialmente il 27 ottobre 1921. Fu protagonista di importanti esperimenti nel golfo del Tigullio, che portarono alla denominazione ufficiale di “golfo Marconi”. Viaggiò per mari e oceani negli anni ’20 e ’30, fino a quando, alla morte dello scienziato nel 1937, venne acquistata dal Ministero delle comunicazioni italiano.
Che fine ha fatto la nave Elettra di Marconi?
La nave Elettra, celebre per le sue pionieristiche esplorazioni nelle onde, è stata disarticolata e dispersa in varie città d’Italia. Guglielmo Marconi, il cui genio è stato lodato da D’Annunzio come il mago dei segnali che solcava gli spazi e infondeva vita nei muti enigmi, la impiegò per le sue sperimentazioni sulla telegrafia senza fili fino alla fine dei suoi giorni. Dopo l’8 settembre 1943, la nave fu sequestrata dai tedeschi e convertita in una nave da combattimento.
Nel mese di gennaio del 1944, incagliò sul basso fondale nei pressi di Zara. Recuperata nel 1962 e ricondotta a Trieste, da allora sono stati intrapresi diversi progetti per il suo restauro, ma purtroppo si è conclusa con la dolorosa dissoluzione.
La prua è stata trasportata a Venezia, mentre la poppa ha trovato collocazione a Roma, le sofisticate attrezzature sono state portate a Milano. Perfino un frammento è stato posizionato nei giardini di villa Griffone a Pontecchio, la residenza che ospita la Fondazione Marconi.
Le varie parti dell’Elettra sono oggi esposte in diversi luoghi: Trieste, Muggia, Milano, Piana del Fucino, Pontecchio Marconi, Roma, Santa Margherita Ligure, Venezia, La Spezia e persino Sydney.