Nel 1937, Guglielmo Marconi era ancora fortemente impegnato nelle ricerche sulle microonde, al punto da confidare al suo amico e collaboratore Solari, poche ore prima di morire: “In questo campo c’è ancora molto da fare: vorrei avere l’energia di una volta… Quell’energia che ora non ho più”. Purtroppo, già dal 1936, i problemi cardiaci (pseudoangina pectoris) avevano iniziato a causargli preoccupazioni. Le cure attente del professor Frugoni gli permettevano comunque, dopo brevi periodi di riposo, di riprendere le sue attività di ricerca e sperimentazione.
Guglielmo Marconi: causa morte
La mattina del 19 luglio 1937, Marconi accompagnò la moglie, marchesa Maria Cristina, alla stazione Termini di Roma, dove partiva per Viareggio per raggiungere la figlia Elettra, che il giorno successivo avrebbe compiuto sette anni. Marconi le avrebbe raggiunte il giorno seguente per poi andare tutti insieme a Genova e imbarcarsi sull’Elettra per una nuova serie di esperimenti sulle onde corte, ma il Destino aveva altri piani.
Nel pomeriggio dello stesso giorno, Marconi avrebbe dovuto incontrare Mussolini, ma iniziò a sentirsi male. Mentre il suo segretario Di Marco annullava l’appuntamento, il suocero chiamava il medico. Sembrava una delle crisi cardiache passeggeri di cui aveva già sofferto, ma in tarda serata le sue condizioni peggiorarono improvvisamente. Guglielmo Marconi si spense alle 3:45 del 20 luglio 1937, nella sua casa di via Condotti n. 11 a Roma, assistito dal suocero e dal professor Frugoni. La moglie Maria Cristina, informata quando la situazione peggiorò, arrivò a Roma poche ore dopo.
I funerali
Il 21 luglio, il corpo di Marconi, vestito con la divisa di Accademico d’Italia, fu trasportato al palazzo della Farnesina, sede dell’Accademia d’Italia, di cui era Presidente, per permettere a tutti, personalità e cittadini comuni, di rendere omaggio al grande inventore.
Telegrammi e messaggi di cordoglio arrivarono alla moglie dal Papa e da molte personalità italiane e straniere. A Milano, il giornale Il Popolo d’Italia e molti quotidiani negli Stati Uniti uscirono in edizioni straordinarie.
Le stazioni radio di tutto il mondo ricordarono l’inventore della radio. La Broadcasting Company, la più grande società di radiodiffusione degli Stati Uniti, lo celebrò con discorsi delle più autorevoli personalità della scienza e dell’arte del Nord America.
I funerali si svolsero a Roma il 22 luglio 1937 alle ore 18. In quel momento, le stazioni di radiodiffusione e le stazioni radiotrasmittenti commerciali di tutto il mondo si fermarono: negli USA per un minuto, nell’Impero britannico per due minuti, in Italia per cinque minuti.
Il corteo funebre partì dalla Farnesina e, attraverso un lungo percorso per le strade di Roma, raggiunse la chiesa di Santa Maria degli Angeli, a piazza Esedra, vicino alla stazione Termini, dove si svolse la cerimonia funebre, alla quale partecipò una grande folla. Marconi aveva espresso il desiderio di essere sepolto a Bologna e, al termine della cerimonia, la salma fu trasportata su un treno verso la città natale dello scienziato, dove arrivò nelle prime ore del 23 luglio.
A Bologna tutto era pronto per accogliere le spoglie del celebre concittadino, nato in via delle Asse il 25 aprile 1874. I giornali dell’epoca scrissero che una manifestazione di cordoglio così profonda e generale non si vedeva dai funerali di Giosuè Carducci. Il corteo funebre partito dalla stazione ferroviaria attraversò via Indipendenza fino a Piazza Maggiore (allora piazza Vittorio Emanuele); lungo il percorso, ali di folla lanciavano fiori al passaggio del feretro. Il carro funebre avanzava lentamente trainato da sei cavalli neri, preceduto dalla banda della Milizia Ferroviaria che suonava la marcia funebre di Chopin, mentre numerosi aerei sorvolavano il cielo in segno di saluto a Marconi. In Piazza Maggiore, ad attendere il feretro c’erano la moglie di Marconi, marchesa Maria Cristina Bezzi Scali, con i suoi genitori e la figlia Gioia. Il figlio Giulio, che si trovava negli Stati Uniti, era rappresentato dal Marchese Solari. Tra le varie rappresentanze c’era anche quella di Sasso Bolognese, con il commissario prefettizio Pietro Ospitali e numerosi cittadini e rappresentanti di associazioni e asili.
Dove è sepolto Guglielmo Marconi?
Il rito funebre si svolse nella Basilica di San Petronio, gremita di folla, e fu officiato dal Cardinale di Bologna Nasalli Rocca. Al termine della cerimonia, la salma venne trasportata, sempre tra due ali di folla commossa, al cimitero della Certosa.
Le sue spoglie riposano ora a Sasso Marconi, in un mausoleo presso la casa paterna di Villa Griffone, che ospita anche un museo e una fondazione dedicati a lui.
Dopo la morte di Marconi, le iniziative per onorare la memoria dello scienziato e delle sue invenzioni si moltiplicarono sia in campo politico che scientifico.