Peculato, truffa aggravata ai danni dell’Assemblea regionale siciliana e false attestazioni sulla presenza in servizio di un dipendente pubblico. Questi i reati contestati all’ex presidente dell’Ars, attuale deputato regionale di Forza Italia Gianfranco Miccichè, che risulta indagato. Oggi, 20 maggio 2024, gli è stato notificato il divieto di dimora nel comune di Cefalù.
Indagato inoltre Maurizio Messina, assistente parlamentare con funzioni di autista di Miccichè, come reso noto dal procuratore capo di Palermo, Maurizio De Lucia. Per lui disposto l’obbligo di dimora nei comuni di Palermo e Monreale.
Gianfranco Micciché indagato insieme al suo autista: peculato, truffa e false attestazioni contestati a vario titolo
Gianfranco Miccichè era al centro di un’inchiesta che ha rivelato come, “in via gravemente indiziaria”, il politico utilizzasse l’auto blu per scopi puramente personali
propri o della cerchia di familiari, amici e conoscenti, con la distrazione del bene dalla finalità pubblicistica impressa.
Stando alle carte, l’ex presidente Ars avrebbe usato l’auto blu per andare in pescheria e una volta addirittura per accompagnare il gatto dal veterinario. In un altro episodio l’autista si sarebbe recato da Cefalù a Palermo per portare una tanica di benzina alla moglie del politico, rimasta a secco.
Con la stessa ordinanza, sottolinea sempre nella nota il procuratore di Palermo, è stato disposto anche il sequestro preventivo di disponibilità finanziarie per un valore complessivo di circa 24 mila euro,
quale profitto dei reati di peculato, truffa aggravata ai danni dell’Assemblea Regionale Siciliana e false attestazioni sulla presenza in servizio del dipendente pubblico, a vario titolo contestati.
Il provvedimento è stato emesso sulla scorta degli “elementi probatori acquisiti in fase di indagine preliminare”. I fatti sono avvenuti a partire da marzo 2023 e fino allo scorso novembre: sono 33 gli episodi presi in considerazione.
Appare evidente come Miccichè abbia, mediante una gestione arbitraria e del tutto personalistica dell’autovettura, disposto a suo piacimento della stessa e del relativo autista, adibendo di volta in volta quest’ultimo a conducente, a corriere, a portaordini, a trasportatore
prosegue ancora il gip.
Non v’è chi non veda come sia stata sviata la funzione istituzionale dell’automezzo, specie considerando che ogni viaggio comportava un impegno dello stesso per almeno quattro ore (durata che, per come emerso in relazione agli altri capi di imputazione, consentiva all’autista di ottenere una retribuzione supplementare per l’attività effettuata). Non c’è da stupirsi, allora, che l’autista in primis, specie nel periodo successivo al clamore suscitato dall’arresto dello chef Di Ferro, si dolesse per l’uso e l’abuso dell’auto blu, e per questo riflettesse sulla necessità di parlare a Miccichè e dirgli: ‘Presidente, amu a fari casa, chiesa e ufficio, non possiamo fare altro, finiu tutto quello che faceva prima … Magari qualche cazzata in più … Taglio i ponti a tutti, mi siddiò’.
Micciché intercettato: “Stai tranquilla sul peculato”
Stai tranquilla che sul peculato, proprio, na puonnu (ce la possono, ndr) sucare altamente.
Queste le parole che Giovanni- detto Gianfranco- rivolgeva a una sua collaboratrice il 4 luglio del 2023, nel corso di un’intercettazione.
La donna, infatti, lo stava mettendo in guardia sulle indagini che la Guardia di Finanza stava portando avanti sull’Ars e in particolare sull’uso delle auto blu.
Lo scorso anno Miccichè è stato coinvolto nello scandalo della droga della “Palermo bene”.
Miccichè: “Io e il mio staff operato sempre con rigore”
Gianfranco Miccichè, dal canto suo, respinge le accuse, assicurando che chiarirà la sua posizione.
Io e il mio staff abbiamo sempre lavorato e agito con la massima trasparenza e rigore. Sono pronto a chiarire tutto davanti gli organi competenti
ha affermato.