Federico Ruffo sull’Ingiustizia Sportiva ne sa molto. Qualche tempo fa, infatti, il giornalista di Report e conduttore di “Mi Manda Rai3” fece un’inchiesta su un periodo poco chiaro della Juventus sollevando un polverone mediatico. Ora allarga le sue valutazioni alla Serie A più in generale proponendo un libro scritto a quattro mani con Jacopo Ricca ed edito da Mondadori, dove spiega perché, secondo lui, esiste un sistema che andrebbe portato alla luce del sole. Lo ha fatto ospite del morning show condotto da Bussoletti e Arianna Caramanti tutti i giorni dalle 6 alle 9. Un’intervista che è stata anche mandata in tv sul canale 122 del digitale terrestre. Ecco i passaggi più importanti della chiacchierata.

Federico Ruffo Ingiustizia Sportiva, le dichiarazioni di Cristiano Doni

“Le società di calcio hanno facoltà di congelare i pagamenti degli stipendi di un calciatore se si sospetta che abbia a che fare con scommesse illecite. Nel caso di Cristiano Doni, l’Atalanta, ora in stato di grazia, lo paga invece fino all’ultima giornata nonostante il centrocampista fosse reo confesso di aver acquistato delle partite, a titolo personale, per aiutare la squadra a salire in Serie A. La cosa ci aveva insospettito e siamo andati a chiederla a Cristiano stesso, che abbiamo trovato su una spiaggia di Maiorca dove ha aperto un chiringuito. Lui, che in un primo momento non sapeva che lo stavo registrando, mi ha raccontato di essersi preso delle colpe che non erano sue ma che ormai andava bene così e che non voleva più parlarne. Nel libro ne parliamo a fondo.”

Federico Ruffo Ingiustizia Sportiva, il senso del libro

“Negli ultimi 40 anni il numero di processi sportivi attorno al calcio è cresciuto esponenzialmente. Ci siamo chiesti cosa non funzionasse per cui ci siamo andati a rivedere le carte dei processi più importanti ed è emerso che il calcio ha fretta. O meglio, ha fretta la giustizia sportiva che deve pronunciarsi entro la fine della stagione o, al massimo, entro l’inizio del campionato successivo e questo rende probabile il fatto che le cose non vengano fatte come andrebbero. Un esempio mostruoso è quello di Paolo Rossi che, se non fosse stato voluto da Bearzot al Mondiale, avrebbe avuto tutta un’altra storia. Che le cose non andarono come raccontò la sentenza lo disse tempo fa il compianto Oliviero Beha che allora nessuno lo ascoltò. Noi nel libero raccontiamo che abbiamo scovato il grande accusatore di Rossi a Londra dove fa lo chef e che lui ci ha fornito una serie di elementi per cui è chiaro che quelle immagini andavano interpretate in altro modo.” che ora fa lo chef a Londra le cose non sono andate come dissero e nel libro spieghiamo che non come vertenza.”

La generazione di Fagioli e Tonali

“La storia di Niccolò Fagioli e Sandro Tonali è una storia esemplificativa perché sono ragazzi predestinati con piedi fantastici e ottime carriere avviate. Ma sono anche campioni molto soli. A dodici, tredici anni si ritrovano lontani da casa senza la famiglia e senza gli amici e questo sembra aver creato, in questa nuova generazione, un senso di sconforto. Bisogna anche dire che fanno una vita bellissima e che si chiede solo di non scommettere sul calcio. C’è di peggio.”

Ecco qua il podcast dell’intera intervista di Federico Ruffo:

https://www.radiocusanocampus.it/it/federico-ruffo-ingiustizia-sportiva

Ecco la copertina di “Ingiustizia Sportiva” di Federico Ruffo e Jacopo Ricca:

Federico Ruffo Ingiustizia Sportiva