Genesis, la piattaforma fallita all’inizio del 2023, restituirà il 77% del patrimonio dei clienti, per un valore pari a 3 miliardi di dollari. A stabilirlo è il piano di liquidazione presentato dall’azienda che è stato approvato dal tribunale incaricato.

Le piattaforme di negoziazione dei sinistri fallimentari inizialmente prevedevano che i rimborsi si sarebbero fermati al 35%. Il piano va quindi largamente oltre queste previsioni. Ora occorre solo capire se si tratta del classico bicchiere mezzo vuoto o mezzo pieno.

Genesis, inizia la stagione dei rimborsi: 3 miliardi sono a disposizione dei clienti danneggiati dal crac

Anche per Genesis, la piattaforma crypto fallita nel gennaio del 2023, nel pieno della crisi scatenata dal crollo di FTX e Three Arrows Capital, è iniziata la stagione dei rimborsi. Ad essere rimborsate saranno il 77% delle richieste dei clienti rimasti coinvolti nel fallimento. Siamo quindi su valori largamente inferiori a quanto spetterà invece agli ex utenti di FTX.

Genesis Global Holdco LLC, la holding di Genesis, e le sue controllate, hanno presentato istanza di protezione dal fallimento secondo il Chapter 11. Si tratta della legge che regola le istanze di fallimento negli Stati Uniti, a New York nel gennaio 2023. Le perdite causate dall’evento sono state valutate in oltre 3,5 miliardi di dollari, dovuti ai 50 principali creditori.

Se non c’è molto da gioire per gli interessati, occorre comunque sottolineare come sia stato spazzato via l’iniziale scetticismo. Molti, infatti, avevano pronosticato che non ci sarebbero stati risarcimenti, mentre altri avevano esternato i propri dubbi sulla tempestività della procedura fallimentare. Entrambe le ipotesi sono state fugate, anche un 23% delle risorse presenti sulla piattaforma al momento del crollo sono comunque andate in fumo.

Ad oggi, le richieste di Genesis per Bitcoin o Ether sono scambiate tra il 97 e il 110% per richieste superiori a 10 milioni di dollari, mentre le richieste inferiori a 1 milione di dollari lo sono tra il 74 e il 94%. Si attesta invece tra l’89 e il 91% il valore per le richieste relative a valuta fiat o stablecoin per i conti Genesis di valore compreso tra 1 e 10 milioni di dollari e tra il 73 e l’88% per le richieste inferiori a un milione di dollari.

DCG, la società madre di Genesis resta fuori dal procedimento

Occorre anche sottolineare come la DCG, la società madre di Genesis, non sarà inclusa nel procedimento. A spiegarne il motivo è stato Sean Lane, il giudice incaricato del procedimento, nella documentazione collegata al procedimento: “La documentazione qui dimostra chiaramente che non c’è valore sufficiente nelle proprietà dei debitori per fornire a DCG un recupero come detentore di azioni dopo che i creditori non garantiti sono stati pagati. Data l’entità delle pretese dei creditori, DCG è fuori dai soldi come detentore di azioni per miliardi di dollari, anche se la Corte ha valutato le pretese dei creditori utilizzando il metodo proposto da DCG.”

DCG aveva sostenuto in precedenza che le richieste dei clienti dovessero essere limitate al valore delle criptovalute a partire da gennaio 2023. Ove fosse stata accolta questa tesi, stando alla società, si sarebbe verificato il rimborso completo dei clienti, lasciando margine per un recupero della stessa DCG.

Le discutibili pratiche finanziarie di DCG

All’interno della sua dichiarazione, il giudice Lane ha osservato che DCG ha assunto 1,1 miliardi di dollari del debito di Genesis derivante dal crollo di Three Arrows Capital con una cambiale di 10 anni. Un obbligo illiquido il quale non ha comunque coperto le perdite.

Proprio da questa circostanza è stato possibile dare vita ad un esame accurato delle discutibili pratiche finanziarie di DCG. Tra essa e Genesis, infatti, c’erano anche linee di credito, tanto che la piattaforma fallita aveva citato in giudizio DCG per aver affermato che non aveva pagato i prestiti ottenuti, pari a oltre 620 milioni di dollari.

Nel novembre del 2023, DCG e Genesis hanno annunciato l’accordo raggiunto per un piano di rimborso. La prima, che ha già pagato 227,3 milioni di dollari, dovrebbe pagarne altri 275 entro aprile. Anche DCG, quindi, esce con le ossa rotte dalla vicenda.