La Repubblica Democratica del Congo rischia di scivolare ancora di più nel caos, dopo lo stallo politico che ha colpito la sua Assemblea Nazionale. Un portavoce dell’esercito congolese ha spiegato in una conferenza stampa di aver sventato un colpo di stato, puntando il dito contro il leader dell’opposizione congolese Christian Malanga.
Con una live su Facebook Malanga aveva minacciato il presidente Felix Tshisekedi, accusandolo di aver trascinato la Repubblica Democratica del Congo in una situazione disastrosa. Il golpe però è fallito e sono stati arrestati diversi mercenari.
Il capo dell’opposizione nella Repubblica Democratica del Congo Malanga attacca il presidente congolese con una live su Facebook: “Ci sveglieremo con una nuova repubblica”
Situazione tesa e preoccupante nella Repubblica Democratica del Congo. Un tentativo di colpo di stato sventato e minacce di ritorsioni su Facebook: la politica congolese continua ad essere bloccata dai veti incrociati e dalle minacce che colpiscono il presidente in carica Tshisekedi ed i suoi alleati.
Alle prime luci di oggi 19 maggio 2024 l’esercito congolese ha evitato che un ministro congolese, Vital Kamerhe, venisse ucciso da un commando di mercenari congolesi e stranieri. In molti cominciano a puntare il dito contro il politico d’opposizione autoesiliato (presidente del Partito congolese per l’unità (Ucp) Christian Malanga, che d’altronde non fa molto per sviare i sospetti.
In una live postata sul suo account Facebook, Malanga è circondato da soldati armati e comincia a lanciare una serie di minacce contro Tshisekedi:
Noi soldati siamo stanchi. Siamo arrivati a questo punto perché siamo stanchi. Siamo stanchi di tutte queste disgrazie al punto da coinvolgere i nostri figli. Tanto meglio. Lasciate che lascino il loro posto e si uniscano a noi, siamo stanchi. Non possiamo continuare con Kamerhe o Félix. Hanno fatto troppe cose stupide nel nostro Paese. Dio è reale, non mente mai. Ci sveglieremo con una nuova repubblica.
Il golpe è però fallito ed il presidente congolese è stato portato in un luogo sicuro.
L’esercito congolese sventa un colpo di stato e salva la vita ad un ministro
La situazione nei territori attorno alla capitale Kinshasa e nella stessa città rischia quindi di farsi ancora più calda di quanto già non lo sia. Ad aggiungere ulteriore preoccupazione è intervenuto l’esercito congolese.
Un portavoce militare ha affermato in una conferenza stampa che un commando di uomini armati (fra i quali un cittadino statunitense) avrebbe tentato di assaltare, all’alba della mattina del 19 maggio 2024, l’abitazione di Vital Kamerhe, candidato alla presidenza dell’Assemblea Nazionale ed alleato del presidente Tshisekedi.
Sono morte tre persone nel tentativo, due guardie di Kamerhe e uno degli assalitori (sia congolesi che stranieri). Da verificare comunque l’assunto del portavoce secondo il quale quest’attacco si possa configurare come un tentativo di colpo di stato.
Tshisekedi era stato rieletto presidente a dicembre, ma con elezioni fortemente contestate dai suoi oppositori politici: negli ultimi tempi il capo congolese non aveva esitato a minacciare lo scioglimento dell’Assemblea Nazionale se il partito che lo sostiene non avesse smesso di tramare alle sue spalle per spodestarlo.
Con ogni probabilità, secondo fonti locali, dietro l’assalto alla casa di Kamerhe c’è dietro proprio lo stesso Malanga che su Facebook ha minacciato l’attuale governo congolese di gravi ritorsioni se non avessero fatto un passo indietro.
Il ritiro dei soldati della missione ONU avviato alla fine di questo febbraio rischia di eliminare una forza di contrapposizione fra i vari attori in campo nella Repubblica Democratica del Congo, avendo però acconsentito ad una richiesta del presidente Felix Tshisekedi.