L’archiviazione dei dati può essere un problema, per le aziende e le persone che hanno bisogno di archiviare un grande volume di file. Chi ha questa necessità, infatti, si rivolge a piattaforme di archiviazione centralizzate o provider di archiviazione cloud, operazione tale da comportare costi di rilievo e problemi di privacy.
Per cercare di dare una risposta concreta a questo problema, nel corso degli ultimi anni sono sorti protocolli su blockchain espressamente dedicati ad esso. Tra di loro occorre rilevare la presenza di ColdStack. Andiamo quindi a farne la conoscenza, per cercare di capirne le effettive potenzialità.
ColdStack: cos’è e cosa si propone
Un Uber per l’archiviazione decentralizzata di dati: questo si propone di essere Coldstack. Il protocollo è stato lanciato da Alexander Shishow e Victor Nagaitsev. Il primo, che svolge le funzioni di CEO, è un imprenditore già noto per l’attività nel settore dell’intelligenza artificiale e nei prodotti decentralizzati, mentre il secondo, attuale CTO, vanta più di un decennio di esperienza nello sviluppo di software, nel trattamento di big data e nell’IA.
Anche il team ColdStack ha una vasta esperienza nella gestione dei dati, nell’architettura cloud e nello sviluppo di software. Maturata in particolare all’interno di Prometheus Labs, società già nota per la creazione dell’ecosistema omologo, dedicato ad archiviazione dati e compravendita di prodotti.
ColdStack si propone un obiettivo molto ambizioso: diventare il primo aggregatore di storage decentralizzato al mondo. In pratica, il sistema è ideato per individuare le migliori soluzioni di archiviazione utilizzando una pipeline basata su AI e fornire un unico punto di accesso a qualsiasi rete di archiviazione decentralizzata supportata.
Per riuscire nell’intento, la piattaforma utilizza l’intelligenza artificiale. Ad essa è infatti affidato il compito di aiutare gli interessati a trovare la migliore rete di archiviazione decentralizzata (DSN) per i propri file. L’archiviazione dei file su blockchain, configurata in tal modo, diventa più conveniente e accessibile, rivelandosi in definitiva una valida alternativa alla tradizionale archiviazione nel cloud.
Come funziona ColdStack
L’archiviazione decentralizzata è in grado di assicurare numerosi vantaggi rispetto all’archiviazione centralizzata e cloud. Il ricorso ad essa può però rivelarsi costoso, sia in termini finanziari che di tempo, quello necessario per la migrazione dei file dallo storage legacy alle opzioni decentralizzate.
ColdStack si propone di bypassare questo problema con la sua API Amazon S3, facilitando a privati e aziende l’integrazione dei loro servizi con la propria infrastruttura di back-end. Per farlo utilizza ColdStack AI, la quale consente agli utenti l’archiviazione di file su più DSN, andando ad operare una riduzione dei costi fino all’80% rispetto all’utilizzo di singole soluzioni. Un abbattimento dei costi collegato al continuo monitoraggio del mercato, teso a individuare la soluzione di archiviazione più efficiente per ogni file.
Il modello di business che propone, vede al suo centro un protocollo API S3 unificato, in grado di facilitare interazioni con chiunque intenda utilizzare il servizio. La pipeline basata sull’intelligenza artificiale di ColdStack è in grado di abbattere i costi di storage grazie all’acquisto di grandi quantità di storage da più partner. Storage il quale è poi offerto al cliente finale in modo tale da massimizzare l’efficienza del capitale.
L’ecosistema ColdStack vede la presenza di nodi per la fatturazione, e l’archiviazione di dati. Sono loro ad elaborare le transazioni, le operazioni di trasferimento di file e ad emettere NFT in modo decentralizzato. ColdStack ha già integrato Filecoin, Arweave, Storj e SIA, oltre ad aver intrapreso una collaborazione con BitTorrent, aggiungendo il supporto per BitTorrent File System (BTFS) al suo SDK (Software Development Kit).
All’interno del sistema così congegnato, a svolgere il il ruolo di utility token è CLS. Viene infatti utilizzato per il pagamento dei servizi e l’accesso ai token non fungibili. Inoltre rende possibile ai suoi detentori partecipare alla DAO (Decentralized Autonomous Organization) e ai processi decisionali che la riguardano.
Le prospettive per il futuro
ColdStack si propone alla stregua di un servizio. Lo fa in un settore, quello dell’archiviazione dei dati, ove è molto forte la presenza delle grandi aziende tecnologiche. Una presenza che è fonte di polemiche, proprio per il modo in cui le stesse cercano di preservare la propria rendita di posizione.
Proprio per cercare di scalfirla, nel corso degli ultimi anni sono nate soluzioni su blockchain che si propongono di offrire una alternativa decentralizzata, fondata sulla tecnologia blockchain. Anche ColdStack si propone questo obiettivo, ma per il momento resta un servizio di nicchia. A testimoniarlo il 2128° posto detenuto nella classifica di CoinMarketCap relativo alla capitalizzazione di mercato. Prima di investire su una soluzione di questo genere, occorre quindi cercare di capire se abbia reali possibilità di crescita, o meno.