Rimborso 730: cosa possono fare se l’azienda non vuole anticiparmelo? Per il corrente anno è possibile presentare la dichiarazione dei redditi senza alcun sostituto d’imposta.
Con l’introduzione del Modello 730/2024 ci sono rilevanti novità che riguardano i lavoratori impiegati in imprese, che si oppongono al pagamento anticipato in busta paga dell’eventuale rimborso Irpef risultante dalla dichiarazione reddituale. Rispetto all’anno 2023, nel corso del corrente anno non è possibile indicare il sostituto d’imposta nel modello 730.
Rimborso 730: cosa posso fare se l’azienda non vuole anticiparmelo?
A differenza di quanto previsto lo scorso anno fiscale, nel 2024 non è possibile indicare il sostituto d’imposta nel modello 730 anche se è presente. In tale modo dell’eventuale rimborso Irpef se ne occupa direttamente l’amministrazione tributaria. Per ricevere il rimborso dall’Agenzia delle Entrate il lavoratore dovrà avere più pazienza. Nel caso in cui il lavoratore dovesse scegliere di indicare il datore di lavoro come sostituto di imposta, l’azienda non può rifiutarsi di farsi carico delle operazioni di conteggio.
Il sostituto d’imposta provvederà a trattenere un debito dalla retribuzione ed anticiperà l’importo al Fisco. Ci sono differenti tutele per il lavoratore dipendente che indica il datore come sostituto e non riceve alcun rimborso spettante. In ogni caso, per evitare questa problematica a partire dal corrente anno c’è la novità e la possibilità di presentare la dichiarazione senza sostituto d’imposta e di ricevere il rimborso spettante direttamente dall’Agenzia delle Entrate.
Modello 730 con o senza sostituto di imposta
Dal 20 maggio sarà possibile inoltrare il Modello 730/2024 con o senza sostituto di imposta. Ciascun contribuente deciderà se indicare o meno il datore come sostituto di imposta. Si tratta di una novità importante rispetto ai precedenti anni d’imposta in cui non era possibile. Bisogna tenere conto del fatto che indicando il sostituto di imposta, l’eventuale rimborso viene accreditato nella busta paga di luglio dal momento che viene anticipato dall’azienda stessa.
Tuttavia, è necessario che il datore di lavoro sia disposto ad anticipare la somma spettante ai lavoratori dipendenti. Per evitare scontri con il datore di lavoro, nel caso in cui non voglia anticipare il rimborso del 730, a partire da quest’anno il lavoratore dipendente ha la possibilità di optare per la dichiarazione dei redditi senza sostituto di imposta. In tale caso il rimborso 730 viene pagato direttamente dall’amministrazione tributaria nel mese di dicembre.
Rimborso Irpef: il sostituto di imposta è obbligato ad anticiparlo?
Nel caso in cui il dipendente volesse indicare il datore di lavoro come sostituto d’imposta, l’azienda sarà obbligata ad anticipare il rimborso spettante nella busta paga. Successivamente, il datore di lavoro provvederà a recuperare la somma anticipata al lavoratore. Il datore di lavoro recupererà quanto ha provveduto a rimborsare ai lavoratori in busta paga.
Nel modello F24 il datore di lavoro inserisce i codici tributo a credito che consentono di ridurre o di annullare le ritenute a titolo di Irpef effettuate sui compensi del mese successivo. Può capitare che il datore di lavoro sia incapiente: ciò significa che l’ammontare dei rimborsi spettanti ai lavoratori dipendenti sia di gran lunga superiore rispetto alle ritenute fiscali da versare.
Cosa succede nel caso di sostituto d’imposta incapiente?
Come detto, può capitare che il datore di lavoro sia incapiente: in questo caso è necessario prestare massima attenzione. Il sostituto d’imposta può accreditare una parte di rimborso spettante al datore di lavoro e poi riconoscere il residuo nelle mensilità successive. È importante che il sostituto di imposta riconosca a tutti i lavoratori dipendenti una stessa percentuale del rimborso spettante.
Nel caso in cui il datore anticipi una parte del rimborso spettante, il residuo non va perso, ma viene accreditato nei mesi successivi. Le somme rimanenti devono essere indicate nella Certificazione Unica del successivo anno di imposta. A questo punto il lavoratore avrà due strade:
- recuperare il rimborso spettante,
- chiedere al Fisco di procedere con il rimborso.
In questo secondo caso la domanda andrà consegnata all’Agenzia delle Entrate competente: è meglio allegare all’istanza una dichiarazione del datore di lavoro che conferma l’incapienza.