L’elettroipersensibilità è un fenomeno sempre più discusso nella società moderna. Si tratterebbe di un disturbo caratterizzato dalla sensibilità eccessiva alle radiazioni elettromagnetiche emesse da dispositivi elettronici e infrastrutture wireless.

Chi ne soffre può manifestare una vasta gamma di sintomi, tra cui mal di testa, affaticamento, vertigini e disturbi del sonno. Questa condizione suscita interesse e preoccupazione per il suo impatto sulla salute e sul benessere delle persone esposte a tali campi elettromagnetici.

Cos’è l’elettroipersensibilità

La sensibilità elettrica è un fenomeno in cui le persone reagiscono alle radiazioni elettromagnetiche con una serie di sintomi. Questo include esposizione a WiFi domestico, antenne cellulari e smartphone. Chi ne soffre può sperimentare tensione alla testa, problemi cardiaci e altri disturbi quando esposto a campi elettromagnetici.

Tuttavia, non è ancora universalmente riconosciuta come malattia, poiché la connessione tra sintomi e radiazioni elettromagnetiche non è stata pienamente dimostrata scientificamente.

Scopri l’allarme della dipendenza da smartphone. Clicca qui.

Il dibattito sull’elettroipersensibilità

Nonostante la mancanza di riconoscimento ufficiale come malattia, la sensibilità elettrica solleva dibattiti e preoccupazioni tra istituzioni nazionali e internazionali. Tuttavia, alcune istituzioni nazionali e internazionali hanno già riconosciuto che la sensibilità elettrica è una malattia e chiedono norme per proteggere la persona elettricamente sensibile alle radiazioni elettromagnetiche.

Le istituzioni europee criticano il fatto che la rete 5G non supporti anche la sensibilità elettronica delle persone. Questi dibattiti evidenziano l’importanza di affrontare e comprendere meglio questo fenomeno.

Quali sono le cause?

Gli effetti dei campi elettromagnetici sulle persone iper sensibili sono stati studiati in vari contesti, incluso il laboratorio e l’ambiente domestico o lavorativo. La maggior parte delle ricerche indica che queste persone non sono in grado di percepire i campi elettromagnetici in modo più sensibile rispetto al resto della popolazione.

Non è stato dimostrato alcun collegamento diretto tra campi elettromagnetici e problemi di salute. Si ritiene che i reclami delle persone affette siano influenzati da vari fattori, come lo stress, preoccupazioni per la salute, circostanze personali difficili, influenze ambientali negative e le malattie preesistenti.

Come possono proteggersi le persone che soffrono di elettroipersensibilità

La diagnosi di Elettroipersensibilità (EHS) implica la necessità di limitare l’esposizione alle radiazioni elettromagnetiche. Alcune pratiche consigliate includono:

  1. Ridurre l’uso del WiFi e dei dispositivi mobili solo quando necessario e spegnerli dopo l’uso.
  2. Utilizzare dispositivi con meno radiazioni, come bracciali con connessione via cavo o telefoni certificati con modalità Eco.
  3. Posizionare il router WiFi lontano dal letto e disattivarlo quando non è in uso.
  4. Mantenere gli smartphone lontani dal corpo, ad esempio riponendoli in una borsa o zaino, e attivare la modalità aereo quando non sono necessari.
  5. Assicurarsi di utilizzare telefoni cellulari con la massima radiazione possibile.

Seguendo queste pratiche, si può ridurre l’esposizione alle radiazioni elettromagnetiche e mitigare i sintomi associati all’EHS.

Quanto sono pericolose le radiazioni dello smartphone?

I limiti di radiazione per i telefoni cellulari sono impostati per prevenire potenziali danni alla salute. Il tasso di assorbimento specifico (SAR) indica quanto il corpo può assorbire di potenza durante una chiamata. Tutti i cellulari venduti in Europa devono avere un SAR inferiore a 2 W/kg, per evitare il surriscaldamento del corpo.

Secondo le conoscenze attuali, i danni alla salute sono considerati improbabili per gli smartphone con un basso SAR, ma solo quelli che si verificano a causa del riscaldamento diretto del corpo. La questione dell’elettrosensibilità è ancora oggetto di dibattito tra gli esperti, con alcune persone che riportano sintomi fisici in risposta ai campi elettromagnetici ad alta frequenza. Nonostante più di 1.000 medici abbiano indicato l’esposizione ai cellulari come possibile causa della malattia, l’elettrosensibilità non è ancora ufficialmente riconosciuta come tale.