Il decreto “Superbonus” (Dl 39 del 30 marzo 2024) approvato al Senato nei giorni scorsi e atteso alla conversione in legge entro il 28 maggio prossimo, stravolge l’ex bonus 110%. Sono numerose, infatti, le novità in arrivo a cominciare dallo stop alla cessione dei crediti e allo sconto in fattura agli interventi di riqualificazione dei territori colpiti dai terremoti, dalla detrazione fiscale in 10 anni allo stop alla compensazione dei crediti fiscali.

Ecco nel dettaglio, dunque, quali sono le novità più rilevanti del provvedimento e come cambierà il superbonus al termine dell’iter di conversione del decreto 39/2024.

Decreto Superbonus, cosa cambia nel 2024?

Lo stop alla cessione dei crediti e allo sconto in fattura era una misura già annunciata dal decreto 39 del 2024 sul superbonus e sugli altri bonus edilizi che ancora permettessero di ricorrere a queste due opzioni. La conversione in legge dello stesso provvedimento pone qualche eccezione per lavori di riqualificazione riguardanti immobili situati in territori colpiti da terremoti. A favore di questi territori, il governo ha stanziato nuove risorse (35 milioni di euro) a partire dal 2025.

Sono esclusi i territori che già avevano beneficiato di risorse per lo stesso scopo, dunque quelli i cui eventi sismici sono racchiusi nel periodo temporale dal 1° aprile 2009 al 24 agosto 2016. Per le Onlus, invece, arrivano 100 milioni di euro per lavori di riqualificazione energetica e strutturale degli immobili. Come si nota, dunque, termina la distribuzione di risorse “a pioggia” e l’adozione di sconti e crediti elevati per far posto a interventi mirati che comportano la spesa di risorse limitate.

Da quando lo stop alla cessione dei crediti e allo sconto in fattura?

La legge di conversione del decreto “Superbonus” pone limiti anche all’istituto della remissione in bonis. Entro il 4 aprile 2024 andavano comunicati all’Agenzia delle entrate i crediti d’imposta ceduti e gli sconti in fattura adottati. Non ci sarà una riapertura dei termini come avvenne nel 2023, anno in cui la remissione in bonis consentiva, pagando una sanzione di 250 euro, di provvedere alla comunicazione entro il 30 novembre.

In tema di comunicazione, scatta invece l’obbligo per alcuni contribuenti – che abbiano svolgo lavori in superbonus di efficientamento energetico e di riduzione del rischio sismico – di procedere a trasmettere specifici dati all’Enea e al portale nazionale di classificazione sismica. Non comunicare le informazioni richieste può comportare l’applicazione di una sanzione di 10.000 euro.

Le banche acquistano ancora i crediti fiscali?

Alcune strette in arrivo dal decreto “Superbonus” riguardano l’operatività delle banche, degli intermediari finanziari e delle assicurazioni. Tali soggetti, che si definiscono a regime controllato e che, per le operazioni del superbonus godono tuttora di deroghe rispetto allo stop della circolazione dei crediti, dal 1° gennaio 2025 non potranno più compensare i crediti con i contributi previdenziali, assistenziali e i premi Inail a loro carico. Si chiude, dunque, un canale di utilizzo dei crediti che comporta una precisa presa di posizione da parte delle banche, intenzionate a chiudere i rubinetti di acquisto dei bonus.

Sempre le banche sono destinatarie di un’altra stretta in tema di superbonus. Nel caso di acquisto di crediti d’imposta o sconti in fattura per un importo inferiore al 75%, dovranno suddividere la cifra in sei rate annuali di pari valore. Fanno eccezione le acquisizioni del 75% e oltre sulle quali continuano ad applicarsi le consuete regole.

Come si farà la detrazione fiscale delle spese 2024 per i bonus edilizi?

I contribuenti potranno utilizzare l’importo delle spese effettuate dal 1° gennaio al 31 dicembre 2024 applicando la detrazione fiscale in dieci anni. La procedure è d’obbligo (e non un’opzione) e consentirà a chi abbia un bonus non più utilizzabile con lo sconto in fattura o con la cessione dei crediti, di portarlo per dieci quote in detrazione alle imposte lorde annuali.

La diluizione da quatto o cinque rate, prevista dalla normativa attuale, a dieci rate consentirà di abbassare la rata annuale di detrazione e di consentire a chi abbia poca capienza fiscale di rientrare nella rata annuale o di non perdere buona parte del bonus. Riportiamo i calcoli effettuati di quanto occorre guadagnare e dichiarare di redditi per rientrare nelle rate del superbonus con la detrazione fiscale.