Perché si festeggia la Pentecoste? La Pentecoste identifica un momento importantissimo nel calendario liturgico cristiano.

La sua ricorrenza cade sempre di domenica, ma non ha una data fissa ogni anno.

Nel 2024 si celebrerà domenica 19 maggio. Si tratta di una festività fondamentale per le origini della Chiesa Cristiana.

Ecco a cosa è dovuto il suo nome e perché si celebra.

Perché si festeggia la Pentecoste: le origini del nome

Il termine Pentecoste deriva dal greco antico ed è letteralmente traducibile in “cinquantesimo giorno”.

Il nome quindi descrive direttamente la connessione con la resurrezione di Gesù Cristo.

Cade infatti nella domenica che conclude la settima settimana ovvero 50 giorni dopo la Pasqua.

È proprio per questo motivo che la Pentecoste non ha una ricorrenza annuale fissa ma è variabile in funzione del giorno in cui si festeggia la Pasqua.

Nel culto cristiano la Pentecoste rappresenta il momento in cui avvenne l’effusione dello Spirito Santo su Maria e sugli Apostoli riuniti insieme nel Cenacolo a Gerusalemme. Con questo gesto si identifica inoltre la nascita della Chiesa cristiana.

Questo perché lo Spirito Santo invita gli Apostoli riuniti a divulgare il verbo di Cristo.

Secondo la tradizione lo Spirito Santo si sarebbe palesato come lingue di fuoco e avrebbe regalato agli Apostoli la possibilità di comprendere ed esprimersi in qualunque idioma.

Il testo Sacro indica questo avvenimento come l’inizio della predicazione fra gli altri dell’apostolo Pietro. Proprio il suo impegno, affiancato da Paolo, mise le basi per la diffusione del cristianesimo sottolineando l’unità e l’universalità della fede.

Pertanto la Pentecoste segna così le premesse della nascita della Chiesa cristiana come oggi la conosciamo.

L’evento descritto nel Nuovo Testamento non trova conferme storiche. Tuttavia molti studiosi ritengono che si possa ritenere plausibile un nesso con la festa ebraica della Pentecoste e con l’esecuzione di riti di estasi mistica collettiva ad essa associata.

Per altri invece la leggenda dell’effusione dello Spirito Santo sarebbe da ricondurre ad eventi meteorologici estremi come tempeste elettriche e bufere di vento.

La Pentecoste diventa così una ricorrenza annuale nel calendario liturgico fin dal I secolo.

È detta anche “Festa dello Spirito Santo” e viene celebrata non solo dalla Chiesa cattolica ma anche dai Protestanti e dagli Ortodossi.

Per quest’ultimi però la data non è la stessa, proprio in relazione alla diversa ricorrenza della Pasqua. Gli Ortodossi festeggeranno la Pentecoste il 23 giugno 2024.

Nella domenica di Pentecoste il Papa celebra la Messa, mentre i sacerdoti sono vestiti di rosso a ricordare come lo Spirito Santo abbia infuso la capacità di divulgare il verbo di Dio sotto forma di lingua di fuoco.

Presso il Pantheon di Roma viene poi riproposta un’usanza tipica del 1800 in cui venivano gettati petali di rose sui fedeli.

La differenza con la Pentecoste ebraica

Nel culto ebraico la Pentecoste ha origini più antiche. Era legata alla mietitura del grano e segnava il ringraziamento per i primi risultati del raccolto.

Esistono diversi riferimenti nella Bibbia di come quindi la Pentecoste fosse una festa agricola e una forma di riconoscenza verso un raccolto particolarmente fruttuoso del terreno.

Sempre nella religione ebraica però la Pentecoste è anche il 50esimo giorno dopo il secondo giorno della Pasqua ebraica, ovvero la liberazione del popolo ebraico dall’Egitto e il suo esodo verso la Terra Promessa.

Conosciuta con il termine “shavout” o “festa delle settimane”, la Pentecoste ebraica è diventata la ricorrenza legata alla rivelazione di Dio sul Monte Sinai dove ha donato al popolo ebraico la Torah, il libro della legge.

Per celebrare questa festa vige il rito di pellegrinaggio a Gerusalemme, la temporanea cessazione di tutte le attività lavorative oltre ad una serie di funzioni sacre collettive.

La ricorrenza annuale della Pentecoste cristiana e di quella ebraica non coincidono.

Quest’anno la festa ebraica si celebra infatti il 15 e il 16 maggio.