La lista di scopo “Stati Uniti d’Europa” entra nel vivo della sua campagna elettorale per le elezioni Europee del 2024. A Roma sono stati presentati i candidati che correranno nelle varie circoscrizioni e alla presenza di politici importanti come Emma Bonino, Matteo Renzi e Riccardo Magi si sono discussi gli obiettivi che la lista vuole raggiungere.

Spazio anche al ricorso presentato alla CEDU (Corte Europea dei Diritti dell’Uomo) contro la legge elettorale Rosatellum, che violerebbe i diritti degli elettori per la distinzione fra parte maggioritaria e parte proporzionale. Se Magi è contento della possibilità di esaminare il ricorso, Renzi ribatte attaccando quei leader politici che si candidano alle Europee ma non andranno a Strasburgo.

Renzi a ruota libera sul Rosatellum: “Ma che te frega, la domanda è questa? Sei serio?”. Sulle elezioni Europee 2024 lancia l’allarme per le ingerenze cinesi

L’occasione all’Auditorium Antonianum, Roma, era importante: oggi 17 maggio 2024 i partiti che si sono uniti per formare la lista di scopoStati Uniti d’Europa” si sono presentati con personalità importanti come Riccardo Magi (segretario di +Europa), Matteo Renzi (leader di Italia Viva) ed Emma Bonino (+Europa) per discutere insieme ai loro candidati di cosa bisogna aspettarsi dalle prossime elezioni Europee.

Unità europea non soltanto a parole, ma politica nel senso più pieno della parola: un’unica entità che sappia confrontarsi ad armi pari con Russia, Cina e Stati Uniti. Renzi sceglie di puntare sui temi di politica estera per convincere gli indecisi a votare “Stati Uniti d’Europa”:

Quando Putin e Xi Jinping si incontrano per immaginare un mondo che dica meno Europa, penso che l’unico argomento che dovrebbe toccare davvero la campagna elettorale sia quello di come costruire gli Stati Uniti d’Europa rispetto alle grandi sfide internazionali.

Il carattere fumantino dell’ex premier si fa forte quando gli viene chiesto del Rosatellum. La legge elettorale, modificata a ridosso delle elezioni del 2022, ha attivato un sistema misto di votazione: il 36% dei seggi in ciascuna Camera è assegnato secondo un sistema maggioritario, ma la restante parte secondo un sistema proporzionale.

In più non è possibile per l’elettore esprimere voto disgiunto, cioè indicare la preferenza per una lista o per una coalizione differente da quella scelta dalla maggioranza. Renzi ci va giù duro quando gli viene chiesto dell’intenzione della CEDU di esaminare il ricorso contro questo sistema elettorale:

Rosatellum? E che te frega del Rosatellum? La domanda è davvero questa, sei serio? La cosa che ritengo più incredibile della campagna elettorale è che quelli che si candidano per le elezioni dicendo da subito che non vogliono essere eletti (Meloni, Schlein, Tajani e Calenda) sono dei truffatori di democrazia.

Da qui in poi Renzi sceglie di spiegare l’obiettivo della lista alla quale Italia Viva partecipa, sviando il discorso su temi a lui più congeniali.

A fine giornata però il leader di Italia Viva torna sull’argomento Rosatellum, puntualizzando il fatto di aver elaborato una legge elettorale ancora diversa, l’Italicum:

Io ho fatto la legge Italicum: siccome è stato bocciato dal referendum, il Parlamento nel quale non eravamo da soli ha fatto quella legge mettendo insieme un sistema mezzo proporzionale con la legge di maggioranza. La mia legge elettorale è a doppio turno ed è l’Italicum: l’ho detto da sempre, quanti siamo? Io e basta!

Magi sul ricorso per il Rosatellum: “Avevamo già contestato i punti in giudizio della CEDU”

Uno sviluppo del genere non poteva lasciare indifferenti i partiti che hanno deciso di correre nella lista di scopo “Stati Uniti d’Europa“. Se il leader di Italia Viva Renzi ha fatto, come detto sopra, scena muta, il segretario di +Europa Riccardo Magi si è detto contento che la CEDU abbia deciso di contestare il contenuto e la forma della legge elettorale “Rosatellum”.

I recentissimi cambiamenti, secondo l’ex segretario dei radicali Mario Staderini, avrebbe causato un grave danno alle liste che non possono contare sulle risorse dei partiti più grandi, spaccando troppo la distinzione fra maggioritario e proporzionale.

Magi si dice soddisfatto dell’interessamento europeo, cioè della CEDU:

Noi avevamo provato già a porre alla Giunta per le elezioni del Senato, contestando esattamente i punti che sono oggetto del giudizio della CEDU: il fatto che sia una violazione dei diritti dell’elettore non poter fare voto disgiunto e che quando si vota una sola lista della coalizione automaticamente vada al candidato all’uninominale. La Giunta per le elezioni ci aveva risposto che loro non si ritenevano competenti su questa materia.

Naturalmente prima che la CEDU si esprima passerà del tempo, cosa che però non preoccupa Magi: l’importante è che questa contestazione venga sollevata per evitare ulteriori danni in futuro.

Se ci dovesse essere una condanna dell’Italia da parte della CEDU, ci sarebbe una richiesta di adeguare la normativa elettorale: di prevedere innanzitutto che vi sia un organo a cui ricorrere, oggi non c’è un organo terzo. Bisogna ricorrere alla Giunta per le elezioni, ma è un organo politico.

Di recente proprio la CEDU si era espressa condannando la Svizzera per non aver protetto a sufficienza i propri abitanti contro il cambiamento climatico.