I leoni da tastiera sono nuovamente insorti con aspre critiche sui sui social, per l’esibizione di Al Bano, colpevole di aver steccato l’Inno d’Italia durante la partita finale di Coppa Italia Atalanta-Juve, giocata lo scorso 15 maggio 2024. In un gremitissimo stadio Olimpico, a Roma, migliaia di tifosi hanno assistito sbigottiti a una performance non degna del grande cantautore italiano. Ma cosa è andato storto? A TAG24, il cantante di Cellino San Marco ha raccontato la sua esperienza.
L’Inno di Mameli alla finale di Coppa Italia 2024, Al Bano: “Non si sentiva e non si capiva niente”
Parole dure quelle del celebre interprete di “Felicità”, che ai giornalisti di TAG24 ha spiegato come è stato trovarsi in uno stadio così caotico e rumoroso.
“Ho fatto le prove a stadio vuoto e sono venuti i brividi a tutti. Sottolineo a tutto. Compreso me stesso. Era l’ideale. Quando è stato il turno per cantare, non si sentiva e non si capiva niente. Lo scandisco per farlo capire bene e non è una scusante”
In effetti, i video diventati virali dell’esibizione non rendono giustizia a una delle voci più belle del panorama italiano. Anzi, a vedere i filmati, infatti, si capisce chiaramente che qualcosa deve essere andato storto.
Scoppiano le polemiche sull’Inno d’Italia: la risposta del cantante: “Maleducati”
Immediati i post di polemica e di critica, oltre ai meme e alle prese in giro al “terribile” momento dedicato all’Inno di Mameli. Un momento che dovrebbe essere sacro e aggregatore si è trasformato, invece, in un attimo imbarazzante.
Contro la valanga di commenti, Al Bano ha risposto spigando cosa, secondo lui, non ha funzionato:
“Io ho cantato migliaia di volte negli stadi e in altri posti, però, lì ti trovi di fronte a un pubblico che sta lì per te. È una dimensione diversa. Nello stadio dove c’è una partita, due squadre nazionali, una contro l’altra, è chiaro che a tutto pensano tranne che all’Inno d’Italia”
E contrattacca:
“Secondo me, bisognerebbe istituire il rispetto, chiunque lo canti, chiunque lo suoni. Serve il rispetto per questo brano che parla della nostra nazione, della nostra Mamma Nazione. È quella maleducazione che si dovrebbe cancellare dagli stadi. Oppure non farlo. Un momento per l’Inno nazionale, come fanno in tutte le parti del mondo. Servivano 3 minuti in nome della musica, dell’Inno d’Italia. In tutte le altre nazioni, dall’America alla Russia, appena parte l’Inno, tutti in silenzio si alzano e danno rispetto a quel brano, a cosa voglia dire.”
Al Bano su Amadeus e Sanremo: “Ognuno può fare quello che vuole”
Questione di rispetto o meno, il cantante di “Nostalgia Canaglia“, però, non ha avuto vita facile nell’ultimo periodo. Oltre allo scivolone alla partita Atalanta-Juventus per la finale di Coppa Italia, infatti, pochi mesi fa un altra presunta batosta aveva bloccato il suo cammino.
Non è passato molto tempo dalla voce secondo cui Al Bano non avrebbe partecipato al Festival di Sanremo 2024, proprio perché escluso dal conduttore e direttore artistico, Amadeus. Pare, infatti, che il cantante quasi 81enne avesse in serbo due brani per questa edizione, ma che Ama li abbia prontamente scartati.
TAG24 ha chiesto al cantante un commento su questo cambio di vita, ora che l’ex conduttore de L’Eredità è ufficialmente approdato sul Nove:
“Ha una domanda di riserva? No scherzo. Penso che ognuno possa andare dove gli pare e possa fare tutto ciò che vuole, a patto che non faccia del male agli altri“.
E su Sanremo ha aggiunto:
“Se mi piacerebbe fare il direttore artistico del Festival? No, assolutamente. Nessuno dei miei desideri attraversa quella dimensione. Come concorrente o ospite sì, è più nelle mie corde”