Perché il centrodestra di Giorgia Meloni scommette tanto sul cosiddetto premierato, la riforma costituzionale che prevede di dare più poteri al premier facendolo eleggere direttamente dai cittadini anziché, come accade oggi, da una maggioranza di parlamentari? Rafforzare l’esecutivo, regalando maggiore stabilità ai governi italiani è, in realtà, una necessità rilevata anche dal centrosinistra in passato. Sta di fatto che se la riforma Renzi-Boschi, quella bocciata col referendum del 2016, arrivava a questo risultato volendo abolire il bicameralismo paritario (l’Italia è l’unica democrazia avanzata che ha due Camere che svolgono le stesse funzioni), l’attuale maggioranza torna alla carica volendo dare al ruolo di presidente del Consiglio più peso a partire dalle urne.

Premierato, cosa si vuole con questa riforma, perché Meloni ci scommette. La ministra Casellati dopo le critiche di Liliana Segre: “Aperti al dialogo”

Giorgia Meloni scommette tanto su questa riforma perché rafforzare il ruolo di Palazzo Chigi per arrivare a un sistema più efficace è un vecchio sogno della sua parte politica. Già dai tempi di Gianfranco Fini e dei governi Berlusconi, ciclicamente, è tornata in auge prima come presidenzialismo e poi nella versione francese del semipresidenzialismo. Fatto sta che è stata sempre avversata dalla sinistra, E ancora oggi ha allarmato, tra gli altri, la senatrice a vita Liliana Segre. In ogni caso, la bozza di riforma costituzionale è in mano alla ministra Elisabetta Alberti Casellati, oggi intercettata dagli inviati di Tag24:

“Ho un grande rispetto, oltre che un’amicizia personale, con la senatrice Segre. Ma non condivido i contenuti della sua critica alla riforma. Detto questo, siamo in Parlamento, il luogo naturale del confronto politico. Ognuno qui è libero di dire ciò che pensa. E io la prossima settimana replicherò a tutti i rilievi che sono stati mossi contro la riforma”.

Poi la ministra per le riforme istituzionali ha precisato:

“Anche durante i lavori in Commissione Affari costituzionali ho tenuto conto di tutte le critiche pervenute dalle opposizioni e dai costituzionalisti. E qualcosa ho già modificato. Da parte mia, da sempre, c’è un’apertura al dialogo. Laddove un rilievo può essere giusto, da me, a differenza di altri, non si alzeranno mai barriere di carattere ideologico”.