Una nuova rateizzazione del superbonus è prevista dalla conversione in legge del decreto 39 del 30 marzo 2024, con novità che potrebbero interessare anche le imprese e i bonus detenuti nel portafoglio. In particolare, sono due gli ambiti di intervento delle nuove nuove regole del superbonus e degli altri bonus edilizi. Si tratta di agevolazioni edilizie capaci di produrre, a loro volta, altri crediti d’imposta. Tra questi ultimi rientrano il sisma bonus – anche nella versione acquisti – il bonus per l’abbattimento delle barriere architettoniche e l’ecobonus.
La differenza essenziale è che per la detrazione fiscale delle spese del superbonus, il nuovo provvedimento del governo stabilisce l’allungamento obbligatorio delle quote per dieci anni rispetto alle quattro o cinque previste dalla normativa ordinaria. Per i crediti di imposta, invece, non è arrivato il provvedimento di diluizione delle quote del bonus per lo stesso periodo di dieci anni.
Da questo punto di vista, le imprese potranno continuare a utilizzare i crediti per lo stesso numero di rate previste dalla normativa originaria. Nello scorso anno, a differenza del periodo in corso, erano stati introdotti la detrazione fiscale in dieci anni quale opzione (e non come obbligo) per i contribuenti dal decreto 11 del 17 febbraio 2023, e lo spalma crediti in dieci anni quale misura introdotta dal decreto “Aiuti quater” che allungava le rate di sconti e crediti.
Nuova rateizzazione superbonus 2024, ecco cosa cambia per i crediti d’imposta e sconti delle imprese
Cosa cambia per la cessione dei crediti delle imprese con la conversione in legge del decreto 39 del 2024? Modifiche essenziali sulle modalità in cui cedere i crediti o applicare gli sconti in fattura non ce ne sono, proprio per la mancata adozione, da parte del governo, di un provvedimento spalma crediti a dieci anni come è avvenuto un anno fa, per le spese del 2022, con il decreto “Aiuti quater”.
Superbonus 2024, quali sono i bonus edilizi che si possono spalmare?
L’emendamento del ministero dell’Economia e delle Finanze al decreto legge 39/2024, atteso alla conversione in legge entro il 29 maggio prossimo alla Camera dopo il passaggio al Senato di oggi, non ha modificato le regole generali sui crediti delle imprese. I bonus fiscali ceduti, così come gli sconti in fattura, continueranno a essere ripartiti secondo le scadenze fissate dalla legislazione generale.
La ripartizione delle quote continuerà a essere applicata nell’arco temporale dei quattro anni nel caso di spese inerenti lavori in superbonus e in cinque rate per interventi che interessino i bonus per l’abbattimento delle barriere architettoniche e la riduzione del rischio sismico (sisma bonus). In questo modo, il governo neutralizza l’impatto che avrebbe potuto avere un provvedimento “spalma crediti”. Sui bonus di cui sopra le imprese dovranno continuare a seguire le consuete regole di ripartizione temporale.
Detrazione fiscale in dieci anni bonus edilizi, ecco come procedere
Così non sarà, invece, per chi dovrà utilizzare il superbonus e i bonus per l’abbattimento delle barriere architettoniche, il sismabonus e l’ecobonus in detrazione fiscale. Il decreto 39/2024 impone la ripartizione in dieci anni.
Rispetto al decreto 11/2023, i contribuenti con spese effettuate “dal periodo d’imposta in corso alla data di entrata in vigore della conversione in legge del decreto 39 del 30 marzo 2024” – quindi tutte le spese del 2024, iniziando da quelle dal 1° gennaio in via retroattiva – saranno obbligati a diluire i crediti d’imposta in dieci anni. Nello scorso anno, la detrazione decennale era un’opzione a scelta del contribuente che poteva:
- decidere di diluire in 10 anni con prima rata a partire dalla dichiarazione dei rediti del 2024 (fino al 2033);
- continuare a determinare la detrazione fiscale in quattro o cinque anni come prevede la normativa con prima rata nel 2023 e termine del periodo nel 2026.