La Bolla dei tulipani è stata la prima grande crisi finanziaria della storia economica. La Tulipmania si è abbattuta in Olanda tra il 1634 ed il 1637: scopriamo qual è l’origine le cause della bolla dei tulipani.
Come ogni bolla finanziaria, anche la prima bolla finanziaria della storia, è iniziata con la speculazione che ha spinto le quotazioni dei bulbi di tulipano a valori davvero astronomici. In determinati casi il prezzo dei bulbi di tulipano più rari ha raggiunto i 7mila fiori, oggi equivalenti a 90mila euro.
Bolla dei tulipani: origine e cause della prima grande crisi finanziaria della storia
La Bolla dei tulipani o Tulipmania è stata la prima bolla speculativa della storia economia: la bolla è scoppiata nell’economia dell’Olanda nel Seicento del XX secolo. Nella storia del capitalismo occidentale la bolla dei tulipani ha registrato un’eccessiva impennata dei prezzi dei bulbi dei tulipani. Per fare un piccolo esempio, il prezzo del bulbo della specie rara del Semper Augustus ha raggiunto una quotazione pari a 90mila euro (valore odierno) nel 1637.
Come ebbe inizio la bolla dei tulipani? Nella prima metà del Seicento del XX secolo, in Olanda la domanda di bulbi di tulipano è cresciuta vertiginosamente che ogni bulbo ha raggiunto una quotazione astronomica. Il prezzo dei bulbi di tulipano è scoppiato, ma ben presto ha subito un calo drastico nel breve periodo. A partire dal 1636, il bulbo è diventato il quarto prodotto più esportato dell’Olanda dopo il formaggio, le aringhe ed il gin. Molti hanno iniziato a speculare sui bulbi e, ben presto, la fortuna creata è andata in fumo in un istante.
Bolla dei Tulipani: l’andamento del prezzo dei bulbi
Nel 1623 un singolo bulbo di tulipano ha raggiunto la quotazione pari ad un migliaio di fiorini olandesi: i fiori erano scambiati con immobili e terreni. Nel 1635 fonti storiografiche testimoniano che si è registrata una vendita di quaranta bulbi per 10mila fiorini olandesi. Il bulbo più raro, il Semper Augustus, è stato venduto per 6mila fiorini ad Haarlem. Nel 1636 i tulipani erano scambiati fuori dalle borse valori (scambi “over the counter”): ciò ha incoraggiato gli investitori a compravendere immobili, terreni e altri beni per poter speculare sul mercato dei bulbi di tulipano.
Molti speculatori hanno registrato una crescita dei propri profitti. La Tulipmania è scoppiata nel 1637 quando molti hanno iniziato a pensare che la domanda dei bulbi non avrebbe potuto mantenersi ai livelli precedenti. Il panic selling ha causato un crollo delle quotazioni dei tulipani: molti si sono trovati a possedere bulbi che avevano un valore pari a 1/10 di quanto li avevano pagati. Moltissimi investitori e uomini d’affari olandesi si sono ritrovati in rovina.
Tutti i tentativi messi in atto per risolvere la situazione si sono rivelati un fallimento. La Tulipmania è tornata ad essere oggetto di dibattitto e di attenzione da parte degli economisti e degli esperti di storia economica e finanziaria agli inizi del XXI secolo quando è scoppiata la crisi dei mutui subprime (biennio 2008-2009). Agli inizi del 2017 la crescita repentina della quotazione del Bitcoin e delle criptovalute è stata accostata da numerosi economisti e investitori alla bolla dei bulbi.
Bolla dei tulipani: le conseguenze economiche del crack
Come ogni altro crack finanziario, anche la bolla dei tulipani ha avuto conseguenze economiche di vasta portata. La speculazione ha avuto effetti negativi sugli istituti di credito e sui flussi commerciali dell’epoca. Il mercato dei bulbi ha ripreso lentamente senza mai raggiungere i livelli di quotazione del periodo precedente. La lobby dei fioristi ha indotto i giudici delle Province olandesi a trasformare i futures in contratti di opzione.
In questo modo il detentore del contratto è stato autorizzato a pagare solo una sanzione pari a 3,5 punti percentuali del prezzo pattuito. Il commerciante o fiorista non è stato obbligato ad acquistare a prezzi astronomici un bulbo di tulipano che aveva un valore nettamente inferiore a quello previsto in origine.