Si celebra oggi, giovedì 16 maggio 2024, la Giornata Mondiale della Celiachia. Una ricorrenza nata a livello internazionale per sensibilizzare la popolazione circa le difficoltà causate da questa malattia.

Purtroppo la celiachia colpisce sempre più persone e solo nel nostro Paese sono oltre 250mila i soggetti affetti da questo disturbo. La ricerca scientifica mondiale ha però fissato all’1% la prevalenza della malattia e pertanto si stima che circa 400mila italiani non abbiano ancora avuto la diagnosi pur manifestando alcuni sintomi.

Per questo motivo Aic associazione Italiana Celiachia è impegnata costantemente a far conoscere al meglio i sintomi legati alla patologia in modo da prevenire le gravi conseguenze.

16 maggio Giornata mondiale della celiachia: perché si festeggia

La Giornata mondiale della Celiachia nasce nel 2002 su iniziativa delle Associazioni europee impegnate nella ricerca e nell’informazione della malattia.

Dal 2015, l’Italia ha deciso di estendere la campagna di sensibilizzazione e approfondimento della celiachia per tutta la settimana durante la quale cade il 16 maggio.

Quest’anno dunque fino a domenica 19 maggio saranno organizzati decine incontri per un’adeguata conoscenza delle cause e delle conseguenze della malattia.

L’obiettivo principale di questi eventi è dunque quello di informare in maniera precisa la popolazione e sfatare alcuni falsi miti.

Troppo spesso intatti l’opinione pubblica ha una visione parzialmente distorta di quali siano le possibilità di un celiaco.

È infatti facile incontrare persone che ritengono la celiachia una intolleranza leggera o temporanea, oppure che considerano la dieta priva di glutine una moda sociale, oppure ancora che sia possibile sgarrare mangiando cibi con glutine senza alcuna conseguenza.

I social purtroppo alimentano questo tipo di fake news e per questo motivo Aic cerca con questa campagna di informazione di fare maggior chiarezza su questa infiammazione cronica dell’apparato digerente causata dall’ingestione di cibi contenente glutine in soggetti geneticamente predisposti.

In Italia il numero di persone affette da celiachia è in aumento. Oggi si contano oltre 250mila casi accertati, con il 70% di essi di genere femminile.

I dati mostrano anche come la percentuale di bambini affetti da questa malattia sia raddoppiati in pochi anni.

Le iniziative in Italia

Aic quindi mette in campo la possibilità di chiedere consulenze mediche gratuite. Sarà poi possibile avere un confronto diretto con specialisti di settore, dietisti e nutrizionisti che potranno analizzare i singoli casi.

Altrettanto fondamentali saranno le attività di informazione promosse nelle sedi Aic territoriali.

La città di Ferrara ha deciso poi di tingere di rosso le acque della fontana di Piazza della Repubblica per stimolare la popolazione alla Giornata Mondiale della Celiachia.

Il programma completo degli eventi è consultabile sul sito web dedicato: settimanadellaceliachia.it.

Sullo stesso canale è stato attivato anche un quiz interattivo, con cui ognuno di noi può valutare il proprio livello di conoscenza della malattia.

La campagna di informazione nelle scuole

Non mancheranno le iniziative rivolte ai più piccoli. Saranno infatti organizzati laboratori con cui far approcciare i bambini alle problematiche di una persona affetta da celiachia.

A tal proposito la prima forma di insegnamento riguarda le limitazioni alimentari. In tutte le scuole d’infanzia e primarie di Italia oggi si terrà l’iniziativa “Tutti a tavola, tutti insieme: le giornate del menù senza glutine”.

Verrà infatti servito un pasto completamente senza glutine, con l’obiettivo di sensibilizzare non solo gli alunni ma anche i loro genitori e il corpo docenti.

Il progetto coinvolgerà circa 400 comuni italiani e segue quanto già messo in opera nel 2023 con la distribuzione di 360.000 pasti senza glutine.

Nelle regioni di Lombardia, Campania, Sardegna e Marche sarà poi attivo il progetto sperimentale di screening pediatrico, al fine di rilevare celiachia e diabete di tipo 1.

Il programma è unico a livello mondiale ed è stato promosso dal ministero della Salute e dall’Istituto Superiore di Sanità con lo scopo di identificare i soggetti più a rischio.