L’Oklahoma è diventato il primo stato americano ad approvare una legge che sancisce e protegge il diritto all’autocustodia di Bitcoin. Il provvedimento arriva in un momento molto particolare, con le agenzie federali le quali sembrano intenzionate a condurre un’offensiva contro le criptovalute.

La nuova legge afferma che non si può impedire ai cittadini di detenere e controllare risorse digitali utilizzando un portafoglio hardware. Aggiungendo inoltre che il governo statale non può vietare o limitare l’uso delle criptovalute per l’acquisto di beni e servizi legali.

In Oklahoma l’autocustodia di Bitcoin è ora un diritto

In Oklahoma l’autocustodia di Bitcoin è ora un diritto sancito dalla legge. A renderlo tale il “Bitcoin Rights”, la cui conversione è stata firmata dal governatore repubblicano Kevin Stitt nella giornata di lunedì. Un atto che, a detta del Satoshi Action Fund, un’organizzazione senza scopo di lucro, sarà presto seguito da altri Stati.

È stato proprio il fondo a stilare la proposta di legge, che è stata presentata in altri quindici Stati. Mentre l’Oklahoma Bitcoin Association si è assunto il compito di educare i legislatori sui vantaggi di Bitcoin, svolgendo al tempo stesso un ruolo importante nel rendere lo Stato il primo a trasformare in legge il disegno.

È stato Dennis Porter, CEO e co-fondatore del fondo a commentare l’evento e ad esprimere fiducia in tal senso. Ha infatti dichiarato: “Penso che, alla fine, i legislatori di tutto il paese siano molto aperti a questo tipo di politica”.

Il disegno di legge va anche a menzionare il mining di risorse digitali. Afferma infatti che comuni cittadini possono prendere parte alle attività di estrazione dei blocchi, ponendo comunque dei limiti in tal senso. Ecco quanto affermato al proposito, dal provvedimento: “Sarà legale nello Stato dell’Oklahoma partecipare all’estrazione di risorse digitali domestiche purché la persona impegnata nell’estrazione di risorse digitali domestiche rispetti tutte le ordinanze locali sul rumore”. 

Una postilla resa necessaria dal fatto che si tratta di un settore ad alta intensità energetica il quale utilizza grandi quantità di hardware, spazio e risorse. La maggior parte delle operazioni di mining di Bitcoin sono al momento rappresentate da operazioni su scala industriale in grado di generare inquinamento acustico.

Una situazione in costante evoluzione

L’approvazione del Bitcoin Rights da parte dell’Oklahoma si cala in un contesto molto particolare. Con l’approssimarsi delle elezioni di fine anno, che decideranno l’inquilino della Casa Bianca e la composizione del Congresso, gli asset digitali stanno assumendo una posizione di rilievo nella discussione politica.

Con il trascorrere delle settimane le posizioni al riguardo si stanno ormai cristallizzando, Da una parte i democratici, che sembrano condividere la crociata dell’amministrazione Biden contro le criptovalute, dall’altra i repubblicani, i quali sono invece ormai schierati nel campo avverso.

In questa discussione stanno emergendo in particolare alcune figure, su entrambi i fronti. Su quello democratico spicca in particolare la figura di Elizabeth Warren, vera e propria bestia nera della criptosfera. Tanto da spingere la Blokchain Association a schierarle contro John Deaton, nella corsa al seggio senatoriale del Massachusetts. Ovvero un noto avvocato schierato apertamente con Ripple nella causa intentata contro l’azienda dalla SEC.

Sull’altro fronte spicca invece Donald Trump. Il miliardario, di nuovo in corsa per la Casa Bianca, dopo aver a lungo osteggiato l’innovazione finanziaria è ora risolutamente favorevole alle criptovalute. Tanto da proclamare la necessità di una coesistenza con il Bitcoin.

Nelle pieghe della discussione è peraltro possibile trovare stoccate di non poco conto. Come quella rifilata dallo stesso Porter alla Warren, indicata alla stregua di un manichino manovrato dai “suoi amici scagnozzi bancari”. O come quella non meno micidiale affibbiata a Biden da Scott Melker, famoso trader indicato come “The Wolf of All Street” dagli ammiratori, secondo il quale l’amministrazione si appresta ad attaccare l’intera criptosfera. Con un intento di fondo: consegnare il settore, e le sue potenzialità di guadagno, a Blackrock.