Il 9 maggio scorso è uscito, nelle migliori sale italiane, il nuovo film del regista Benoit Delhomme “Mothers’ Instinct”, remake del film francese “Doppio Sospetto” di Olivier Masset-Depasse. Entrambi tratti dal romanzo “L’Instinct Maternel” di Barbara Abel, troviamo Anne Hathaway e Jessica Chastain nel ruolo delle due protagoniste. Questa drammatica pellicola noir, vietata ai minori di quattordici anni, affronta il tema del lutto materno.

“Mothers’ Instinct”, recensione

Anni ’60. In un sobborgo statunitense estremamente borghese le vicine Alice (Jessica Chastain) e Céline (Anne Hathaway) sono talmente legate da sembrare sorelle. Nonostante siano profondamente diverse, sono emotivamente attratte l’una dall’altra come rapite da un istintivo affetto fraterno.
Sono entrambe sposate, con un figlio ciascuno e tutte e due si occupano a tempo pieno della gestione della casa. Questi sembrano essere gli unici aspetti delle loro vite a somigliarsi.  
In questa soffocante realtà nella quale l’individualità e la personalità delle donne viene strangolata quasi a morte, condannandole a delle esistenze tutte uguali dove le ambizioni personali femminili sono viste come ridicole fantasticherie infantili, le due vicine hanno imparato ad amarsi unendo le loro famiglie praticamente in una sola.

Ambedue ancora molto giovani, la prima, Alice, sembra una ragazza un poco svampita ed eccentrica, dall’abbigliamento elegante ma sensuale, che pare non rendersi conto del suo fascino fortemente erotico che fa girare la testa agli uomini. Ha la carnagione color latte, i capelli biondo platino, gli occhioni da cerbiatta di un verde intenso, una bella bocca dalle labbra carnose tinte di un rosa tenue e un fisico minuto ma formoso. La sua bellissima pelle chiara sotto la luce del sole brilla, illuminando tutto il quartiere. A una prima impressione non risulta particolarmente sveglia, piuttosto appare leggermente frivola e di un’ingenuità fanciullesca. Ma invece ha delle forti aspirazioni, è molto intelligente, possiede un temperamento docile ma altrettanto indipendente; è un’ex giornalista e vorrebbe tornare a lavorare da reporter, benché il marito Simon (Anders Danielsen Lie) abbia delle grosse remore in merito.

La seconda, Céline, si mostra sempre impeccabile, pacata, sorridente al punto che pare circondata da un’aura luminosa come una Madonna. Indossa un abbigliamento più dimesso, casto, come a voler incarnare l’immaginario repubblicano della perfetta moglie invidiabile. Ha un fisico meno appariscente rispetto a quello dell’amica, una chioma castano scuro che le arriva poco sopra le spalle, la bocca grande con una dentatura perfetta e gli occhi marroni che brillano come due fari. Ha uno sguardo che a una prima occhiata risulta rassicurante, ma nasconde un nonsoché di inquietante, come se dietro tutta quella calma ci fosse una follia tenuta minuziosamente a bada. Sposata col compagno Damian (Josh Charles), professionista ambizioso che spera di diventare Presidente degli Stati Uniti, vorrebbero altri figli oltre al primogenito Max, ma purtroppo Céline non può più averne. Questo aspetto della sua esistenza la turba molto, se pur tenendolo nascosto, e proprio per questo è portata a essere eccessivamente materna nei confronti di tutti, soprattutto nei riguardi di Theo (Eamon Patrick O’Connell), il bambino di Alice e Simon.

Una mattina Max non si sente bene, ha la febbre alta ed è così costretto a rimanere a casa anziché andare a scuola insieme all’amichetto Theo. Mentre Céline sta passando l’aspirapolvere, il figlio, lasciato solo nella sua camera, esce in balcone e si sporge sulla ringhiera per giocare con una gabbietta per uccelli. Alice, che se ne stava nel suo giardino, si accorge che Max sta per scivolare giù e corre all’impazzata per avvertire l’amica e cercare di salvarlo. Purtroppo non ci sarà nulla da fare, il bambino cadrà da un’altezza di due piani e morirà sul colpo. Da quel momento le due donne entreranno in un fortissimo conflitto notevolmente meschino, con Céline che accuserà Alice di non aver fatto abbastanza per salvare il suo bimbo anziché prendersi la responsabilità di non averlo sorvegliato a sufficienza.

Passato qualche tempo e superato l’insostenibile silenzio creatosi tra loro si riavvicineranno in quel che sembra, apparentemente, un rapporto ritrovato. Ma Alice inizia a diventare sospettosa nei confronti di Céline quando quest’ultima prende ad avvicinarsi un po’ troppo a Theo, quel ragazzino così piccolo che le ricorda tutti i momenti passati insieme al suo, che adesso non c’è più e che è stato rimpiazzato da un inferno di dolore insopportabile.
I sospetti di Alice saranno davvero frutto di una personalità disturbata e paranoica, o sarà invece Céline a nascondere un’anima nera come la pece, sollecitata a venir fuori da quel lutto lacerante?

“Mothers’ Instinct”, critica

Il regista francese Benoît Delhomme lo scorso 9 maggio ha presentato al cinema “Mothers’ Instinct”, una pellicola noir fortemente drammatica, remake del film “Doppio Sospetto”, del 2018, diretto da Olivier Masset-Depasse e tratto dal romanzo del 2004 “L’Instinct Maternel” della scrittrice Barbara Abel.
Troviamo Anne Hathaway e Jessica Chastain nel ruolo delle due protagoniste in un’interpretazione di rara, sorprendente, bravura.

Questa pellicola più che una rivisitazione è una riproduzione specchio dell’originale, come a voler dimostrare di essere in grado di fare di meglio. E, di fatti, Benoît Delhomme riesce perfettamente in questo compito, superando di gran lunga il lungometraggio di Olivier Masset-Depasse. Ogni scena di “Mothers’ Instinct” è praticamente identica a quelle di “Doppio Sospetto”: l’epoca, i dialoghi, lo svolgimento. Sono davvero pochi i dettagli a differire. Certo, il primo è ambientato in Francia, il secondo negli Stati Uniti, ma anche le abitazioni, la scuola dei bambini, il quartiere, sembrano pressoché uguali ma è come se il secondo sviluppasse in meglio le immagini, elevandosi di grado, un po’ come in The Sims quando, vinto un livello, si passa a quello successivo ottenendo un upgrade sfarzoso per immobili e arredi. Se nel primo, sicuramente più d’essai, spesso manca il pathos necessario per rappresentare una madre a lutto, nel secondo troviamo un cordoglio e un dolore nella recitazione di Anne Hathaway che ti scava a forza nell’addome ferendoti fino alle viscere. Se nella versione originale manca la suspence, il terrore, la paura, nel secondo si butta giù ogni scena per rifarla da capo, regalando allo spettatore attimi di fortissima tensione. Questo remake ti tiene sulle spine, ti fa soffrire, ti fa anche molto arrabbiare, merito soprattutto delle due attrici protagoniste.

In buona sostanza possiamo affermare che “Mothers’ Instinct” è la versione di lusso di “Doppio Sospetto”, che invece è a un livello da thriller per la tv da sabato sera estivo. Devo però sottolineare che senza il soggetto preso dal romanzo di Barbara Abel questo film, ovviamente, non avrebbe mai avuto il medesimo spessore, neanche con una recitazione di così alto livello. Personalmente, quindi, consiglio a tutti di guardare soltanto il rifacimento di quest’opera maestra, noir ed estremamente drammatica.
Quattro stelle e mezzo su cinque.