Malattie cardiovascolari, un nuovo studio scientifico dell’Oms ha evidenziato la grande incidenza del problema in europa, in aumento soprattutto tra gli uomini. I pazienti di sesso maschile infatti, sono pià a rischio a causa di diversi fattori individuati in molte ricerche e confermati proprio dall’Organizzazione Mondiale della Sanità. Che con l’occasione ha spiegato le motivazioni e ribadito anche quali sono i comportamenti corretti e le abitudini da eliminare per una buona prevenzione del problema.

Malattie cardiovascolari, perchè colpiscono di più gli uomini?

le malattie cardiovascolari colpiscono una grande fetta di popolazione ogni anno. Questo si verifica soprattutto nei paesi occidentali e in particolare è in aumento in Europa.

Secondo molti studi, confermati anche dalle ultime indagini scientifiche dell’Oms, gli uomini sono più a rischio delle donne. Statisticamente di 2,5 volte maggiore. Questo perchè sono più soggetti a soffrire di problemi di ipertensione e anche a maggiori valori di frequenza cardiaca.

Essendo più esposti quindi allo sviluppo di conseguenze per il cuore. Con una probabilità più alta di decesso precoce per infarto e ictus. Tuttavia la percentuale di rischio diventa uguale tra i sessi quando la donna entra nella fase della menopausa. Mentre nell’età fertile, gli ormoni femminili hanno una funzione protettiva sull’apparato cardiovascolare.

I fattori di rischio

I principali fattori di rischio, comuni per tutti, ma più presenti naturalmente negli uomini, derivano oltre che dal sesso anche dalla familiarità e dallo stile di vita. Quest’ultimo rappresenta il punto chiave sul quale si può intervenire per prevenire il problema e tutte le conseguenze negative correlate.

Perchè purtroppo per l’ereditarietà genetica si può, nella maggior parte dei casi, solo intervenire con diagnosi precoci e trattamenti che ritardano lo sviluppo di tali patologie e le tengono sotto controllo. Il più importante segnale è quello dell’ipertensione.

Che causa ispessimento delle pareti delle arterie e quindi oltre all’arteriosclerosi possono comportare anche un aumento della probabilità di infarti, ictus e problemi della funzionalità renale. Altri fattori importanti di rischio sono, il diabete, il fumo di sigaretta e e la sedentarietà accompagnata da obesità cronica.

Causa di morte precoce per 10mila persone al giorno

Secondo l’ultimo studio dell’Oms, circa 10mila persone al giorno muoiono prematuramente, in età anche piuttosto giovane, cioè dai 30 ai 69 anni a causa di malattie cardiovascolari. L’incidenza è maggiore non solo negli uomini rispetto alle donne, ma geograficamente in alcune zone dell’Europa e dell’Asia.

Secondo l’organizzazione quindi, c’è l’assoluta necessità di imporre dei programmi di prevenzione a livello internazionale. Finalizzati non solo alla sensibilizzazione sul problema e  a come è possibile prevenirlo, ma anche sui comportamenti corretti.

L’appello è stato quello di intervenire per l’informazione nei cittadini sull’importanza della riduzione del sale nella dieta quotidiana. Consumando solo un quantitativo massimo raccomandato che è quello di un cucchiaino al giorno, corrispondente circa a 5 grammi. Questo vale in totale durante una giornata tipo sia con il sale presente nei cibi ed ingredienti già pronti che in quello aggiunto successivamente alle pietanze.

Prevenzione malattie cardiovascolari: le linee guida dell’Oms

La prevenzione delle malattie cardiovascolari, passa attraverso un approccio integrato. Che come ha individuato l’Oms si compone di comportamenti corretti a livello alimentare e fisico. Evitare il sovrappeso e l’obesità mangiando meglio e introducendo una dieta più sana, povera di grassi e a limitato consumo di sale e zucchero.

Fare attività fisica per mantenere in attività il cuore ed aiutare a tenere sotto controllo la pressione sanguigna. Evitare di fumare. Trattare eventuali problemi di ipertensione precocemente con diagnosi e se presente con farmaci mirati a mantenere i livelli nei limiti.

Tutte queste pratiche possono essere consigliate e monitorate dai medici di famiglia, con un approccio anche mirato a seconda del genere, vista l’incidenza maggiore negli uomini rispetto alle donne nelle fasce di età più giovani.