Quanto costa la scarcerazione di Ilaria Salis? E’ una domanda più che lecita nel momento in cui, secondo l’ordinamento giudiziario ungherese, l’attivista milanese arrestata quindici mesi fa con l’accusa di aver partecipato a degli scontri a Budapest potrà lasciare il carcere dietro il pagamento di una cauzione, un pò come avviene nel sistema statunitense. Nel provvedimento col quale i giudici ungheresi le hanno concesso i domiciliari, si legge che dovrà pagare una cauzione di 16.000.000 HUF (circa 40 mila euro) “entro tre mesi dalla decisione”.

Ilaria Salis scarcerata, quanto costa la cauzione e entro quanto tempo deve essere pagata

La cauzione grazie alla quale Ilaria Salis, l’attivista candidata dall’Alleanza Verdi e Sinistra per le prossime Europee dell’8 e 9 giugno, può lasciare il carcere e scontare la pena ai domiciliari, stando al dispositivo del Tribunale di Budapest, “può essere versata dall’imputato o dal difensore sul conto di deposito del giudice presso la Corte di Giustizia municipale e non può essere revocata. Se l’imputato o il difensore non depositano entro il termine di tre mesi, potranno presentare una nuova richiesta”.  

La storia della Salis

Ilaria Salis, 39 anni, milanese, attivista di sinistra di area antagonista, con una storica frequentazione del centro sociale di via Gola a Milano, è stata accusata insieme a un gruppo di militanti tedeschi di aver aggredito tre neonazisti fra il 9 e il 12 febbraio 2023, a Budapest. Ma perché il suo caso ha fatto scalpore? Salis si dichiara da sempre innocente dei fatti che le vengono contestati: in quei giorni, ha avuto modo di spiegare, era in Ungheria solo per partecipare a una contro-manifestazione pacifica. In ogni caso, dopo gli scontri, è stata arrestata e condotta in carcere. E lì, secondo le sue accuse e quelle del padre, Roberto, è stata fatta oggetto di un trattamento che ha definito “disumano”. Anche per diversi osservatori, nel suo caso, sono stati violati i diritti umani sanciti, tra l’altro, dalla Corte europea dei diritti dell’uomo. Sta di fatto che il Governo di Budapest ha mostrato sempre di interessarsene ben poco, tanto da sfidare l’opinione pubblica internazionale presentando in aula la Salis con le catene a piedi e polsi e un guinzaglio in occasione delle udienze che la interessavano. A quel punto, è intervenuta anche la premier Giorgia Meloni chiedendo al collega Viktor Orban il rispetto dei diritti e un giusto processo. Ma proprio il clamore mediatico attorno al suo caso, ha indotto Alleanza Verdi e Sinistra a candidarla per le prossime elezioni Europee, presentandola come una testimonianza vivente delle vittime dei governi illiberali di ultra destra. Ora, dopo due richieste di domiciliari andate deluse (la prima chiedeva che scontasse la pena in Italia, la seconda a Budapest), l’accettazione da parte dei giudici ungheresi della carcerazione preventiva in un appartamento della capitale magiara. E la speranza confessata dai leader di Avs di portarla a Bruxelles.