Bitcoin, i prezzi al consumo negli Stati Uniti rallentano e il suo prezzo torna a salire
Il prezzo del Bitcoin è tornato a crescere dopo che i dati statunitensi hanno mostrato un rallentamento dei prezzi al consumo, nel corso del mese di aprile. Il dato del 3,4% rispetto al concomitante periodo dell’anno precedente, mostra infatti che gli stessi sono in netto calo rispetto al 3,7% fatto registrare a marzo.
I dati rilasciati dal Bureau of Labor Statistics degli Stati Uniti, si sono immediatamente riflessi sul prezzo di BTC, il quale è tornato a crescere con forza. Al momento è infatti a quota 64mila dollari e sta trascinando anche gran parte delle Altcoin.
Bitcoin torna a crescere dopo la pubblicazione dei dati relativi ai prezzi al consumo
Il rapporto sull’indice dei prezzi al consumo (CPI) va a misurare le variazioni dei prezzi in un paniere di beni e servizi di consumo comuni. Si tratta di uno strumento prezioso per riuscire a stimare le variazioni del tasso di inflazione di una determinata economia.
Nel rapporto odierno, il quale contiene i dati sui prezzi al consumo nel mese di aprile, il BLS ha affermato che i principali fattori che hanno influito sul rialzo dei prezzi sono stati quelli delle case e del gas. Messi insieme hanno rappresentato il 70% dell’aumento dell’intero indice.
Contemporaneamente ai dati sull’inflazione, sono arrivati anche quelli relativi alle vendite al dettaglio di aprile. In questo caso si tratta di un dato piatto rispetto alle previsioni di un aumento dello 0,4% e dello 0,6% di marzo. Le vendite al dettaglio, escluse le automobili, sono infatti aumentate dello 0,2 ad aprile, in linea con le aspettative, ma in calo rispetto allo 0,9% di marzo.
Come influiscono i dati dell’inflazione su Bitcoin e criptovalute?
Storicamente, quando i tassi di interesse sono elevati, gli investitori tendono a privilegiare gli asset che comportano un rischio elevato. Un ambito in cui, nonostante la denominazione di oro digitale, continua ad alloggiare anche il Bitcoin.
I dati in questione, sono abbastanza contraddittori, sotto questo punto di vista. Da un lato si registra una frenata dei prezzi al consumo, che crescono meno del previsto. Dall’altro, però, gli stessi mostrano che l’inflazione non scomparirà in breve. La Federal Reserve, di conseguenza, non mostra alcuna fretta di abbassare i tassi di interesse.
Gli economisti si attendevano che la FED tagliasse i tassi di interesse all’inizio di quest’anno. Attesa che non si è però realizzata e ora, quelli che sono stati intervistati da Reuters ritengono che i tagli ci saranno, in numero di due, con il primo che avrà luogo a settembre.
Bitcoin: cosa attendersi
Sono comunque bastati timidi segnali sul fronte dei prezzi per far tornare di nuovo a crescere BTC. Nel corso delle ultime 24 ore il suo prezzo è infatti salito più del 4%, portandosi di nuovo oltre i 64mila dollari.
Resta naturalmente da vedere se la tendenza attuale proseguirà, anche perché il quadro d’insieme continua ad essere abbastanza contrastato. Se infatti non è ancora arrivata l’onda di piena che molti si attendevano per il post halving, al tempo stesso stanno maturando alcune condizioni che potrebbero agevolarla.
In particolare, sembrano ormai avviarsi verso l’esaurimento le riserve di Bitcoin presenti all’interno degli exchange. Stando ad un recente rapporto di Bybit, queste scorte potrebbero esaurirsi nel corso dei prossimi nove mesi. Ove ciò avvenisse, si verificherebbe uno shock dell’offerta tale da andarsi a riflettere inevitabilmente sulla sua quotazione.
Proprio settembre, quindi, potrebbe rappresentare uno snodo importante in tal senso. Se i dati sull’inflazione dovessero spingere la FED a tagliare i tassi d’interesse, le condizioni per un nuovo impetuoso rally dell’icona ideata da Satoshi Nakamoto verrebbero di nuovo a realizzarsi. Non resta quindi che attendere i prossimi mesi, per capire se ciò accadrà o meno.