La questione relativa a Ethereum continua a tenere banco, in ambito crypto. Anche perché da quello che deciderà la Securities and Exchange Commission (SEC) potrebbe dipendere anche la sorte degli ETF spot pendenti presso l’autorità di controllo dei mercati finanziari statunitensi.

Stando alle ultime voci che si rincorrono al proposito, sembra che l’agenzia guidata da Gary Gensler potrebbe presto decidere se ETH è un titolo o una merce. Anzi, la decisione potrebbe già essere stata presa, indicando la sua natura di titolo. Il dubbio è quello relativo al momento in cui potrebbe essere comunicata. Un momento che potrebbe essere deciso dalla politica.

Ethereum: cosa sta accadendo?

La Securities and Exchange Commission (SEC) potrebbe presto affermare che Ethereum è una sicurezza. Lo farebbe nel suo previsto rifiuto nei confronti delle diverse richieste di ETF Ethereum spot pendenti. Ad affermarlo, nella giornata di ieri, un avvocato specializzato in asset digitali.

L’autorità di regolamentazione dovrà infatti decidere sulla richiesta in tal senso di di VanEck il prossimo 23 maggio, e su quella avanzata da ARK Invest/21Shares il giorno successivo. Scadenze cui guardano con interesse anche BlackRock, Fidelity e Grayscale, altre società che hanno presentato la richiesta di autorizzazione per questo genere di prodotto.

La strategia adottata dalla SEC è però oggetto di discussione in queste ore. Secondo Terrence Yang, amministratore delegato di Swan Bitcoin, l’autorità potrebbe affermare esplicitamente che Ethereum è un titolo regolamentato nelle sue conclusioni sugli ETF. Potrebbe, ma non lo farà.

Il motivo di tutto ciò è molto semplice: “Gensler e il suo team sono animali politici”. In pratica, proprio il contesto che sta assediando le criptovalute è diventato troppo teso. Una mossa di questo genere scatenerebbe reazioni decise da parte dei politici favorevoli alle criptovalute. A partire da quel Donald Trump che dopo aver fiutato l’aria ha deciso di rovesciare completamente le sue posizioni e dichiararsi favorevole agli asset virtuali.

L’ambiguità di Gensler su Ethereum

A rendere più complicato lo scenario concorre poi l’atteggiamento di Gary Gensler, al minimo ambiguo. Il numero uno della SEC, infatti, ha apertamente sostenuto che Bitcoin è una merce, ma non ha mai allargato il suo giudizio a Ethereum.

O meglio, non lo ha fatto pubblicamente. Mentre all’interno dell’agenzia ETH è stato considerato un titolo già dallo scorso anno. A rivelarlo Consensys, nella sua causa contro Gensler, accusato di “sequestro illegale di autorità”, ovvero di abuso di potere.

Proprio all’interno di questa causa, però, potrebbe essere contenuto il grimaldello in grado di scardinare la linea della SEC. Consensys, infatti, ha chiesto ad un giudice federale del Texas di dichiarare Ethereum una merce.

Prima dell’approvazione degli ETF spot su Bitcoin a gennaio, la SEC ha negato richieste simili per un decennio. Nel farlo ha citato preoccupazioni di frode e manipolazione del mercato e affermato, in particolare che gli accordi di sorveglianza che monitorano quello dei futures Bitcoin per gli ETF non sarebbero sufficienti ad evitarle.

Una logica che, infine, è stata dichiarata erronea da una corte federale. Con un corollario decisivo: l’ordine alla SEC di annullare il precedente rifiuto della richiesta di Grayscale di convertire il suo trust di punta in un ETF. L’autorità ha approvato gli ETF sui futures sull’Ethereum lo scorso ottobre, se fosse usato tale modus operandi il regolatore potrebbe trovarsi nella stessa identica situazione.

Come si può notare, quindi, la situazione continua ad essere estremamente fluida. E, come tale, potrebbe risentire non poco delle vicende politiche, che al momento vedono i repubblicani all’attacco della politica repressiva dell’amministrazione Biden. Con riflessi di non poco conto sull’orientamento di voto dei detentori di criptovalute. Una nicchia sempre più numerosa che potrebbe infine risultare decisiva nelle elezioni di fine anno.