Matteo Falcinelli e quelle torture ancora inspiegabili. Una storia che ha sconvolto non solo una famiglia, ma l’Italia intera che ancora non crede sia possibile quello che è successo in un paese come gli Stati Uniti. Una delle mete più ambite dai turisti, soprattutto europei che per questo ragazzo italiano, che in America studia, si è trasformato in un incubo vero.

Matteo Falcinelli e la mamma parlano alla Rai e il ragazzo italiano spiega tutto quello che è successo e quasi si sfoga, con quel “le torture e quanto è successo ha spento qualcosa dentro di me”, le parole dello studente italiano che, mentre parla e racconta, sembra davvero ancora e tanto condizionato da quello che gli è successo.

Matteo Falcinelli: “Sono passati tre mesi, ma è come se fosse accaduto ieri…”

Il povero Matteo Falcinelli , 25 anni, è ancora iscritto alla Florida International University, ma quella notte del 24 e 25 febbraio non la dimenticherà tanto facilmente. I video della polizia che lo mostrano legato mani e piedi, bloccandolo per quasi quindici minuti per terra, una vergogna inaudita e delle immagini che hanno fatto il giro del mondo.

Matteo racconta e quasi si commuove mentre ricorda: “E’ stato terribile, purtroppo, anche perché quella notte si è spento qualcosa dentro di me. L’insopportabile sofferenza non l’ho vissuta soltanto durante l’atroce tortura dell’incaprettamento, ma è andata anche nei giorni successivi, in prigione e nei diversi ospedali dove poi sono stato ricoverato”.

Accanto a sé c’è la mamma e anche il fratello Marco, arrivato direttamente dall’Italia e lui di questo ne è felicissimo: “Mio fratello Marco mi sta supportando moltissimo. Sono rimasto invece sorpreso, anzi letteralmente scioccato, che mio padre Fulvio Falcinelli, nonostante sia stato avvisato da mio fratello Marco il 6 Marzo 2024 dell’estrema serietà della mia situazione, si è totalmente disinteressato ed all’invito di Marco di contattare urgentemente la mamma, vista anche la gravità delle mie condizioni psicofisiche, ha risposto che non ci pensava minimamente. Non so che dire…“.