Premierato, Liliana Segre è durissima nei confronti della Riforma costituzionale che sta portando avanti il Governo, puntuale e precisa arriva la replica di un forte esponente del Consiglio dei Ministri come Guido Crosetto che, con rispetto ed educazione che da sempre lo contraddistinguono, replica con pacatezza alla senatrice.

Premierato Crosetto sottolinea: “Non tocca il presidente della Repubblica”

Mai mi sono occupato di diritto costituzionale ma non sono spaventato da una riforma che somiglia al sistema di elezione di sindaci o presidenti di regione“, la premessa del Ministro della Difesa Guido Crosetto durante la trasmissione “Otto e Mezzo“, su La7. La senatrice Segre se l’era presa parecchio durante un suo intervento al Senato mentre parlava della Riforma che sta portando avanti la Casellati, sulla quale la Segre non ha espresso perplessità: “So che le sue idee sono animate magari da pensieri buoni e propositivi, ma davanti a questa riforma non posso tacere”.

Ed è questo uno dei passaggi che più ha fatto riflettere e che sulla quale il ministro Crosetto puntualizza alcune cose, soprattutto sui passaggi che ci saranno, qualora la legge venisse approvata: “Ci saranno più passaggi alle Camere e il popolo sarà chiamato a giudicare tramite referendum, ci sono tutte le garanzie perché sia legge approvata da Parlamento con ampia maggioranza. Ci sono sistemi analoghi in tutto il mondo, con presidenti anche più forti di quello che avremmo in Italia“.

E ancora Crosetto che ci tiene a precisare e confermare quanto sta facendo il Governo su questo riforma e quello che si tende a portare avanti: “La riforma non tocca il presidente della Repubblica. Non è una riforma che spacca il Paese. Nei prossimi anni avremo la necessità di governi autorevoli e veloci nelle decisioni, il premierato non mi spaventa. Ho un profondo rispetto per Liliana Segre, la sua storia e quello che rappresenta. Non le piace il premierato e ha spiegato il perché. Ritiene che il Parlamento debba essere tutelato, cosa che ritengo questa legge rafforzi. A indebolirlo negli ultimi vent’anni è stata la decretazione d’urgenza“.