La BCE taglierà i tassi sui mutui a giugno? È ancora presto per dirlo con certezza. Tuttavia, le prospettive di un taglio dei tassi a giugno sono buone, in base a diversi indicatori economici.

I tassi dei mutui sono attualmente in calo, secondo i recenti dati di Bankitalia. Le aspettative per giugno sono per un taglio dei tassi di circa lo 0,25%. C’è chi spera in un taglio più deciso, di almeno un quarto di punto. Vediamo insieme quando arriva il ribasso dei tassi sui mutui.

Tassi mutui giugno

All’orizzonte si intravedono i primi segnali dalla BCE: la presidente Christine Lagarde potrebbe tagliare i tassi, se i dati sull’inflazione saranno positivi. Per ora, l’inflazione nell’Eurozona ha registrato un andamento in ribasso negli ultimi mesi, allentando la pressione dovuta a un rapido rialzo dei tassi.

Secondo quanto riportato da ilgiornale.it, è stato rilevato un lento calo sui tassi di interesse e prestiti erogati alle famiglie per l’acquisto di immobili.

In particolare, si osserva un leggero calo non solo sui tassi di interesse sui mutui, ma anche sulle spese accessorie, ovvero il Tasso annuale effettivo globale (TAEG). Al momento, si attestano al 4,21% nel mese di marzo 2024 contro il 4,31% di febbraio.

Il TAEG rilevato sulle nuove erogazioni di credito al consumo si attesta al 10,61% contro il 10,59% del mese precedente

Quando è previsto il ribasso i tassi?

Al momento, non sono state diffuse notizie ufficiali che tracciano una netta distinzione tra i tassi medi sui mutui a tasso fisso e quelli relativi ai mutui a tasso variabile.

Tuttavia, è vero che l’andamento viene registrato da Euribor e IRS, due valori che condizionano rispettivamente il tasso variabile e quello fisso; pertanto, è possibile trarre delle conclusioni approssimative sulla distinzione che porta all’individuazione del tasso più vantaggioso.

D’altra parte, Euribor si mantiene su una linea piatta da diversi mesi, e questo andamento non lascia presagire variazioni in ribasso sui tassi dei mutui a tasso variabile. Diversamente, accade con l’indice IRS, che registra un ribasso di circa 0,8 punti, condizionando i nuovi mutui a tasso fisso che registrano un netto calo.

Ipotizzando, ad esempio, di dover accendere un finanziamento del valore di 126 mila euro da restituire in 25 anni con l’applicazione di un nuovo mutuo a tasso fisso, si risparmiano circa 40 euro al mese.

In sostanza, sembrerebbe quasi una lieve controtendenza, specialmente se si considera che in periodi “normali” la situazione sarebbe ribaltata.

In generale, i mutui a tasso fisso hanno dei costi più elevati a causa della maggiore sicurezza per l’istituto di credito, in quanto il debitore si impegna a versare la medesima rata ogni mese per l’intera durata del mutuo.

La morbida riduzione dei tassi fissi rispetto a quelli variabili, escludendo i mutui “green”, porta gli istituti di credito a proporre tassi fissi sotto il 2%, rispetto al 3% offerto in condizioni “normali”.

Tassi sui mutui sforbiciata decisiva a giugno, se l’inflazione tiene

 Le migliori previsioni collocano una netta divaricazione sui tassi di interesse tra qualche settimana. Se l’inflazione tiene e a giugno si raggiunge l’obiettivo del 2% nell’Eurozona, non si esclude un cambio di rotta della BCE.

Secondo numerosi esperti, la Banca centrale europea (BCE) sarebbe pronta a tagliare presumibilmente di 25 punti base il costo del denaro per contrastare l’impennata dell’inflazione in Europa.

Secondo le stime di Facile.it, che ha analizzato i futures sugli Euribor, il primo ribasso dei mutui a tasso variabile dovrebbe essere registrato a partire da giugno. Per questo periodo è atteso un ribasso di circa 22 euro.

Risparmio fino a 100€ sulla rata? Non per tutti e non subito

In questo scenario, ad esempio un mutuo a tasso variabile acceso per un valore di 120 mila euro da restituire in 25 anni, sottoscritto prima dell’impennata dei tassi, registrerà una drastica riduzione anche di circa 65 euro a rata entro dicembre 2024, mentre per giugno 2025 calerà di circa 100 euro a rata.

È altresì vero che tendenzialmente l’Euribor si manifesta anticipando le mosse della BCE, e questa potrebbe essere la motivazione plausibile per cui negli ultimi giorni è stato registrato un calo, attestandosi sotto il limite del 3,90% per quello a tre mesi.

Se questo andamento dovesse essere confermato nelle prossime settimane, i mutuatari potrebbero raccogliere benefici importanti già dai prossimi mesi.

La divaricazione dei tassi BCE è attesa verso la metà di giugno, ovvero importanti novità potrebbero emergere nella riunione del direttivo della Banca Centrale Europea. Le migliori previsioni portano a controtendenza e con un netto rilassamento sulla stretta alla politica monetaria registrata nell’ultimo biennio.

Tuttavia, in merito al credito, nonostante la tendenza in ribasso, siamo ancora lontani dagli indici registrati prima della crisi energetica.

Al momento, Bankitalia annota un lento calo dei prestiti alle famiglie, un calo a marzo dell’1,4% sui dodici mesi, mentre quelli distribuiti per le società si attestano a -3,9%.

Cosa potrebbe succedere?

Se la BCE opera una divaricazione sui tassi di riferimento, porterebbe a una netta riduzione dei tassi sui mutui, favorendo famiglie e imprese. Questo potrebbe spingere gli italiani a reinvestire nel mattone, acquistando case e promuovendo investimenti su ampia scala, stimolando così l’economia nazionale.

Nello stesso tempo, il governo e le aziende vedrebbero una riduzione del debito, con la possibilità di disporre di maggiore liquidità per far fronte a nuovi investimenti e spese.

Tuttavia, è anche vero che l’impatto potrebbe essere molto più modesto rispetto alle aspettative, influenzato da diverse variabili legate sia al mutuo che alla situazione finanziaria del mutuatario e altre condizioni.