Duro intervento della senatrice a vita Liliana Segre sulla Riforma del Premierato durante la discussione generale in corso – oggi 14 maggio 2024 – nell’aula di Palazzo Madama.
“Non posso e non voglio tacere”, ha detto la senatrice Segre, sottolineando aspetti da lei ritenuti allarmanti all’interno della riforma che punta ad introdurre nella Costituzione Italiana l’elezione diretta del Presidente del Consiglio.
Liliana Segre ha sottolineato come “riformare la Costituzione non sia una vera necessità” ma, al contrario, sia necessario attuarla compiutamente.
Senato, l’attacco di Liliana Segre al Premierato: “Non posso e non voglio tacere”
Giornata campale oggi a Palazzo Madama dove è attualmente in corso la discussione generale sulla riforma del Premierato, la “madre di tutte le riforme” come è stata ribattezzata dalla maggioranza. Nello stesso tempo presso la Commissione Finanze si sta svolgendo la discussione per gli emendamenti al Dl Superbonus.
Nell’aula di Palazzo Madama, la senatrice Liliana Segre ha attaccato duramente la riforma del Premierato, sottolineando i rischi connessi al tentativo di “forzare un sistema di democrazia parlamentare introducendo l’elezione diretta del capo del governo”, ovvero: “produrre una stabilità fittizia” e “produrre un’abnorme lesione della rappresentatività del Parlamento”.
“Ulteriore motivo di allarme è provocato dal drastico declassamento che la riforma produce a danno del Presidente della Repubblica. Il Capo dello Stato infatti non solo viene privato di alcune fondamentali prerogative, ma sarebbe fatalmente costretto a guardare dal basso in alto un Presidente del Consiglio forte di una diretta investitura popolare”,
ha detto la senatrice a vita.
Liliana Segre: “Con premierato dominio assoluto del Capo del Governo”
La senatrice Segre ha anche messo in guardia l’aula di Palazzo Madama dal rischio di un eccessivo concentramento dei poteri nelle mani del Capo di Governo.
Con la riforma costituzionale sul Premierato, secondo la senatrice, il rischio è che “tutto”, dalla scelta del Capo dello Stato fino al “controllo della Corte Costituzionale e degli altri organismi di garanzia”, finisca “sotto il dominio assoluto di un capo del governo dotato di fatto di un potere di vita e di morte sul Parlamento”.
La senatrice ha anche sottolineato che si sarebbe potuta prevedere l’elezione diretta del Presidente del Consiglio utilizzando strumenti e modelli già sperimentati in altre democrazie occidentali, senza formularne una inedita che non garantirebbe l’equilibrio tra i poteri.
“Aggiungo che il motivo ispiratore di questa scelta avventurosa non è facilmente comprensibile, perché sia l’obiettivo di aumentare la stabilità dei governi sia quello di far eleggere direttamente l’esecutivo si potevano perseguire adottando strumenti e modelli ampiamente sperimentati nelle democrazie occidentali, che non ci esporrebbero a regressioni e squilibri paragonabili a quelli connessi al cosiddetto ‘premierato'”,
ha concluso Segre.