Una vicenda controversa trova spazio tra le pagine di cronaca a partire da un locale iconico di Napoli. Il nome del titolare del ristorante “Dal Presidente”, quello di Massimiliano di Caprio, sta facendo discutere i clienti abituali e tutta Italia, a causa della chiusura improvvisa della stessa pizzeria e, soprattutto, dell’arresto del direttore per presunti coinvolgimenti tra riciclaggio e camorra. A riportarlo, tra le varie testate locali, è vesuviolive.it.
Chi è Massimiliano Di Caprio, titolare della pizzeria Dal Presidente a Napoli?
Massimiliano Di Caprio, 50 anni, è il titolare della storica pizzeria “Dal Presidente”, aperta fin dal 1936: e il suo nome comparire tra i cinque arrestati oggi, 14 maggio 2024, per un’ inchiesta su camorra e riciclaggio. La pizzeria è stata sequestrata dal nucleo economico della guardia di finanza, nell’ambito di un’indagine sul clan Contini.
Sempre vesuviolive.it riporta che Di Caprio aveva già conosciuto le luci della ribalta (non così positive) per via di un commento omofobo che aveva pubblicato sul suo profilo nel 2022, dove definiva le persone omosessuali “pervertiti infelici”. In particolare, le parole che avevano attirato contro di lui e il suo locale una pioggia di commenti negativi erano:
“Lo sono UOMO e non voglio offendere la legge di Gesù Cristo che ha creato l’uomo e la donna e devo essere falso, viscido, lecchino dei gay e delle lesbiche. Per me siete dei pervertiti infelici e volete far sentire gli altri sbagliati.”
In seguito, l’autore del post avrebbe giustificato gli insulti rivolti alle persone lgbt dicendo che era uno sfogo dovuto ad un episodio nel quale un bambino sarebbe stato, a suo dire, insultato da una persona omosessuale.
La pizzeria “chiusa per Camorra”?
Da quanto riportato su Ansa, la pizzeria “Dal presidente” di Napoli è finita al centro di un’operazione condotta dalla Direzione distrettuale antimafia e dalla Guardia di Finanza di Napoli. I proprietari, Massimiliano Di Caprio e la moglie Deborah Capasso, sono stati accusati di aver occultato il vero titolare del locale, Vincenzo Capozzoli, affiliato al clan camorristico dei Contini.
Si sospetta che il clan abbia preso il controllo della pizzeria attraverso un prestanome e l’abbia utilizzata per attività di riciclaggio di denaro. Di Caprio, Capasso e Capozzoli sono stati condotti in carcere, mentre altre due persone sono agli arresti domiciliari. Le autorità hanno anche proceduto al sequestro della pizzeria e di altri beni immobili del valore di 3,5 milioni di euro.
Dalle indagini e dall’intercettazione della conversazione tra la moglie di Di Caprio e la commercialista, sarebbe emerso che Massimiliano Di Caprio avrebbe costretto un ragazzo titolare di un’agenzia a chiuderla tramite dei pestaggi. La moglie, infatti, pare abbia detto che non si stancava mai di fare delle cattiverie:
“Massimo non si stanca mai di fare le cattiverie, però poi lui le cattiverie non le vuole da nessuno. Pure con l’agenzia di viaggi qua fuori di quel ragazzo… è normale che ha chiuso, quello andò a minacciarlo… scusate quello è un buon ragazzo, quello lavora onestamente e andava a picchiarlo ogni tanto.”
Si legge su Il Fatto Quotidiano.
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