Quella vissuta domenica è stata una giornata speciale e indimenticabile per tutti i tifosi della Lazio. Allo stadio Olimpico si è festeggiato il 50esimo anno dalla vittoria del primo Scudetto e per l’occasione i Campioni d’Italia del ’74 sono tornati in campo. Hanno ricevuto un affetto incredibile da parte dei tifosi biancoelesti presenti sugli spalti e hanno portato fortuna alla squadra di Tudor, che poi ha battuto l’Empoli. Per raccontarci le emozioni provate con la maglia della Lazio e per la festa per i 50 anni dello Scudetto, Sergio Petrelli, protagonista nel 1974, è intervenuto in esclusiva a Tag24.
Lazio, la festa per i 50 anni dal primo Scudetto, Petrelli a Tag24
50 dalla vittoria del primo e più celebre Scudetto della storia vanno festeggiati, ed è per questo che in occasione del match Lazio-Empoli, che si è giocato domenica scorsa allo stadio Olimpico, il presidente Lotito ha voluto organizzare una manifestazione per rendere omaggio ai protagonisti di quella celebre impresa. La Banda Maestrelli è tornata in campo ed è stata un’emozione unica e indescrivibile. Ne è passato di tempo da quella gioia immensa, ma l’amore nei confronti di quella squadra è rimasto intatto. Per chiudere in bellezza la giornata, i ragazzi di Tudor hanno battuto l’Empoli, rimettendosi così, ancora una volta, in corsa per il sesto posto. Per raccontarci le emozioni provate con la maglia della Lazio e per la festa per i 50 anni dello Scudetto, Sergio Petrelli, protagonista nel 1974, è intervenuto in esclusiva a Tag24.
Domenica è stata una giornata di grande festa, ci racconti quali sono state le tue emozioni?
“È stata una giornata magica, un’emozione forte, anche perché eravamo accompagnati da tutti i figli di chi purtroppo non c’è più. Pulici, Wilson, D’Amico e tutti gli altri sono sempre con noi e c’erano anche domenica. È stata davvero una bella occasione per poter festeggiare al massimo”.
In uno scenario meraviglioso, pieno di tifosi di tutte le età. Ti ha sorpreso vedere quanto ancora quella Lazio sia amata e osannata, anche da chi non l’ha potuta vivere in prima persona?
“E’ un po’ la magia di quella Lazio. Molti di coloro che ci chiedevano le foto e si sono avvicinati a noi, ci raccontavano che nel 74 non erano ancora nati, ma che hanno imparato ad amarci grazie ai racconti dei loro papà. La scena più o meno era sempre questa. È davvero una cosa incredibile. Non pensavo sinceramente che ci fosse tutta quella gente allo stadio ed è stata un’emozione unica”.
La Lazio arriva a quello scudetto grazie all’apporto di tutti, ma se devi individuare un solo protagonista, chi diresti?
“Io metto sullo stesso piano Frustalupi e Chinaglia perché erano due uomini unici e di classe. Giorgio sembrava un tontolone, ma era di un intelligenza incredibile e sapeva giocare a calcio. Mario invece era impressionante perché non era molto alto, ma intercettava tutte le traiettorie e i palloni che provavano a far filtrare gli avversari. Sapeva sempre dove posizionarsi, era il fulcro della nostra squadra. Era davvero sorprendente perché si muoveva sempre in anticipo, come se avesse il pensiero collegato all’avversario. È andato via dall’Inter perché era considerato vecchio, poi è venuto alla Lazio e ha vinto lo scudetto. E poi ancora ha fatto la differenza anche a Cesena e Pistoia. Era sempre all’altezza della situazione”.
Lazio-Empoli e il finale di stagione
Fortunatamente poi la Lazio ha anche vinto, come l’hai vista la squadra di Tudor?
“Avevo già seguito le partite precedenti e non mi erano piaciute particolarmente. Contro l’Empoli invece ho visto un po’ di grinta in più. Questa squadra non è male, ma vorrei vedere qualche italiano in più in campo. E pensare che la Lazio è una di quelle che ne ha di più”.
Ora la Roma, e quindi il sesto posto, dista soltanto un punto. La rivalità cittadina può essere una motivazione in più per vincere entrambe le partite che restano?
“Non sarebbe poi così impossibile, perché la Lazio che ho visto domenica è una squadra che gioca a calcio. In questo momento ha meno velocità e ha meno fuoriclasse di quelli che può avere la Roma, ma credo che sia più squadra. Questo almeno è quello che emerge dall’esterno. De Rossi, da quando è arrivato sulla panchina giallorossa, ha inanellato parecchi risultati consecutivi, ma aveva anche un calendario piuttosto semplice. Poi ha vinto il derby e quella è stata la partita fondamentale per loro. Adesso dai biancocelesti mi aspetto grande determinazione”.