Otto mesi di reclusione, un risarcimento di mille euro per ognuno dei quattro querelanti e il pagamento di oltre duemila euro di spese processuali. Questa la condanna decisa in primo grado da un giudice per Pasquale Napolitano, giornalista de Il Giornale e di altre testate online, per un articolo di dodici righe pubblicato nel 2020 su Anteprima24.it.

Argomento? La situazione dell’Ordine degli Avvocati di Nola e del suo presidente che, nonostante non avesse più la maggioranza del Consiglio e una sentenza del Tar permettesse ai consiglieri di sfiduciarlo, restava comunque al suo posto.

La sentenza sta destando scalpore e solidarietà è stata espressa al cronista anche dall’Ordine dei Giornalisti della Campania e dalla Commissione Legalità dell’Ordine regionale. Napolitano, sentito da Giovanni Santaniello, racconta in esclusiva a Tag24 che ricorrerà in appello. Il cronista non ha dubbi: “Ho rispettato tutte le regole del buon giornalismo”.

Condannato a 8 mesi per diffamazione, il commento del giornalista Pasquale Napolitano: “Non ho alcun dubbio, ho svolto correttamente il mio lavoro”

Il giudice è ancora in fase di scrittura delle motivazioni quindi non sono noti i dettagli della sentenza, sottolinea Napolitano. Però è certo che ricorrerà in appello:

“Non ho alcun dubbio sull’aver svolto correttamente il mio lavoro e aver rispettato tutte le regole del buon giornalismo. Ho dato la parola anche ai querelanti accogliendo sul sito le repliche e le risposte“.

Dopo la pubblicazione dell’articolo ‘incriminato’, infatti, Napolitano ha pubblicato una lettera dei consiglieri e quella dello stesso presidente che nel frattempo aveva deciso di dimettersi. Sotto accusa alcuni termini usati nell’articolo. In particolare, l’espressione “avvocati tenuti in ostaggio” che il cronista utilizza riferendosi all’allora Presidente in carica.

“Sul titolo si tende a sintetizzare, a colorare un po’ il concetto, come fanno tutti” spiega il giornalista. “Sui termini usati, ‘in ostaggio’ era in senso figurativo, non intendevo di certo dire che il Presidente aveva effettuato un sequestro di persona” aggiunge.

“In Appello fortunatamente ci sarà un ordine collegiale, quindi ci sarà la possibilità di discussione e di avere posizioni diverse” spiega ancora Napolitano.

Solidarietà dall’Ordine dei Giornalisti della Campania: “Un inaccettabile attacco all’informazione”

L’Ordine dei Giornalisti della Campania e la Commissione Legalità dell’Ordine regionale ha espresso la sua “piena e forte solidarietà” di fronte alla condanna in primo grado del collega Pasquale Napolitano.

I fatti rappresentano un inaccettabile attacco alla libertà di informazione. Non comprendiamo come si possa essere arrivati ad una condanna ad 8 mesi di carcere per un articolo sull’ordine degli avvocati di Nola che non aveva – a nostro parere- elementi di diffamazione e che ha assicurato diritto di replica. Napolitano, cronista 42enne, ha semplicemente svolto il proprio lavoro e la condanna al carcere, seppur con pena sospesa, è una grave ferita che non può passare inosservata. Questo tipo di sentenza mette a rischio l’autonomia dei giornalisti

si legge sulla nota, che prosegue evidenziando come sia “incomprensibile” che la condivisione social del pezzo sia stata ritenuta un’aggravante.

Non è ancora non chiaro è come sia possibile che la sentenza in questione, su un diritto costituzionale, sia stata emessa da un Got (Giudice Onorario di Tribunale, ndr). Ci auguriamo che il caso venga assolutamente rivisto in appello, sarebbe un grave precedente. La Corte Costituzionale con la sentenza n.150 del 2021, ha infatti riconosciuto il ruolo dell’Ordine dei giornalisti a difesa degli interessi diffusi e ha modificato le attuali norme restringendo le ipotesi di carcere per i giornalisti.