Giornata di critiche ed accuse incrociate oggi 14 maggio 2024 in Liguria. Si è aperta a Genova la prima giunta regionale senza il governatore Giovanni Toti, agli arresti domiciliari per aver deliberato diversi atti in cambio di voti alle proprie liste durante le ultime elezioni regionali.
Il leghista Alessandro Piana guiderà ad interim la giunta, mentre diversi cittadini hanno protestato chiedendo un cambio di passo alla politica locale. Nel frattempo, l’avvocato di Toti ha chiesto che i pm genovesi trovino una data per l’interrogatorio del suo assistito.
Inchiesta di Genova, i cittadini protestano alla prima riunione della giunta regionale dopo gli arresti: “Vergognatevi!”
Nonostante tutto, si va avanti. La prima giunta regionale in Liguria, dopo gli arresti domiciliari che hanno colpito il governatore Giovanni Toti, si è aperta oggi 14 maggio 2024 con un forzato ottimismo e con la volontà di continuare la propria attività politica.
Cosa di cui però non sono convinti diversi cittadini, che durante la sessione di lavori sono intervenuti con cartelli che accusavano i politici della giunta di essere dei “buffoni” che dovevano “vergognarsi” per quanto successo. Mentre la sedia del governatore Toti è rimasta vuota, il presidente ad interim della Regione Liguria, Alessandro Piana (Lega), ha preso il suo posto per mandare avanti provvisoriamente la regione:
Secondo quando stabilito dal comma secondo dell’art. 41 dello Statuto della Regione, ho assunto ad interim le funzioni di Presidente della Giunta regionale. Con senso di grande responsabilità per le funzioni attribuitemi dalla Carta statutaria, mi preme esprimere innanzitutto un pensiero di vicinanza al presidente, auspicando che, rispetto alle note vicende che lo riguardano, venga fatta chiarezza nel più breve tempo possibile. L’attività della Regione proseguirà, senza soluzione di continuità.
Le dimissioni di Toti sono diventate quindi l’oggetto della discordia nella giunta regionale. Il capogruppo di Fratelli d’Italia Stefano Balleari ha indicato la linea che seguirà il suo partito:
Fermo restando che la misura cautelare non può e non deve cancellare i risultati ottenuti in Liguria in questi anni, FdI terrà una linea attendista, se la giustizia stabilirà che il presidente Toti è colpevole, lo stabiliranno i giudici, non quest’aula. Noi ci atteremo alle sentenze. Ma fino a prova contraria ci asterremo da qualsiasi atteggiamento giustizialista e aspetteremo la conclusione delle indagini.
Attendere il lavoro dei giudici, però, non è nell’interesse dei cittadini genovesi: è quanto si può leggere nei vari interventi che gli esponenti liguri del M5S, del PD e di AVS hanno sviluppato durante la giunta regionale. Il capogruppo del M5S Fabio Tosi ha affermato:
Respingo ai mittenti l’appellativo di ‘sciacalli‘, perché in un Paese normale e civile, quando una persona arriva agli arresti domiciliari, si dimette, è per questo che chiediamo le dimissioni. Volete aspettare dieci anni? Dieci anni che finisca tutto il processo?
L’avvocato di Toti ha chiesto che il suo assistito sia interrogato: “Vuole spiegare alcuni fatti”
I primi interrogatori non hanno portato novità sostanziali e si attendono sviluppi che, a livello giudiziario e politico, possano davvero impattare sulla giunta regionale ligure. Ad esser stati interrogati sono stati Aldo Spinelli, imprenditore portuale ed ex proprietario del Livorno calcio, ed i fratelli Italo Maurizio ed Arturo Angelo Testa.
Spinelli si è lamentato, con il gip di Genova che ha condotto l’interrogatorio, che Toti non avrebbe mantenuto le sue promesse sulle concessioni portuali nonostante i ripetuti incontri sullo yatch del primo, mentre Arturo Testa ha parlato per circa un’ora ed ha risposto alle domande; tramite il suo legale ha chiesto la revoca della misura cautelare.
Mentre il fratello Italo ha scelto di non parlare, Arturo all’uscita del tribunale ha respinto le accuse a suo carico:
Questa era una delle tante campagne elettorali. Io non ho convinto nessuno dei tiesini, chi è di centro destra vota centro destra e chi è di centro sinistra vota centro sinistra. Noi non siamo né arrabbiati né adirati.
Prossimamente potrebbe toccare allo stesso Toti, il cui legale Stefano Savi ha chiesto che i pm trovino una data utile affinché il suo assistito possa esser interrogato. Savi ha descritto Toti come tranquillo e desideroso di chiarire diversi aspetti delle accuse a suo carico, cosa che potrebbe far terminare gli arresti domiciliari.
Il governatore ligure è stato anche accusato, in un’altra inchiesta, di aver truccato insieme al suo capo di gabinetto Matteo Cozzani i numeri riguardanti i contagi Covid presenti in Liguria. L’avvocato Savi contesta il contenuto delle accuse:
Naturalmente siamo tranquilli e i dati sono corretti. Era un filone esistente che aveva portato all’iscrizione per un falso, di cui non abbiamo saputo più nulla. Ad oggi non abbiamo avuto alcun seguito.
Le reazioni dei partiti politici all’inchiesta in Liguria. Richetti (Azione): “Via Toti se non riesce a governare”, ma la ministra Santanchè ribatte: “Spero che la situazione si chiarisca presto”
Non è possibile, quindi, indicare come si svilupperà la situazione a livello politico. L’interesse da parte dei tre partiti di centrodestra al governo è di aspettare l’esito delle Europee, minimizzando i danni d’immagine che l’inchiesta in Liguria potrebbe portare, ma d’altro canto sembra necessario che Toti debba fare un passo indietro e dimettersi.
Il problema qui è che, essendo agli arresti domiciliari, il governatore ligure non può parlare con i principali esponenti di Forza Italia, Lega e Fratelli d’Italia, cosa necessaria affinché si possa capire chi sarà a capo della giunta regionale in Liguria.
Diversi esponenti di destra in questo momento predicano calma e si dicono garantisti: le richieste di dimissioni avanzate dalle opposizioni non devono quindi esser prese in considerazione. La ministra per il Turismo Daniela Santanchè fa parte di questa schiera:
Non conosco le carte, penso che Toti dovrà difendersi, ma non penso che sia la magistratura a decidere chi fa il governatore o chi fa il ministro. Io mi auguro che la cosa si chiarisca al più presto.
La risposta di Santanchè segue ai commenti dei partiti di centrosinistra, come il M5S o il PD. Se i dem si dicono “allibiti” che Toti non abbia ancora rassegnato le dimissioni, fra i pentastellati torna al centro dei loro discorsi la questione morale o quantomeno una richiesta di maggior attenzione verso i finanziamenti (privati) ai partiti:
Una riedizione del peggiore malaffare tra politica, affaristi e imprenditori. Una mazzettopoli che presta il fianco, come sempre avviene nei casi di corruttela, alle infiltrazioni malavitose. Eppure le dimissioni non sono ancora arrivate. Com’era prevedibile, in effetti, in una cultura politica che non ha alcun senso di etica e morale pubblica. A tutto questo la maggioranza risponde correndo ai ripari in Parlamento per comprimere lo strumento delle intercettazioni, indispensabile per svelare possibili episodi di corruzione in inchieste proprio come quella di Genova.
E’ quanto ha scritto sul proprio profilo Facebook Agostino Santillo, vice presidente del gruppo M5s alla Camera.
Proprio l’agibilità politica di Toti è al centro del commento di Matteo Richetti, capogruppo di Azione alla Camera. Da un lato Richetti afferma che non si può condannare una persona senza un processo, ma allo stesso tempo chiede se sia possibile governare una regione senza che a capo vi sia il suo effettivo governatore:
Non si deve dimettere chi riceve un avviso di garanzia. In politica si deve dimettere sempre chi non è più nelle condizioni di svolgere le proprie funzioni pubbliche, per qualsiasi ragione. La domanda che ci dobbiamo fare e che si deve fare il presidente Toti, del quale non chiedo le dimissioni, è ‘sei nelle condizioni di governare quella Regione?’