Sparo di Capodanno, Pozzolo: “Ecco chi ha sparato”. Cosa ha detto il deputato di FdI ai giudici?
“Vi dico chi ha sparato al Veglione di Capodanno”.
Emanuele Pozzolo, il deputato di Fratelli d’Italia, unico indagato per il ferimento accidentale di del 31enne, Luca Campana, nel corso della festa di Capodanno nella sede della proloco di Rosazza nel biellese, ieri pomeriggio si è recato presso la Procura di Biella, accompagnato dal suo avvocato, per raccontare la sua verità.
Una verità che ha a lungo taciuto e che ieri per la prima volta ha deciso di raccontare alla luce dei risultati della perizia dei suoi consulenti.
Ecco cosa ha detto il deputato di Fratelli d’Italia – attualmente sospeso dal partito – su quanto accaduto la notte del 31 dicembre 2023, quando un colpo partito accidentalmente da una pistola da lui detenuta, ferì il genero del caposcorta del sottosegretario alla Giustizia, Andrea Delmastro che, al momento del ferimento, ha sempre detto di non trovarsi nella sala dove la festa si stava avviando alla conclusione.
Sparo di Capodanno, Pozzolo: “Ecco chi ha sparato”. Cosa ha detto il deputato di FdI ai giudici?
Emanuele Pozzolo, attualmente indagato con l’accusa di di lesioni colpose, porto illegale di arma da fuoco e omessa custodia di armi, in questi mesi ha sempre negato di essere stato lui a premere il grilletto che ha accidentalmente ferito Campana e ieri, nel corso di una deposizione fiume – durata circa quattro ore – ha indicato nel caposcorta del sottosegretario Del Mastro, Pablito Morello, la persona che maneggiando l’arma, avrebbe fatto partire accidentalmente il colpo che ha raggiunto il genero di quest’ultimo alla coscia.
La versione del deputato di Fratelli d’Italia adesso dovrà essere verificata dalla Procura anche sulla scorta della controperizia della difesa in cui viene confutata la tesi secondo cui a sparare sarebbe stato, invece, Pozzolo.
La controperizia scagiona Pozzolo. Scontro tra il perito della difesa e quello della Procura
Lo scontro, adesso, si sposta sulle perizie. Da una parte quella depositata ad aprile dall’esperta incaricata dalla Procura di Biella, Raffaella Sorropago in cui si avvalora l’ipotesi secondo la quale al momento in cui è partito il colpo, il revolver si sarebbe trovato in mano al deputato di Fratelli d’Italia. Una ricostruzione sempre negata da Pozzolo e dalla perizia presentata dal perito di parte, il dottor Luca Soldati che ha criticato la ricostruzione fatta dalla collega nominata dalla Procura.
Critiche che non sono piaciute alla consulente incaricata dalla magistratura inquirente che ha dichiarato all’AGI:
“E’ perlomeno irrituale che il perito della difesa parli di ‘metodo non ammissibile o lecito’ riferendosi al mio lavoro”.
E, aggiunge nero su bianco, nella relazione del CTP della difesa ci sono “errori e imprecisioni tecniche” e non si presenta “mai un’ipotesi di ricostruzione alternativa dell’accaduto”.
Divergenze sono emerse anche sul valore dell’esame dello “stub”, cioè il rilievo della presenza di particelle di polvere da sparo sulle mani e gli indumenti: per Soldati, infatti, Pozzolo sarebbe risultato positivo solo per una contaminazione generica da inquinamento, perché i residui di sparo in genere si diffondono nell’ambiente per almeno dieci metri. Di parere radicalmente opposto la consulente dell’accusa.