Una manifestazione senza bandiere di partito molto partecipata quella di sabato 11 maggio 2024 che ha visto scendere in piazza a Genova i cittadini di diversi comitati contro le grandi opere: le proteste hanno coinvolto diverse realtà da tutta la Liguria. Nel corso della manifestazione è stato contestato il presidente del M5s Giuseppe Conte da molte delle persone presenti.
Pochi giorni prima del corteo, il 7 maggio, è stato arrestato il presidente della Regione Giovanni Toti con l’accusa di corruzione assieme a diversi volti noti dell’imprenditoria genovese. Nell’occhio del ciclone sono finiti anche i molti progetti della Giunta spesso contestati dai cittadini, in particolare le decisioni riguardo al porto di Genova che si espande sempre di più verso la città.
Rosanna Aluigi era in piazza lo scorso sabato ed è una delle rappresentanti della Rete dei comitati genovesi. Oggi ha parlato a Tag24 dell’impatto del recente scandalo nella Regione Liguria e di come dovrebbe cambiare la politica.
Proteste dei comitati contro le grandi opere in Liguria, l’intervista a Rossana Aluigi
Tra la bufera politica che si vive in questo momento nel Palazzo della Regione Liguria ed i timori per il futuro del proprio territorio. Le grandi opere ritenute vecchie e poco conformi al rispetto dell’ambiente vengono contestate dai gruppi di cittadini da tutta la Liguria che invece chiedono maggiore attenzione alla sanità e all’uguaglianza sociale messa a repentaglio da una logica “troppo imprenditoriale e poco vicina ai cittadini“. Lo scorso 11 maggio gran parte dei comitati da tutta la Regione hanno manifestato a Genova.
Rossana Aluigi spiega a Tag24 cosa sta succedendo in questi giorni in Liguria e quali potrebbero essere i futuri risvolti.
D: Cosa pensate dell’attuale situazione all’interno della Regione Liguria dopo l’arresto del presidente Giovanni Toti?
R: “L’attuale situazione svela il motivo per cui i comitati e e le associazioni territoriali hanno iniziato a parlarsi alcuni anni fa. Indubbiamente c’è sempre stata una mancanza di trasparenza nella progettazione a Genova e su tutto il territorio ligure, un’esclusione dalle informazioni e dalla partecipazioni dei cittadini e una blindatura a livello istituzionale.
Con il nuovo regolamento municipale i municipi sono stati esautorati in parte da una serie di compiti e quindi una mancanza di democrazia che ha pesato. Sono nati in Liguria molti comitati anche a tutela di servizi come scuola e manutenzione dei territori contro gli interessi dei privati”
D: Che rapporti ci sono stati tra i comitati cittadini e la Giunta?
R: “Pochi, i comitati e le associazioni hanno partecipato alle audizioni che rimangono comunque riti formali e che non altera le decisioni prese dalla Regione. Le scelte vengono prese e poi si prova a modificarle senza troppi risultati…”
D: Quindi il presidente della Regione non vi è realmente venuto incontro?
R: “No. C’è un’idea di sviluppo e di città che va in una certa direzione, si privilegiano di più gli interessi economici rispetto ai bisogni reali della popolazione, in particolare le fasce economicamente più deboli. Se si costruisce una nuova infrastruttura è necessario che questa abbia ricadute positive non solo per l’imprenditore o per il porto ma anche per i cittadini.
Se pensiamo che la mobilità è rivolta solamente alle merci o che alcune strutture sono rivolte solo alla struttura del porto senza ricadute sulla popolazione c’è una contraddizione profonda…”
D: Avete avuto modo di rapportarvi in quest’ultima settimana con il presidente ad interim Piana?
R: “Non ancora. La manifestazione dello scorso sabato era stata organizzata ancora prima dello scandalo della Regione Liguria poi è concisa con questo terremoto che ha sconvolto la politica locale. Sul nostro manifesto erano indicate le motivazioni. Si tratta dell’unico caso in Italia dove comitati ed associazioni si mettono insieme a livello regionale per scendere in piazza.
Durante il corteo si è data voce a moltissimi disagi cittadini: sanità, le famiglie dei disabili abbandonati senza terapie, le scuole. Questo dimostra la differenza tra la narrazione della Liguria meravigliosa con i mortai che girano per l’Europa e la realtà delle difficoltà di lavoratori, pensionati e donne”
D: Il porto di Genova e il suo impatto sulla città è al centro delle vostre battaglie ed ora dopo lo scandalo nella Regione Liguria diverse problematiche sono sotto gli occhi di tutti. Cosa avete proposto in questi anni?
R: “C’è un rapporto difficile tra il porto e la città di Genova negli ultimi anni. Il porto si espande senza considerare quello che ha intorno. Faccio un esempio: c’è l’ultimo bivio del nodo ferroviario che è un progetto estremamente impattante che coinvolge migliaia di famiglie che è finalizzato a collegare il terzo valico al porto per trasportare le merci verso l’entroterra.
Per questo progetto sono state fatte proposte anche innovative che però non hanno portato a nulla. Poi è subentrato il Pnrr e la mole di fondi ha prodotto un sacco di progetti e cantieri. Le amministrazioni chiedono magari gli oneri di compensazione a chi apre un supermercato e non alle imprese che usufruiranno di tutta l’infrastruttura che è funzionale al lavoro portuale.
Le battaglie per avere una rigenerazione dei quartieri non riescono ad arrivare in fondo perché mancano finanziamenti. C’è qualcosa che non funziona, anche chi riceve beneficio dagli interventi – che sono pur sempre pubblici – dovrebbe contribuire a rigenerare i quartieri che invece devastano”
D: Altra vostra importante battaglia è quella contro il rigassificatore di Vado Ligure. Esistono alternative a questa infrastruttura energetica per la Regione Liguria?
R: “Il rigassificatore è un’attività imprenditoriale di Snav e il gas sarà poi rivenduto in Germania. La parte che sarà utilizzata in Italia sarà residuale quindi si configura come un progetto che farà solo i profitti dell’azienda e devasterà l’ecosistema marino.
Ma il mare non sarà la sola vittima. Per portare il gas a nord saranno devastati anche territori agricoli…Non c’è solo Savona ad opporsi ad una cosa del genere ma l’intera Liguria”
Le contestazioni a Conte
D: Nel corso della manifestazione è arrivato anche il presidente del Movimento Cinque Stelle Giuseppe Conte: perché è stato contestato?
R: “Conte è stato contestato per le modalità. La nostra è stata una manifestazione senza bandiere di partito. Si è chiesto a chi condivideva le nostre quattro richieste di partecipazione democratica di fare un comunicato di sostegno.
Questi comunicati sono stati pubblicati all’evento ‘In Liguria manifestiamo uniti‘ sui social. Anche i 5s hanno fatto il loro comunicato ma Conte ha pubblicizzato sulla sua pagina questa manifestazione senza spiegare quali fossero i promotori e le motivazioni.
Si è limitato a mettere una locandina con la sua immagine con sopra scritto “Manifestiamo Uniti l’11 maggio a Genova“. Non è stata presa per nulla bene, molti cittadini ci hanno chiamato dicendo che voleva ‘intestarsi’ la manifestazione.
Se il post fosse stato rettificato saremo usciti con un comunicato soft spiegando le nostre motivazioni. La rettifica è uscita a mezzogiorno del sabato ed è partito un comunicato in cui comunicavamo questa modalità dato che la trovavamo scorretta verso i promotori, i cittadini e la manifestazione. Noi abbiamo ribadito che la manifestazione è stata organizzata con tutta l’autonomia“
“I comitati in corsa alle prossime elezioni? Discorso prematuro”
D: Le elezioni regionali in Liguria dovrebbero tenersi nel 2025 anche se ad oggi nulla sembra certo. Voi sperate nelle elezioni anticipate?
R: “Ormai c’è l’abitudine di confondere la legalità con l’etica. Magari in futuro emergerà quando l’inchiesta sarà chiusa che quello che è successo è avvenuto nel quadro della legalità. Ciò non toglie che l’inchiesta ha rivelato un meccanismo immorale e non etico e soprattutto uno sbilanciamento della gestione della cosa pubblica a favore dei privati.
Toti ha sempre detto di voler privatizzare la sanità ligure nel suo programma. Si deve tornare ad avere una considerazione del pubblico come gestione a favore del bene comune e della creazione di uguaglianza sociale. Pensiamo a Genova: c’è una grande disuguaglianza sociale, parliamo di una città dove in base al quartiere in cui abiti sai di che classe sociale sei.
Se non si cambia il sistema politico poi gli scandali si ripetono. Dobbiamo recuperare un modello politico alternativo che faccia in modo che quello che è successo non si ripeta.”
D: I comitati potrebbero formare un soggetto politico che corra alle prossime elezioni?
R: “È un discorso molto prematuro anche perché ci sono diversi intenti, già è stato molto impegnativo organizzare la manifestazione…secondo me nessun partito sarebbe stato capace di fare lo stesso. Si è creata una sfiducia verso i partiti, testimoniata dalla continua diminuzione dell’affluenza al voto: bisogna recuperare il rapporto con i cittadini. Servono punti di riferimento che non ci sono ma una rete di comitati non può arrivare a fare ciò.”