Lo yuan digitale, noto anche come e-CNY, stenta a decollare. A svelarlo è un rapporto del South China Morning Post (SCMP), secondo il quale neanche il fatto che i dipendenti pubblici ricevono il loro stipendio nella valuta digitale della banca centrale (CBDC) sta dando reale impulso alla sua diffusione.

Un mancato decollo che desta una certa sorpresa, considerate le attese nei confronti del progetto. Proprio lo yuan digitale, infatti, avrebbe dovuto rivelarsi la chiave di volta per attenuare il potere imperiale del dollaro. Ambizione che, almeno per il momento, è ben lungi dall’essere realizzata.

Yuan digitale: i motivi del mancato decollo

Perché lo yuan digitale stenta a decollare? È lo stesso rapporto del South China Morning Post ad affermare che la maggior parte dei primi destinatari trasferisce immediatamente i saldi in yuan digitali sui propri conti bancari. Rendendoli in tal modo disponibili per poter essere spensi in contanti.

Nel farlo riporta le parole di Sammy Lin, uno dei partecipanti al progetto pilota: “Preferisco non tenere i soldi nell’app e-CNY, perché non ci sono interessi se li lascio lì. Inoltre, non ci sono molti posti, online o offline, dove posso usare l’e-yuan.”

Occorre comunque sottolineare che l’e-CNY ancora non è stato lanciato ufficialmente. Si trova infatti in fase di sperimentazione, ormai dal 2019, e ancora non è stata resa nota la data per possibile lancio. La scarsità di esercizi in cui spenderlo può essere considerata una conseguenza di questa incertezza.

Lo yuan digitale è tracciabile

Altro elemento che sembra al momento provocare perplessità da parte dei consumatori è il fatto che la CBDC cinese va ad incorporare elementi tipici della tecnologia blockchain. In conseguenza di ciò, ognuna delle transazioni effettuate con il suo utilizzo è teoricamente tracciabile.

I consumatori di conseguenza, preferiscono utilizzare metodi di pagamento in grado di dare maggiori garanzie, sotto questo aspetto. Con una preferenza spiccata per Alipay e WeChat Pay. Mentre resta in piedi la possibilità di utilizzare il contante per i pagamenti, anche se meno diffuso.

Occorre comunque sottolineare che il rapporto del quotidiano cinese va in direzione totalmente opposta a quanto era emerso in precedenza. In particolare rispetto ai dati relativi al mese di gennaio del 2022, quando gli utenti che avevano effettuato almeno una transazione utilizzando lo yuan digitale erano 260 milioni. Con l’ammontare delle operazioni che aveva già raggiunto la cifra di 13 miliardi di dollari.

L’e-CNY non è stato concepito per i pagamenti transfrontalieri

Altro elemento da mettere in risalto è quello relativo alla traiettoria di sviluppo della CBDC cinese. Se in un primo momento molti osservatori pensavano fosse stata concepita per un attacco alla posizione di dominio del dollaro statunitense, con il passare del tempo è emerso sempre più chiaramente come si tratti, al contrario, di uno strumento per il mercato domestico.

In pratica, la banca centrale del gigante orientale ha deciso di affiancarlo al contante, incentivando il suo utilizzo prevalentemente per i piccoli pagamenti quotidiani. I cittadini stranieri possono essere titolari di un wallet, almeno in linea teorica, ma possono effettuare esclusivamente per importi modesti, ovvero sino a 5mila yuan giornalieri e 50mila all’anno.

Ne consegue che, almeno per il momento, un utilizzo per i pagamenti transfrontalieri è lontano dalla realtà. La sfida al potere imperiale del dollaro, quindi, sembra essere affidata al progetto di una criptovaluta dei BRICS, di cui si è iniziato a parlare nel corso degli ultimi mesi.