Nel processo penale contro l’ex presidente statunitense, l’ex avvocato di Donald Trump è uno dei testimoni chiave. Trump deve rispondere a 34 capi di imputazione per falsificazione di documenti aziendali. I pubblici ministeri affermano che Trump avrebbe occultato pagamenti segreti a Stormy Daniels in vista le elezioni presidenziali del novembre 2016 e avrebbe tentato di influenzare l’esito del voto. Michael Cohen è un testimone chiave riguardo al presunto accordo e al successivo pagamento di 130mila dollari a Daniels.

Processo penale Trump, la testimonianza di Michael Cohen

Il processo è iniziato cinque settimane fa. Nelle ultime settimane sono stati ascoltati i personaggi coinvolti nel caso, inclusa l’ex porno star, Stormy Daniels, che era una dei testimoni più attese del caso Trump. L’ultimo testimone di spicco sarà Michael Cohen, ex legale del tycoon.

Michael Cohen ha iniziato la sua testimonianza raccontando la sua esperienza lavorativa con Donald Trump. Ha affermato che aveva iniziato a lavorare con Trump quando viveva alla Trump World Tower e di non essere stato pagato per i suoi primi lavori legali. Cohen, quindi, è stato assunto successivamente e ha lavorato direttamente per il tycoon.

L’avvocato ha affermato che interagire con la stampa faceva parte delle sue mansioni. Aveva l’obiettivo di diffondere storie positive su Trump.

Michael Cohen: “È stato fantastico lavorare per lui”

Durante la testimonianza, Michael Cohen ha dichiarato che si sarebbe rivolto a Donald Trump chiamandolo “capo” e “Mr. Trump”. Ha anche espresso soddisfazione per aver avuto l’opportunità di lavorare per lui:

È stato fantastico. Lavorare per lui, soprattutto durante quei 10 anni, è stata… un’esperienza straordinaria in molti sensi. Ci sono stati momenti meravigliosi. Ci sono stati molti momenti tutt’altro che fantastici, ma per la maggior parte mi sono piaciute le responsabilità che mi sono state affidate. Mi è piaciuto lavorare con i miei colleghi della Trump Organization. I bambini Trump. Era un po’ famiglia.

Durante la sessione di oggi, 13 maggio, è presente anche il figlio del tycoon, Eric Trump. Michael Cohen ha dichiarato che è accurato definire il suo ruolo come “risolutore” di Donald Trump. Colui che risolveva i problemi. Ha aggiunto di non aver avuto un ruolo ufficale nella campagna elettorale del 2016 di Trump. Nonostante ciò, Cohen avrebbe sfruttato i suoi contatti con la stampa per aiutare il suo capo.

Cohen rivela che Trump era preoccupato per le narrazioni sulla sua vita privata

Michael Cohen avrebbe avvertito Trump sulla possibilità che diverse donne potessero fare “uscite sgradite” dopo l’annuncio della candidatura alla presidenza. L’avvocato ha sostenuto che Trump fosse inquieto per le narrazioni sulla sua vita privata.

Cohen afferma che Trump gli ha ordinato di garantire che la storia dell’ex modella di Playboy, Karen McDougal, non fosse resa pubblica. Aveva interpretato ciò come il bisogno di acquistare la storia. Dopo un confronto con National Enquirer, Trump avrebbe affermato “Nessun problema, me ne occuperò io” riguardo al costo della gestione della storia. McDougal avrebbe, quindi, ricevuto un pagamento di 150mila dollari per un esclusiva al tabloid e per non parlare della relazione col tycoon.

Nel settembre 2016, Cohen aveva registrato una conversazione con Trump e ha testimoniato che il tycoon sapeva del rimborso di McDougal. La difesa sostiene che la testimonianza di Trump sia stata falsificata. Michael Cohen ha istituito una società chiamata Risoluzione Consultants, LLC, per gestire il pagamento.

Il nastro col fuori onda di Trump ad Access Hollywood

I pubblici ministeri continuano a interrogare l’avvocato riguardo al nastro del fuori onda ad Access Hollywood in cui l’ex presidente vantava di poter prendere le donne per i genitali senza subire conseguenze. Cohen ha dichiarato che voleva “assicurarsi” che le cose fossero gestite in modo appropriato e che Trump fosse protetto:

Voleva che contattassi tutti i miei contatti nei media. Bisognava dare una svolta a questa cosa. Voleva che queste cose passassero come chiacchiere da spogliatoio.

Cohen ha aggiunto di aver pensato in quel momento che una possibile pubblicazione del nastro “avrebbe avuto un impatto significativo soprattutto tra gli elettori donne”.

Trump a Cohen sulla storia di Daniels: “Prenditene cura”

Cohen testimonia che un redattore del National Enquirer gli ha comunicato che Stormy Daniels stava cercando di vendere la sua storia su Trump. Ha dichiarato che l‘impatto della storia di Daniels sarebbe stato “catastrofico” per la campagna presidenziale.

L’avvocato ha affermato di aver parlato con Trump e che lui lo ha incaricato di “prendersi cura” di questa storia. Secondo quantro riportato da Cohen, il tycoon lo avrebbe detto:

Le donne mi odieranno… I ragazzi potrebbero pensare che sia bello, ma questo sarà un disastro per la campagna. Questo è un disastro, un disastro totale.

Cohen ha affermato che Trump non stava pensando alla moglie Melania ma era interessato principalmente alla campagna e voleva tenere nascosta la storia fino alla fine delle elezioni.

Trump a Cohen sul pagamento a Daniels: “Non preoccuparti, riavrai i soldi’”

Michael Cohen ha raccontato la sua conversazione con Trump riguardante la storia di Stormy Daniels e il pagamento che è al centro del caso:

Sei un miliardario, pagalo e basta. Non c’è motivo di tenere questa cosa là fuori, quindi fallo. Mi ha detto, fallo e basta.

L’ex direttore finanziario della Trump Organization, Allen Weisselberg, avrebbe suggerito a Michael Cohen di anticipare la somma, secondo quanto dichiarato da Cohen. Durante la conversazione Trump avrebbe detto di non preoccuparsi perché avrebbe riavuto i suoi soldi:

Stavo facendo tutto quello che potevo e anche di più per proteggere il mio capo. Non sborserei 130mila dollari a qualcun altro.

L’avvocato ha affermato di aver chiamato due volte il tycoon per avere la sua approvazione sul pagamento anche perché rivoleva i suoi soldi in dietro. Ha aggiunto che Trump è stato escluso dalle documentazioni nel tentativo di “proteggerlo e isolarlo dalla transazione”.

Cohen ha testimoniato che il vero motivo del bonifico bancario dal suo conto a quello dell’avvocato di Daniels, Keith Davidson, era “pagare Stormy Daniels per eseguire l’accordo di non divulgazione e per acquisire i diritti sulla sua storia e sulla sua vita“. Ha affermato di aver “immediatamente” fatto sapere a Trump che aveva l’accordo firmato dall’ex porno star.